Nel torrido caldo di luglio, la lotta per i diritti, a Palermo, non si ferma. In strada oggi sia la Polizia di Stato che i residenti di via Tiro a Segno. I primi davanti la Prefettura, i secondi davanti Palazzo delle Aquile. I poliziotti per il lavoro, gli abitanti di Via Tiro a Segno per le loro case. In comune, il sacro e inalienabile diritto di migliorare le proprie condizioni di vita.
Alcuni rappresentanti del sindacato SILP CGIL Palermo sono scesi in strada per protestare davanti la Prefettura di Palermo, per chiedere il rinnovo del contratto e per denunciare una situazione del comparto sicurezza sempre più drammatica.
“Chiediamo un’attenzione al Governo per le problematiche che affliggono il compartimento della pubblica sicurezza”, ha dichiarato Michele D’Anna, funzionario della Polizia di Stato e segretario provinciale del SILP CGIL Palermo. “Abbiamo una mancanza di uomini, siamo sotto organico. Nel 2024 andranno via tantissimi agenti, ispettori, sovrintendenti e funzionari della Polizia di Stato assunti durante il maxi processo. Con il normale iter dei concorsi non si riesce a ripianare l’organico. Abbiamo il contratto scaduto dal 2021 e quindi questo porta chiaramente nocumento a tutti gli operatori del comparto sicurezza. Chiediamo che il comparto sicurezza non sia solo uno spot elettorale, ma che siano attuate tutte le promesse”
“Il problema della sicurezza è un problema che riguarda veramente tutti e non soltanto noi che ci lavoriamo. Per le strade non ci sono operatori di polizia e quei pochi che lavorano, sono obbligati a fare turni straordinari per coprire i servizi, ancor di più in periodi di ferie sia estive che natalizie”, ha affermato Tiziana Leto Vice Sovrintendente della Polizia di Stato, del Consiglio Direttivo del SILP Regionale Sicilia. “É veramente una questione importante la sicurezza, come la sanità, la cultura e tutto il resto. La maggior parte dei colleghi si aspettava che questo Governo, proprio perché di una certa tipologia, avrebbe dato delle risposte in più, in realtà questo non è stato fatto e quindi anche questi colleghi sono stati disattesi nelle loro aspettative. Non facciamo altro che metterci la faccia e scendere di nuovo in piazza come abbiamo fatto alcuni anni fa, sperando che qualcosa si muova. Siamo quelli meno pagati in Europa, guadagniamo poco. L’amministrazione gioca sul fatto che, facendoci fare dello straordinario, può non prendere del personale nuovo”.
“Da molti anni e i colleghi purtroppo sono costretti a lavorare anche con doppi e tripli turni, quindi il loro benessere psicofisico viene a mancare. Chiediamo al Governo una inversione di tendenza, affinché i lavoratori di polizia possano riavere dignità lavorativa e senso di sicurezza”, ha aggiunto il Vice Ispettore Massimo Savona.
Nel quartiere Sant’Erasmo, in via Tiro a Segno, 140 famiglie che occupano alcuni edifici, vivono in una totale condizione di degrado, dove la mancanza di una rete fognaria causa la fuoriuscita di liquami nell’area condominiale, dannosa dal punto di vista sanitario e non solo. L’aria irrespirabile, i liquami, le zanzare e i ratti costringono i bambini a restare in casa.
“Si interessano soltanto quando ci sono le votazioni, vengono, ci prendono in giro e ci dicono sempre le stesse cose. Facciamo questa vita da 40 anni. Siamo proprio invisibili. Nessuno ci aiuta per fare queste fognature. Non si può stare più. La sera dobbiamo chiudere le finestre a causa del fetore”, ha spiegato il signor Giacomo Valentino, residente di via Tiro a Segno.
“Abito da quaranta anni in Via Tiro a Segno a piano terra, dove ci sono topi, zanzare, serpi e i liquami che escono dalle fognature. Non possiamo stare neanche aperti per il cattivo odore che entra dentro casa. Siamo abbandonati da tutti. Se i bambini prendono infezioni, a chi ci dobbiamo rivolgere? La situazione è grave. Se voi venite a constatare, vedete quello che c’è in Via Tiro a Segno”, ha raccontato il signor Francesco Paolo D’Angelo.
L’AMAP avrebbe chiesto 200.000 euro per risolvere definitivamente un problema che sarebbe iniziato nel 1986 e che avrebbe costretto i sempre più numerosi abitanti di Sant’Erasmo e, in particolar modo, di via Tiro a Segno, a vivere dentro una fognatura a cielo aperto. Un progetto presentato nel 2020 e che non è mai stato avviato per mancanza di fondi. Si aspetterebbe il 31 luglio, data di chiusura del bilancio comunale, per valutare la possibilità di fare o meno i lavori.
“Non è tollerabile che delle persone che non hanno una capacità economica e non sono ricche, non abbiano il diritto inalienabile di vivere in una condizione igienico-sanitaria dignitosa”, ha dichiarato Antonio Tralongo, della Confederazione Unitaria di Base, Federazione del Lavoro e del Sociale. “È un problema di degrado e di invisibilità in cui vogliono lasciare una parte di Palermo. A Sant’Erasmo c’è un processo di gentrificazione immenso, però non danno questi diritti e dignità alle persone che sono autoctone e che vivono qui da tantissimo tempo”.
Domani una delegazione degli abitanti di via Tiro a Segno sarà ricevuta da Dario Di Gangi, Dirigente del Settore Manutenzione e Condono Edilizio in via Ausonia 69, per visionare il progetto che prevedrebbe di riqualificare, tra le altre, anche via Tiro a Segno.
Di Francesco Militello Mirto e Victoria Herranz – EmmeReports