Presso il complesso monumentale dello Steri, sede del rettorato dell’Università degli Studi di Palermo si è svolto un Forum dove, esperti nazionali nel settore della sicurezza sul lavoro, si sono confrontati sui nuovi rischi e sulle possibili soluzioni per prevenirli o ridurli. Un viaggio in tutte le regioni italiane con l’obiettivo di promuovere l’ascolto, il dialogo sociale e istituzionale, gli investimenti e il trasferimento tecnologico, per migliorare i livelli di salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori. Il punto di partenza di questo viaggio è il piano triennale della prevenzione 2022-2024, recentemente adottato da INAIL, in linea con la strategia europea per la salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027 e con l’Agenda Onu 2030.
In Sicilia, secondo gli ultimi dati aggiornati a maggio 2023, le denunce di infortunio sul lavoro sono state quasi 10.800, il 30% in meno rispetto allo stesso periodo del 2022, probabilmente, per la diminuzione dei contagi da Covid-19. Sono aumentate, purtroppo, le vittime. È, per noi, ininfluente, citare le singole cifre, visto che anche un solo morto è pur sempre una sconfitta.
“Siccome il lavoro cambia, dobbiamo aggiungere nuovi sistemi di difesa del lavoro che questo Paese ha costruito nell’arco degli anni”, ha dichiarato Andrea Tardiola, Direttore Generale INAIL, aggiungendo che nonostante il drammatico numero di mille morti l’anno, nel benchmark internazionale per gli infortuni sul lavoro, l’Italia si trova in una posizione migliore rispetto a Francia, Germania e Spagna. “Occorre però contrastare quei rischi emergenti legati al cambiamento climatico, alla profonda digitalizzazione della vita e dei sistemi economici, ma anche all’invecchiamento della popolazione. Stiamo diventando sempre di meno e sempre più lavoratori anziani, quindi esposti maggiormente a rischi. Dobbiamo duplicare lo sforzo. Non è un caso che in Sicilia, terra di frontiera, discutiamo di come l’innovazione tecnologica e produttiva generino rischi chimici o legati alla potentissima diffusione di strumenti come di intelligenza artificiale che governeranno sempre di più il comportamento lavorativo di milioni di donne e di uomini e di come prepararci a gestire questa transizione”.
Come ha spiegato il Direttore Generale INAIL, i fenomeni estremi atmosferici, percepiti come rischi di tipo generale, sono cause di rischi sul lavoro, come il recente alluvione della Romagna che ha registrato morti e infortuni. Anche le temperature torride dell’estate possono provocare incidenti e addirittura decessi tra chi lavora nell’edilizia, in strada o nei terreni agricoli.
Un nuovo fenomeno legato al lavoro è rappresentato dalla cyber sicurezza. “Pensiamo ai grandi sistemi di rete, come ENI e a molte altre grandi aziende che lavorano su grandi reti di distribuzione di servizi, da quelli dell’energia a quelli dei trasporti, che occupano ogni giorno centinaia di migliaia di lavoratori e di lavoratrici, governate da grandi centrali tecnologiche che sono sempre più oggetto di attacchi”, ha spiegato Tardiola. “Sono temi rispetto ai quali dobbiamo diventare più capaci di leggerli come possibili rischi sul lavoro”.
Rispondendo ad una domanda sulla distribuzione di competenze, che potrebbero rendere più complicati gli effettivi controlli sulla sicurezza dei lavoratori, il Direttore INAIL ha dichiarato: “Non si può semplificare quello che è complesso. Il tema non è pensare di trovare scorciatoie per avere un’opzione di semplicità là dove il lavoro è per sua definizione complesso, differenziato e articolato”.
“Occorre un grande investimento in funzione di coordinamento e di capacità di programmazione, utilizzando i grandi bacini informativi che le Istituzioni possiedono, come il sistema informativo nazionale per la prevenzione gestita da INAIL. Bisogna tenere bilanciate queste due dimensioni, il lavoro e il mondo produttivo. Sono sistemi complessi ed è normale che operino diverse competenze, quelle più squisitamente sanitarie, quelle più principalmente di repressione delle forze dell’ordine e quelle dotate di tecnologia come quelle ingegneristiche di cui è dotata INAIL, tutte sotto un cappello di coordinamento che oggi l’Ispettorato Nazionale del Lavoro si candida a svolgere egregiamente. É questa la ricetta che dobbiamo utilizzare”, ha concluso Tardiola.
“L’INAIL non può che investire in prevenzione. Le imprese in Italia sono tre milioni e duecento, i lavoratori sono più di venti milioni. L’idea di poter evitare ciascun infortunio solo con un esercizio di controlli, ci porterebbe a costruire un leviatano di controlli che non è sostenibile dal punto di vista organizzativo e neanche logico. Il fatto di vivere in un mondo che presenta sempre nuovi rischi non può che chiamare in causa l’esigenza di prepararsi individualmente con strumenti di formazione e di educazione al rischio che parte dalle nuove generazioni e inizia nelle scuole, per avere una cittadinanza della sicurezza che poi si compensa con i controlli lì dove c’è una palese violazione di regole nei rapporti professionali. Lo sguardo al futuro non può che vedere la prevenzione come la leva principale per garantire la sicurezza sul lavoro e una compensazione di robusti controlli”, ha concluso Tardiola.
Per il Direttore Regionale INAIL, Giovanni Asaro, l’attività di controllo sulla sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori non può trascurare l’impegno sinergico di tutti gli attori in campo, a partire dall’INPS. In Sicilia però mancherebbero le risorse per poter garantire i necessari controlli. L’INAIL avrebbe a disposizione solo sedici ispettori, tanto quanto l’INPS e l’INL. Numeri insufficienti a cui si aggiungerebbero la frammentazione delle imprese e la diffusa dinamica dei subappalti che, oltre a mettere a rischio l’incolumità di lavoratrici e lavoratori, non garantisce il giusto e puntuale pagamento dei contratti. L’esiguo numero di ispettori fa si che la priorità dei controlli venga data a quelle imprese che sono maggiormente a rischio sicurezza.
“Non è solo l’attività ispettiva che può ridurre l’andamento infortunistico, ma sostenere e incentivare le aziende che si vogliono mettere in discussione”, ha dichiarato Asaro. “L’INAIL, con i finanziamenti che fornisce alle aziende con i bandi ISI, offre un grande contributo per rinnovare e sostituire i macchinari obsoleti. A livello regionale mettiamo in campo circa ventidue milioni di euro, soldi che contribuiscono a migliorare le condizioni di sicurezza nelle aziende. La finalità dell’evento di oggi è quello di fare rete con le altre Istituzioni che possono contribuire a fare un’iniziativa congiunta per aggredire maggiormente i fenomeni. Solo in questo modo possiamo farcela”.
La soluzione definitiva non esiste e in qualunque ambito professionale i rischi e gli infortuni sono dietro l’angolo. La prevenzione è fondamentale ed è giusto indottrinarla nelle scuole e nelle università. Le Istituzioni devono ovviamente vigilare, mettendo in campo tutto il personale possibile e qualificato, ma occorre anche supportare e sostenere economicamente tutte le aziende e le partite IVA oneste che non hanno un budget adeguato per lavorare in tutta sicurezza.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports