“A Palermo risiedono 25.445 stranieri (pari al 4% della popolazione), provenienti da ben 132 Paesi diversi, anche se i primi cinque Paesi (Bangladesh, Sri Lanka, Romania, Ghana e Filippine), da soli, coprono quasi i due terzi del totale degli stranieri”, si legge nel sito del Comune di Palermo. “La comunità più numerosa è quella del Bangladesh, con 5.341 residenti, pari al 21% del totale degli stranieri. Per una completa comprensione della consistenza del fenomeno in Città, ai numeri relativi ai cittadini stranieri residenti a Palermo occorre aggiungere anche gli oltre 4 mila stranieri che nel corso degli anni hanno acquisito la cittadinanza italiana. Complessivamente, quindi, la presenza straniera in città supera sfiora quota 30 mila residenti. A Palermo, su 4.843 stranieri minorenni, 3.889, pari all’80,3%, sono nati in Italia. Di questi, 3.722, pari al 76,9%, sono nati a Palermo”.
La città ha più di 630.000 abitanti, di cui più di 25.000 sono stranieri, un numero piuttosto importante e destinato a crescere nei prossimi anni. Palermo, soprattutto con la precedente amministrazione, si è sempre fregiata di essere multietnica, accogliente e capace di integrare chiunque volesse vivere nel capoluogo siciliano. Ma le “buone intenzioni” si sono dovute scontrare con la dura realtà di una burocrazia lenta, farraginosa e vetusta, capace solo di procurare disagi, innanzitutto, ai cittadini ai palermitani della settima generazione, ma anche agli stranieri, che per rinnovare una semplice carta di identità devono subire, spesso e volentieri, gli atteggiamenti indisponenti di chi sta dall’altra parte degli sportelli degli uffici pubblici, degni di essere paragonati alla “casa che rende folli” del film di animazione “Le 12 fatiche di Asterix”.
Da anni sindacati e associazioni denunciano i “gravissimi disservizi dell’ufficio anagrafe del Comune di Palermo, il quale lascia attendere le persone per mesi, se non addirittura per anni, per completare le pratiche di iscrizione anagrafica, nonostante il termine di due giorni previsto da apposito regolamento del Ministero degli Interni. Ogni giorno i palermitani si recano presso gli uffici di Viale Lazio per ottenere la documentazione richiesta e puntualmente restano in vana attesa di essere ricevuti dai dipendenti comunali. Questi disagi costituiscono una violazione sistematica di molteplici diritti, di cui la residenza costituisce un presupposto fondamentale”.
Centinaia di cittadini delle comunità straniere presenti a Palermo sono scesi in strada, questa mattina, per chiedere tempi più rapidi alla burocrazia e ottenere la residenza, senza la quale, come hanno raccontato sono “tagliati fuori dall’accesso ad altri diritti, come le cure sanitarie, la scuola per i figli, gli alloggi di edilizia residenziale pubblica, e il rilascio della patente di guida”. Il corteo, partito da Piazza Giulio Cesare, prima di raggiungere Palazzo delle Aquile, è transitato per Via Roma, sotto gli sguardi incuriositi degli automobilisti e dei passeggeri dei bus bloccati nel traffico a causa del passaggio dei manifestanti. Una delegazione formata dai componenti delle varie associazioni è stata poi ricevuta dall’assessore Dario Falzone, dal segretario generale Raimondo Liotta e dalla dirigente dei servizi anagrafici Alessandra Autore. Giusto per dovere di cronaca, i rappresentanti del Comune di Palermo hanno negato l’accesso a quattro fotografi che avevano chiesto di documentare l’incontro.
“È emerso che il Comune ha piena contezza del problema, sa che la situazione è critica e si trova in difficoltà”, ha riferito la delegazione salita a Palazzo delle Aquile. “Rispetto al documento da noi presentato, non sono stati in condizione di dare subito le risposte ai problemi da noi esposti. A questo punto abbiamo chiesto noi al Comune un documento in cui gli uffici mettano in chiaro quante sono le residenze in sospeso e con quante persone intendano smaltire le pratiche, soprattutto in relazione ai termini di legge dei due giorni di tempo per l’iscrizione e dei 45 entro i quali il cittadino ha diritto di essere iscritto d’ufficio, perché scade il silenzio assenso. Il Comune si è riservato di presentare un piano organico. Il 12 aprile alle ore 16 è stata convocata una riunione dove il Comune presenterà il suo programma per affrontare questa situazione, ritenuta grave e straordinaria”.
Un problema che riguarda tutti i palermitani, ma in particolar modo gli stranieri che non provengono da paesi europei, che lamentano lunghissime attese presso l’unico sportello disponibile di Viale Lazio, la mancanza di mediatori culturali e, forse, la poca disponibilità degli impiegati pubblici. Quali le cause dei disservizi nella macchina burocratica di Palermo? Sicuramente la carenza di personale giovane e preparato, una cattiva organizzazione, ma anche la lentezza delle Istituzioni ad adeguarsi agli inevitabili cambiamenti della società.
Di Francesco Militello Mirto e Victoria Herranz – EmmeReports