Domenica mattina la scalinata del Teatro Massimo di Palermo ha dato vita ad una performance di arte partecipativa, per commemorare tutte le vittime dei naufragi ed in particolar modo quelle di Cutro.
Palermitani e turisti giunti nel capoluogo siciliano hanno steso indumenti, scarpe e peluche sui gradini del teatro, per ricordare tutte quelle persone morte in mare, per colpa di scafisti senza scrupoli che lucrano sull’immigrazione clandestina, spesso favoriti dalla criminalità organizzata dei paesi verso cui sono diretti i migranti.
L’evento è stato coordinato dal regista palermitano Alessandro Ienzi, fondatore e direttore della compagnia teatrale Raizes Teatro, che ha chiesto la partecipazione della cittadinanza per ricordare la tragedia avvenuta nel Mar Jonio nei giorni scorsi.
Alessandro Ienzi, avvocato del Foro di Palermo, direttore e fondatore di Raizes Teatro, compagnia nota per l’attività di promozione dei diritti fondamentali attraverso le arti e il teatro, ha vinto nel 2020 l’International Human Rights Art Festival di New York, massimo riconoscimento internazionale per gli artisti che sostengono la tutela dei diritti con la propria produzione artistica.
“L’’idea è sicuramente quella di affermare il diritto alla vita come diritto che viene prima di tutto, prima di qualsiasi politica, prima di qualsiasi idea, non direi ideale, ma idea, che deve essere assolutamente garantito”, ha dichiarato il regista.
Un’installazione silenziosa quella realizzata domenica mattina ai piedi del Teatro Massimo di Palermo.
“Noi abbiamo un’idea di arte partecipativa, non da esposizione, per questo la facciamo spesso anche fuori dal teatro, perché la comunità produce arte, avvalendoci della nostra immaginazione, per produrre idee, perché se noi andiamo in giro per le strade, queste sono piene di messaggi positivi, quindi le nostre vite cambiano”, ha continuato Ienzi.
“Se abbiamo soltanto accesso alla comunicazione televisiva, che continuamente ci pressa a odiare la persona accanto a noi, troveremo un nemico in noi stessi, ma se invece produciamo arte inclusiva dalle nostre finestre, dai nostri balconi, nelle nostre piazze, accadrà qualcosa di bellissimo”, ha aggiunto il regista.
“Vedere il bambino che urla su quello scoglio, muove per forza una coscienza, muove la mia coscienza e la mia fantasia”, ha spiegato il fondatore di Raizes Teatro. “Se tutti attiviamo la coscienza della fantasia, tutti saremo in grado di produrre eventi di partecipazione in cui accoglieremo continuamente l’altro”.
Come ha detto Alessandro Ienzi “dobbiamo assolutamente creare le occasioni di partecipazione, bisogna aprire, perché non credo che chi ha opportunità dentro i teatri, dentro le istituzioni culturali, sia migliore della gente che sta partecipando, tutti abbiamo una coscienza, tutti possiamo partecipare, tutti possiamo partecipare a produrre arte”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports