La tachicardia, le mani sudate, i tremori, le vertigini, l’ansia, l’angoscia, l’irrequietezza, l’insonnia, le allucinazioni visive, udite e tattili, sono solo alcuni degli effetti provocati dal craving da crack, la droga economica che da qualche anno uccide i giovani del 21° secolo. Chi fa uso di questa sostanza soffre di depressione, attacchi di panico, tristezza, malinconia e incapacità di provare piacere anche quando ci si dedica alle proprie passioni. Il crack influisce sulla salute del cuore e del sistema circolatorio, provocando ictus e infarti. La morte può sopraggiungere anche per arresti cardiaci e respiratori.
“Giulio era un ragazzo assolutamente vivace e straordinario, pieno di iniziative, con un’ecletticità veramente importante, non so cosa sia scattato nella sua mente. Intorno ai 14 anni si è sempre più chiuso in sé stesso, ha manifestato delle fragilità e una sensibilità veramente profonde”, ha raccontato Francesco Zavatteri a EmmeReports, subito dopo la conferenza stampa a Palazzo delle Aquile, dove è stata presentata un’iniziativa per la prevenzione e la riduzione dei rischi delle dipendenze patologiche.
Da genitore, Francesco ha cercato di comprendere, di aiutare, di aprire un dialogo con il figlio adolescente che, attraverso il sorriso, il suo modo di fare divertente, in realtà nascondeva una grande sofferenza interiore che lo ha avvolto in maniera definitiva, portandolo alla morte per overdose da crack il 15 settembre 2022.
“Mi chiedo spesso dove ho sbagliato, cosa ho fatto, perché per me Giulio era divertimento, era fare le gite insieme col cane a Ficuzza, era andare a nuotare insieme, questo era Giulio”, ha continuato il dottor Zavatteri. “Giulio è stato seguito da diversi psicologici e psichiatri, ha avuto dei ricoveri in ospedale, è stato in quattro comunità diverse, ma senza riuscire a sortire alcun effetto. L’unica comunità dove lui ha tratto grande beneficio è stata quella di Geraci, una fattoria dove lavorava a contatto con la natura. Questo l’ha aiutato molto, lì Giulio stava bene, andavamo a trovarlo e lo trovavamo sorridente, allegro, divertente. Purtroppo il grande errore è stato quello di farlo rientrare prematuramente, una scelta che non ho preso e che non ho condiviso, però il tribunale dei minori ha preso questa decisione, per me assolutamente sbagliata. Bisogna capire qual è il percorso di terapia di un ragazzo e capire se effettivamente è giusto interromperlo, con molta leggerezza e superficialità, oppure se è il caso di continuare e insistere, perché il percorso è adeguato”.
Come ha spiegato il farmacista palermitano, “il crack è una droga assolutamente devastante, della quale dobbiamo veicolare una corretta informazione per i ragazzi e per i genitori, che, spesso e inconsapevolmente, si avventurano in un percorso che non ha una via d’uscita, strada di ritorno”.
“Il problema del crack, da cinque anni a questa parte, è stato assolutamente trascurato, tutti si tappavano il naso e giravano lo sguardo da un’altra parte”, ha aggiunto Francesco Zavatteri. “Perché chi ha un figlio che fa uso di sostanze in casa, è un problema suo, perché tu da genitore non hai saputo educarlo bene, non hai saputo circondarlo dell’affetto necessario. Ma Giulio era un ragazzo adorato da tutta la famiglia, in particolare dai suoi fratelli”.
Secondo il dottor Zavatteri le amministrazioni comunali e regionali devono sostenere l’apertura di un centro di accoglienza a bassa soglia, per ragazzi che fanno uso di crack e delle altre sostanze stupefacenti, dove possano essere supportati sia dalle Istituzioni, sia dal terzo settore, affinché riallaccino i rapporti con i familiari e dove, attraverso dei laboratori di arte, cultura e musica, possano essere condotti ad una vita diversa, ad una vita nuova, a ritrovare fiducia in se stessi, a fargli capire che i genitori sono i loro migliori amici e non la droga che, invece, distrugge e basta.
“Stiamo lavorando tutti insieme per riuscire ad aprire all’interno di questi centri, un ambulatorio dove sia presente un’apparecchiatura che si chiama TSM, (trattamento magnetico trans cranico), che sembra essere l’unica che risolva il problema del craving, che è il desiderio irrefrenabile e compulsivo di assumere droga, tanto da fargli compiere atti criminali oltre a fargli perdere completamente la ragione”, ha spiegato il padre di Giulio.
Secondo il dottor Zavatteri, bisogna agire capillarmente sull’informazione scolastica, imparare con la giusta sensibilità ad intercettare i disagi degli studenti, perché ognuno di noi ha un modo di pensare, ha una sua struttura cerebrale, una sua sensibilità, una sua psicologia. “Bisogna imparare a intercettare prematuramente e preventivamente i ragazzi che hanno dei disagi interiori, che non riescono a manifestare all’esterno e lì iniziare a farli seguire da un supporto psicologico”, ha aggiunto il farmacista palermitano. “Questo è fondamentale, perché molti ragazzi covano un po’ come il fuoco sotto la cenere e poi, con la pubertà, esplodono in queste direzioni assolutamente nefaste”.
Per il dottor Zavatteri le forze dell’ordine stanno facendo un lavoro minuzioso nel contrasto al crack e alla droga, ma, purtroppo, lo Stato toglie sempre più risorse alla Polizia e ai Carabinieri, “che sono persone straordinarie. Molto spesso mi sento dire ‘noi ne arrestiamo uno, che in attesa del processo, viene posto agli arresti domiciliari, mentre fuori ce ne sono altri venti pronti a spacciare dietro l’angolo’. Se non si affronta il problema in modo radicale e non si dà una certezza delle condanne e delle pene, quando si spaccia questa droga micidiale in particolare, ma per tutte le droghe, non andremo da nessuna parte”.
Purtroppo, in attesa di bandi di gara, di gazzette ufficiali, di appalti vari a onlus e associazioni del terzo settore, il crack continua a mietere altre giovani vittime che, giusto per ricordarlo, non sono solo numeri o “persone che se la sono cercata”, no, sono i figli, i nipoti e i pronipoti di qualcuno che soffre nell’indifferenza collettiva. Quindi è giusto e sacrosanto riflettere sulla prevenzione per salvare le prossime vittime, ma lo è anche aiutare quelle di oggi. Perché dietro c’è sempre una famiglia sola che soffre.
“L’azione più importante è quella di creare delle strutture dove potere accogliere questi ragazzi e cercare di instradarli a un percorso di vita diverso”, ha affermato Francesco Zavatteri. “Queste strutture devono assolutamente essere simili ed emulare quella di San Patrignano, che è l’unica struttura riconosciuta a livello europeo. Noi potremmo avere tutte le capacità, con personale competente, creando anche dei posti di lavoro, per cercare di aiutare questi ragazzi e portarli in una nuova dimensione, che è quella del lavoro, della soddisfazione, dello stare bene con se stessi, perché è fondamentale che i ragazzi lavorino fianco a fianco. Giulio andava nei campi a raccogliere le balle di paglia con altri ragazzi e, tra una risata e l’altra, la fatica, la sera tornava a casa soddisfatto, si addormentava e diceva ‘papà io devo dormire, sono stanco, perché domani mi risveglio alle sette’ e me lo diceva ridendo. La stanchezza da lavoro fa bene al cervello e crea degli obiettivi. Le cose bisogna conquistarsele con il lavoro e con il sacrificio, perché il sacrificio è un valore aggiunto a quello che tu riesci a conquistarti con il tuo lavoro. Questo è fondamentale, fondamentale”.
Un progetto da un milione di euro contro il crack.
“Un investimento di quasi 1.000.000 di euro a valere sul Fondo Nazionale Infanzia e Adolescenza per la prevenzione e la riduzione dei rischi delle dipendenze patologiche, un presidio mobile rivolto a minori e giovani di Palermo per combattere i danni da uso di sostanze stupefacenti e l’attivazione di una serie di incontri presso le scuole bersaglio del territorio cittadino, per sensibilizzare gli studenti su questa delicata tematica, oltre all’attività di strada svolta da operatori dedicati sul territorio comunale nei luoghi scelti in relazione alla presenza più massiccia del fenomeno”, si legge in una nota inviata dal Comune di Palermo, in merito al progetto presentato questa mattina dal sindaco Roberto Lagalla e dall’assessore comunale alle Attività sociali Rosalia Pennino, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Palazzo delle Aquile e a cui hanno preso parte, tra gli altri, anche il prefetto di Palermo, Maria Teresa Cucinotta e i rappresentanti della Direzione dell’ASP e dell’Ufficio Scolastico Provinciale e Regionale.
L’idea alla base del progetto è frutto di un lungo tavolo tecnico cui, nei mesi scorsi, hanno preso parte il Comune (Area delle Politiche Socio Sanitarie), la Prefettura, l’ASP (U.O.C. Dipendenze Patologiche), le Forze dell’Ordine e tutti gli attori del Terzo Settore coinvolti a vario titolo. Nasce in risposta a una preoccupante emergenza sociale, registrata dai dati acquisiti dalla Prefettura, da cui emerge un diffuso e radicato utilizzo di sostanze stupefacenti in alcuni territori della città, in particolare di crack, soprattutto nel centro storico cittadino. Per attivare, nel più breve tempo possibile, interventi mirati e integrati, articolati nell’ambito di un progetto complessivo, sono stati fissati gli obiettivi strategici e le attività da realizzare e si è lavorato sull’integrazione delle competenze istituzionali e la messa in campo delle risorse finanziarie, umane e strumentali.
“Un investimento importante che dimostra l’impegno di questa amministrazione comunale nel voler incidere significativamente sulla riduzione del consumo di sostanze stupefacenti nel nostro territorio e, in particolare, tra i giovani”, ha dichiarato il Sindaco di Palermo. “Un’emergenza sociale che richiede un grande lavoro di squadra che coinvolge l’ASP, le Forze dell’Ordine e le associazioni del Terzo Settore, solo insieme e grazie a una corale azione di contrasto e di prevenzione, che passa anche dal ruolo attivo degli istituti scolastici, è possibile raggiungere dei risultati”.
Secondo quanto affermato dal prefetto Maria Teresa Cucinotta “stiamo per scrivere insieme una pagina di legalità per il nostro territorio. Ritengo sia importante essere presenti nei quartieri cittadini, anche con azioni di sensibilizzazione e di informazione che possano contribuire in modo significativo al contrasto del fenomeno”.
“Il consumo di stupefacenti è ormai una piaga sociale a Palermo”, ha dichiarato il vice-sindaco Carolina Varchi. “Esistono piazze di spaccio nelle quali, nonostante l’incessante operato delle forze dell’ordine, non si smette mai di vendere la morte a tantissimi, soprattutto giovani, rovinando così le loro vite e, con esse, quelle delle famiglie. Confidiamo, con la presenza delle Istituzioni nelle piazze di spaccio che destano maggiore allarme sociale, di liberare tanti dal cappio della droga e affermare l’impegno dello Stato per la legalità”.
“Si tratta di un progetto di prossimità pensato su quattro quartieri, Ballarò, Sperone, Zen, Borgo Vecchio, che chiamerà a raccolta le forze fisiche e gli operatori del terzo settore, con l’utilizzo anche di ragazzi che sono riusciti a venire fuori dal dramma della tossicodipendenza”, ha spiegato l’assessore Pennino. “È stata una scelta politica che questa amministrazione ha voluto fare per disegnare la visione e la costruzione di una presa di posizione innanzi a un fenomeno che non è solo di emergenza sociale, ma che è anche di contrasto alle illegalità e quindi alla mafia. E le risorse le abbiamo individuate all’interno della legge 285, che è stata utilizzata per promuovere e produrre azioni rivolte a minori e adolescenti”.
L’Assessorato alle Attività Sociali del Comune di Palermo ha individuato nel Fondo ex L.285/97 le risorse finanziarie da investire nell’intervento, coinvolgendo, quindi, direttamente il tavolo operativo Gruppo Tecnico di Coordinamento con tutte le sue componenti istituzionali e non. La dotazione finanziaria è di circa 1.000.000 di euro prelevate dal Fondo Nazionale Infanzia e Adolescenza 2021, ex L. 285/97. L’ASP Palermo ha messo a disposizione una unità mobile su cui opererà anche una equipe specializzata composta da operatori sanitari, psicologi, assistenti sociali e mediatori culturali.
L’unità dell’ASP inizialmente presidierà in maniera strutturata la zona di Ballarò, dove incide significativamente il fenomeno dello spaccio di crack. Il progetto, tuttavia, prevede in corso d’opera l’attivazione di interventi anche in altre aree della città, come i quartieri Albergheria, Sperone, ZEN e Borgo vecchio.
Le attività di prevenzione prevedono cicli di incontri presso le scuole bersaglio e l’attivazione di sistemi di aiuto che coinvolgano anche le figure adulte di riferimento. In generale, si tratterà di attuare interventi educativi in classe, rivolti a studenti e studentesse delle scuole secondarie di primo grado, laboratori finalizzati agli obiettivi di progetto, incontri con i genitori e con le figure adulte di riferimento anche orientati allo scambio intergenerazionale.
Gli enti del Terzo Settore hanno dato disponibilità per attivare presso le loro sedi dislocate sul territorio, servizi di ascolto e consulenza psicosociale, operatori di strada, rivolti alle famiglie di beneficiari degli interventi, con aperture calendarizzate e strutturate secondo una programmazione concordata in modo da garantire una presenza costante nelle aree bersaglio dell’intervento. “Fondamentale, a tal proposito, il coinvolgimento di operatori peer educator, cioè giovani accomunati dalle stesse problematiche ed esperienze vissute che, opportunamente formati nella prevenzione di comportamenti a rischio, fungono da facilitatori nel processo di sviluppo di un pensiero critico sui comportamenti che possono ostacolare il benessere fisico, psicologico e sociale e una buona qualità della vita di questi ragazzi”, si legge in una nota del Comune di Palermo.
Inoltre, si opererà per creare un ponte con i servizi già esistenti, sia comunali (specie quelli nel campo dell’inclusione sociale) che dall’ASP (quali ad esempio il Sert e la Neuropsichiatria infantile). Mentre, con riferimento alle procedure pubbliche di affidamento dei servizi previsti, gli uffici preposti valuteranno quelle da adottare sia in ragione dell’emergenza che del rispetto della normativa vigente in materia.
Il progetto, che avrà una durata di 12 mesi, è da considerarsi propedeutico a investimenti di lungo periodo che il Comune di Palermo intende programmare per garantire continuità agli interventi messi in campo. Già durante il periodo di svolgimento delle azioni in programma si intendono attivare, infatti, le risorse presenti nell’asse dedicato del PON METRO PLUS 2021/2027 per la creazione di servizi “a bassa soglia”, di facile accesso, ispirati ai principi della riduzione del danno e della presa in carico sociale, dove l’obiettivo primario sarà quello di migliorare la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari in luoghi dove sarà possibile anche confrontarsi.
“La parola chiave è alleanza per la prevenzione e per l’interdizione di un fenomeno drammatico che impegna a platea sociale, la comunità, perché subisce la violenza della droga. ma deve proprio per questo impegnare ancor prima le Istituzioni. A seguito degli allarmi dei mesi scorsi la Prefettura ha raccolto il segnale che proveniva e insieme al Comune, insieme all’ASP, insieme al mondo dell’associazionismo e del volontariato, abbiamo messo in campo una progettualità che funzionerà già dai prossimi mesi, una volta esitato il bando, che prevede la compartecipazione di questi soggetti ad un programma di prossimità territoriale che si unisce agli sforzi di prevenzione e di interdizione delle forze dell’ordine, ma che fornisce l’assistenza di prossimità ai ragazzi che fanno uso di droghe e in particolare di crack, alle loro famiglie e alle scuole”. Roberto Lagalla.
Di Francesco Militello Mirto e Victoria Herranz – EmmeReports