Il tanto discusso decreto-legge 31ottobre 2022, n.162, con l’Art. 633-bis, meglio conosciuto “anti-rave”, è stato convertito in Legge. Ma vediamo in dettaglio il suo contenuto:
“Art. 633-bis. – (Invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l’incolumità pubblica) – Chiunque organizza o pro-muove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento, è punito con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000, quando dall’invasione deriva un concreto pericolo per la salute pubblica o per l’incolumità pubblica a causa dell’inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello stato dei luoghi. È sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma, nonché di quelle utilizzate per realizzare le finalità dell’occupazione o di quelle che ne sono il prodotto o il profitto”.
Sabato pomeriggio in diverse città italiane, il popolo dei rave-party è sceso in strada per dare vita alla Smash Repression, per protestare a modo loro, ballando con la tipica musica techno, bevendo birra e vino in cartone insieme all’aranciata. Anche Palermo ha aderito alla manifestazione, con centinaia di ragazzi e anarchici provenienti da tutta la Sicilia. Il corteo, partito da Porta Nuova alle 16.00 e terminato a Porta Felice alle 22.00, ha sfilato per tutto il Corso Vittorio Emanuele, scortati dalle forze dell’ordine e davanti ai negozianti del Cassaro, non proprio contenti per via del disagio causato dalla street parade.
“Un rave è un’esperienza di vita, di celebrazione, l’esplorazione di uno stile di vita alternativo a quello che la società sempre più consumista ci impone, e, per molti aspetti, molto più vicino alla natura umana”, si legge nel comunicato scritto dagli organizzatori dell’evento. “La nostra è una rivoluzione che si balla, per sua natura pacifica e gioiosa. Il nuovo decreto mira a colpire, criminalizzare e punire: libertà, musica, arte ed unione. Le pene detentive previste per chi organizza i raduni non autorizzati sono senza precedenti, paragonabili a quelle inflitte per crimini ben più gravi. Ballare in una struttura abbandonata, nella sostanza, viene equiparato ad un atto terroristico”.
La cronaca e le diverse operazioni della Polizia di Stato, però, ci raccontano che non è sempre così, perché durante la maggior parte dei rave-party, i partecipanti vengono bombardati da casse dalla potenza di decine e decine di Kilowatt e per reggere consumano sostanze stupefacenti, in particolare MDMA, ecstasy, ketamina, LSD, popper, marijuana, crack e, naturalmente, alcool. Tutto fornito dai pusher che sono gli unici che guadagnano in questi contesti. Spacciatori che, è giusto ricordarlo, non sono lavoratori autonomi con Partita IVA, ma dipendenti della criminalità organizzata, la stessa contro cui molti dei ragazzi che partecipano ai rave, scendono in strada per manifestare in nome della legalità. Giusto per ricordarlo.
Di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports