Centinaia di attiviste femministe sono scese questo pomeriggio in piazza a Palermo per la giornata contro la violenza maschile sulle donne e di genere, contro la violenza patriarcale “che si consuma come una guerra sui nostri corpi” hanno dichiarato le organizzatrici.
Dall’inizio del 2022 sono 91 in Italia i femminicidi, i lesbicidi e i transcidi: una guerra consumata quotidianamente nello spazio pubblico così come nello spazio domestico.
“È la guerra sui nostri corpi la quasi totale assenza di consultori in Italia e soprattutto in Sicilia, quando invece ci si preoccupa di investire in finanziamenti detti “pro-vita”, in realtà anti-scelta. La Sicilia, la quinta regione più popolosa di Italia, ha solo 184 consultori pubblici su 5 milioni di abitanti. Nel nostro Paese ci sono troppo pochi consultori familiari rispetto ai bisogni della popolazione (1 consultorio ogni 35.000 abitanti sebbene siano raccomandati nel numero di 1 ogni 20.000) e ciò lascia alla deriva le persone più indigenti, tra cui i migranti. È guerra e violenza quella che subiamo da parte della Regione, che con l’81,6 per cento tra i ginecologi obbiettori, il 73 per cento tra gli anestesisti e oltre l’86 per il personale non medico non garantisce un aborto libero, sicuro e gratuito, abbandonandoci a spostarsi per abortire, rendendo questo diritto un privilegio di chi ha i soldi necessari per muoversi o a ricorrere a metodi clandestini e spesso mortali per abortire” hanno ricordato le attiviste di Non Una Di Meno Palermo rivendicando consultori ogni 20.000 abitanti, con tutto il personale necessario e liberi dai giudizi.
“Abbiamo voluto che il corteo fosse riempito da tutte le declinazioni della violenza patriarcale e dalla guerra capitalista che viene consumata tutti i giorni sui nostri corpi. Una violenza strutturale e sistemica, che va dalla violenza economica alla violenza sanitaria, dalla violenza psicologica alla violenza fisica sino al femminicidio e al transcidio”.
Dopo il concentramento a Piazza Bellini, il corteo ha ricordato le vittime della violenza del patriarcato con una sosta davanti al Palazzo del Comune di Palermo, per poi assistere alla performance delle attiviste di Our Voice che hanno danzato inscenando la natura tribale e animale. “Vogliamo decostruire ciò che non ci rappresenta più, vogliamo tornare alla nostra natura, vicini a quel mondo, il pianeta terra, che ci abbraccia nella nostra diversità” hanno dichiarato le attiviste.
Il corteo si è concluso davanti la Presidenza della Regione Siciliana dove sono state mostrate grucce insanguinate, perché “molti aborti casalinghi si praticavano proprio con l’aiuto di queste grucce, un intervento atroce e pericolosissimo effettuato ovviamente senza anestesia. Molte donne sono morte dopo aver contratto un’infezione tremenda, la peritonite. Con l’ altissima percentuale di medici obiettori corriamo il rischio di ritornare indietro e a ricorrere a metodi che metterebbero a rischio la nostra salute, la nostra vita” hanno ricordato le attiviste di Non Una Di Meno Palermo.
di Antonio Melita – EmmeReports