La generazione degli anni ’70 era più interessata ai film d’azione, ai movimenti di contestazione per il riconoscimento dei diritti e poco si affascinava al macabro o al genere horror. È anche per questo che il film di John Carpenter, “Halloween. La notte delle streghe”, quando nel 1978 arrivò nelle nostre sale cinematografiche, non riscosse un particolare successo. Si dovette aspettare la metà degli anni ’90 per vedere il rapido diffondersi del fenomeno commerciale Halloween e in particolare tra i giovanissimi, in quanto più esposti al bombardamento pubblicitario delle nuove tendenze provenienti dagli Stati Uniti. C’è da chiedersi, però, se si tratti solo di un fenomeno commerciale e mediatico o se, insieme ad una moda, venga veicolata una cultura esoterica che fa del mondo magico una proposta di fede.
Il nome deriva dalla forma contratta All Hallows’ Eve la cui traduzione è“Vigilia di tutti i Santi”, la festa cattolica che dal X secolo fu celebrata in Irlanda sovrapponendosi ad una ricorrenza pagana che costituiva l’inizio dell’anno. Essendo un popolo di pastori, infatti, i Celti concludevano l’anno con la fine dell’estate e il primo novembre, con l’arrivo del freddo, si ritiravano. Il culto di Samhain era un ringraziamento per la stagione fertile che era stata donata e si propiziava la divinità per esorcizzare i pericoli dell’inverno. La paura della morte, dunque, veniva liberata attraverso i festeggiamenti per la fine dell’anno trascorso e venivano compiuti dei rituali per inimicarsi i defunti che, si credeva, in quella notte avrebbero chiesto ospitalità nelle case, da lì la tavola imbandita per accoglierli. Quando gli Irlandesi nel XIX secolo emigrarono negli Stati Uniti a motivo della carestia, portarono con sé le tradizioni e i costumi della patria per mantenere, così, il loro senso identitario.
Il fenomeno dei nostri giorni, pertanto, recupera gli elementi della tradizione celtica uniti alla spinta commerciale, riscuotendo un enorme successo tra i più giovani, probabilmente, per alcuni fattori. Oltre alla macchina economica che ruota attorno ad Halloween, raggiungendo milioni di euro per la vendita di maschere e gadget tipici, la ricorrenza offre un particolare elemento di ordine psicologico in merito al fascino dell’horror, a motivo delle reazioni fisiologiche che procura lo stimolo terrificante.
In un tempo in cui si fa fatica a stare a contatto con le proprie emozioni e, in particolare con la paura di perdere il controllo, intuiamo che questa esperienza possa essere ricercata per le conseguenze che determina. Lo stress emotivo dell’horror ottiene il rilascio di ormoni come la dopamina, l’endorfina e l’adrenalina che provoca euforia, benessere, riduzione dello stress, stima di sé. La percezione è quella di avere superato una sfida, di avere controllato, e dunque esorcizzato, la paura e il limite stesso. Un effetto simile a quello di una droga che procura un picco di eccitazione e piacevolezza. L’esposizione all’horror in età precoce, dunque, andrebbe approfondito dal punto di vista psicopedagogico per coglierne i fattori di rischio
Questa dimensione viene usata quale esca per portare a particolari esperienze e così al mondo esoterico e magico, come se fosse una piattaforma per veicolare una mentalità neopagana. La partecipazione a rituali e a culti, dalla maggior parte viene vissuta senza consapevolezza, come se fosse un gioco divertente ma, spesso, si rivela come una iniziazione per adescare nuovi adepti.
Temi quali fantasmi e streghe, così come le parodie del culto cristiano, vengono propinati come scherzi divertenti e, man mano, la proposta può arrivare a fascinare attraverso la trasmissione di formule per spingere oltre la linea di confine che separa dal mondo magico ed esoterico e ottenere controllo sulla realtà e sugli altri e, così, affermare la propria volontà. Il cattolicesimo fa un’inversione di tendenza: in questi giorni coglie l’occasione per approfondire la bellezza della testimonianza dei Santi, torna a parlare della vita del Cielo e legando la festa di “Tutti i Santi” con la “Commemorazione dei Defunti” celebra la possibilità di una vita che non ha fine e che sconfigge anche la morte.
La storia diventa l’occasione per guardare con fiducia verso la meta e aprirsi alla vita con coraggio, attraversando le tempeste forti dell’amore. Lo sguardo rivolto ai Santi del Cielo rivela come l’umanità, che pienamente si lascia abitare da Dio, è resa capace di vivere in pienezza il potere dell’amore. L’esistenza è sempre questione di prospettive.
Di Fratel Mauro Billetta – EmmeReports