Da alcuni mesi abbiamo iniziato a raccontare una bella storia, quella della comunità di Campofiorito, un piccolo paradiso in provincia di Palermo, formato da circa mille anime che, attraverso una rassegna estiva, ha risvegliato il Cuegghié che vive dentro ognuno di noi. Gli abitanti di Campofiorito hanno accolto la sfida dell’inclusione, pensando a tutte le persone con disabilità e non come cittadini attivi che si arricchiscono reciprocamente attraverso la comunicazione e lo scambio delle reciproche diversità. Ogni cittadino, chiunque, o meglio Cuegghié può donare e ricevere la propria ricchezza e colmare la propria povertà sentendosi parte attiva di un paese accogliente e fiero. Cuegghié è la parte accogliente che c’è in ognuno di noi e al contempo la barriera culturale da abbattere perché tutti possano vivere autonomamente e in libertà la propria vita insieme agli altri.
L’ultima tappa di questo percorso che EmmeReports ha deciso di seguire e documentare è stata l’inaugurazione della nuova piscina inclusiva che, come ha spiegato Ninni Pecoraro, presidente della A.S.D. Ars Gymnica, società che gestisce l’impianto sportivo insieme all’A.S.D. Animosa Civitas Corleone, “rappresenta anche un’opportunità di lavoro per tanti giovani dei paesi della Valle del Belice”. Presso la nuova piscina inclusiva di Campofiorito verranno svolte tutte le attività previste dalla Federazione Italiana Nuoto Paralimpico, ma anche i corsi di formazione previsti dalla Federazione Italiana Nuoto, per il conseguimento dei brevetti di assistente bagnanti e i corsi per istruttori di nuoto.
“L’apertura del nuovo impianto sportivo coincide con la fine della prima rassegna dell’inclusività, ma non rappresenta la fine di un percorso, bensì l’inizio, perché l’apertura di questa struttura porterà tantissime persone a conoscere la nostra realtà inclusiva”, ha dichiarato Giuseppe Oddo, Sindaco di Campofiorito, anticipando la realizzazione di nuove opere, tra cui una seconda piscina dedicata alla riabilitazione, sempre nel rispetto dei criteri e del percorso di inclusività e accessibilità, voluto con la delibera del 4 gennaio 2022.
L’attenzione e l’accessibilità per tutti, viene dimostrata anche dalla presenza e dalla professionalità degli operatori della terapia TMA che, con il sorriso sui loro volti, accolgono i piccoli frequentatori nel nuovo impianto sportivo di Campofiorito, inaugurato il 10 settembre 2022.
“L’acqua è un attivatore emozionale, sensoriale e motorio che offre grandi benefici soprattutto nell’aspetto relazionale”, ha spiegato Debora Caldararo, coordinatrice della TMA della piscina di Campofiorito. La TMA (Terapia Multisistemica in Acqua – Metodo Caputo Ippolito) è una terapia capace di spingere il soggetto con disturbi della comunicazione, di relazione, autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo ad una relazione significativa. La TMA è multisistemica, perché valuta ed interviene sui diversi sistemi funzionali del bambino, ossia sul sistema relazionale, cognitivo, comportamentale, emotivo, senso-motorio e motivazionale. Nasce con l’obiettivo di inserirsi in un progetto riabilitativo globale, che cura in particolar modo gli aspetti relazionali, emotivi e di integrazione sociale. Le tecniche natatorie e le capacità acquisite durante l’intervento, vengono utilizzate come veicolo per raggiungere obiettivi terapeutici e attuare successivamente anche il fondamentale processo di socializzazione e integrazione con il gruppo dei pari.
“Il bambino in acqua inizia a relazionarsi con il proprio operatore, cosa che va poi a generalizzare in tutti gli aspetti esterni, anche nella vita quotidiana”, ha continuato Debora. “Instaurata una relazione significativa con il proprio operatore, il bambino si comincia a sentire più sicuro, più tranquillo, inizia ad esplorare, si lascia guidare e sperimenta nuove attività, che spesso sono precluse ai bambini nel luogo comune della disabilità e dell’autismo. Parliamo anche lo stesso contatto corporeo, l’abbraccio, lo stare insieme, l’aggancio oculare. Sono tutte delle funzioni che, in questo tipo di disabilità intellettive relazionali, spesso non avvengono. L’acqua che ci contiene, ci abbraccia, ci aiuta e ci spinge a poter potenziare questo aspetto. L’operatore TMA diventa la base sicura del bambino”.
Queste terapie in acqua, permettono in dieci mesi di raggiungere notevoli risultati che variano da bambino a bambino. Durante la nostra visita alla nuova piscina inclusiva di Campofiorito, abbiamo incontrato F., un papà di Corleone il cui figlio ha un’ipotonia delle lassità muscolare che condiziona la sua mobilità: “Questa è la terza volta che portiamo il nostro bambino nella piscina di Campofiorito, non avevamo mai fatto terapia in acqua, è una novità. Siamo fiduciosi. Mi sono documentato un po’ prima di affidare mio figlio a questo tipo di terapia. Secondo quello che ho letto, funziona, quindi abbiamo deciso con mia moglie di portarlo nella piscina di Campofiorito”.
Gli operatori TMA, già istruttori di nuoto e formati attraverso appositi corsi specializzati, hanno competenze psicologiche, mediche, psicomotorie, scienze umane e scienze motorie. Questo tipo di terapia prevede anche la figura di un supervisore di riferimento che gestisce tutta la programmazione terapeutica, con degli obiettivi da raggiungere a breve e a lungo termine, secondo la patologia del paziente. La supervisione avviene sia in presenza che in remoto, tramite dei video realizzati dai coordinatori della TMA e successivamente inviati al supervisore. Le famiglie dei pazienti sono costantemente aggiornate sui progressi delle terapie.
“Durante la pandemia, non potendo accedere alle piscine, portavamo i nostri pazienti a fare le terapie all’aperto, per continuare il lavoro relazionale e per dare sollievo alle famiglie” ha raccontato Debora, istruttrice di nuoto di Palermo da sempre specializzata nella disabilità. “Il momento più bello è quando ti conquisti lo sguardo del bambino e il suo abbraccio perché non è scontato”.
Nella volontà del Comune di Campofiorito c’è anche quello di creare il massimo delle sinergie con le realtà locali. Una di queste è la Diocesi di Monreale che ha un ufficio apposito per le disabilità, al cui interno c’è l’ufficio specializzato sull’autismo. Una scelta importante per supportare tutte quelle famiglie che non vengono raggiunte da nessuno e che si rifugiano nelle realtà ecclesiali per avere dei servizi spesso negati.
“Per me è un grosso piacere essere qui oggi, perché questo servizio ha il compito di favorire l’inclusione e l’integrazione delle persone con disabilità”, ha affermato Claudia Filippo, responsabile del servizio per le persone con disabilità della Diocesi di Monreale. “Durante la pandemia l’ambito della disabilità è stato molto colpito, costringendo le persone a rimanere in casa, senza poter usufruire dei servizi a disposizione. Il nostro compito è quello di garantire l’inclusione delle persone con disabilità nella vita sociale, nelle parrocchie e nella scuola. Fare tutto ciò che possa favorire il loro inserimento nella società, perché ne fanno parte, ne sono parte integrante ed è giusto garantire loro i servizi che possano permettergli di sentirsi sempre più inclusi e integrati. Mi sono impegnata per divulgare il più possibile, sia a livello diocesano sia a livello nazionale, quella che è la realtà di Campofiorito, che sta partendo veramente bene e che sta dando grandi risultati”.
Come spiegato dalla Dottoressa Filippo, la nostra società non ha ancora una mentalità inclusiva, si parla tanto e si fa ancora poco. Dunque è necessario un cambio di prospettiva. Durante le celebrazioni religiose, se partecipa una persona con sindrome dello spettro autistico, le loro reazioni durante la Messa magari infastidiscono alcuni fedeli che non capiscono che, in realtà, sono solo un loro modo di esprimersi. Una guida di accessibilità, ad esempio, permetterebbe alla persona autistica di vivere serenamente quella che è la funzione religiosa, storicamente aperta ed inclusiva a tutti!
L’eco del lavoro e dei sacrifici di chi ha permesso al Comune di Campofiorito di diventare il volano dell’inclusività e dell’accessibilità è arrivata sino a Palermo, impegnata in questi giorni, nella campagna elettorale che il 25 settembre darà un nuovo governo alla Sicilia e all’Italia.
“É un momento importante che racconta la grande sinergia che c’è tra la Città Metropolitana e i piccoli comuni come Campofiorito, che rappresentano una vera eccellenza in un’ottica di programmazione e di progettazione”, ha dichiarato Sabrina Figuccia, assessore al Turismo, Sport, impianti sportivi e Politiche giovanili del Comune di Palermo. “Questo è sicuramente un esempio concreto, una buona prassi che va raccontata negli altri comuni della nostra provincia, anche a partire dalla città di Palermo. Lo sport, che rappresenta uno degli strumenti più importanti per coinvolgere i giovani, soprattutto quelli con difficoltà, passa l’inclusione sociale. La realizzazione di centri come questo che mirano all’accessibilità, ma anche progetti di attivazione di flussi turistici, permettono ai comuni virtuosi come Campofiorito, di essere visti dai turisti o dagli stessi siciliani che, spesso, non conoscono realtà così produttive, così efficienti e che invece vanno raccontate, al di là di questi momenti di inaugurazione di centri di eccellenza, ma anche a partire dalla loro quotidianità”.
La bella storia di Cuegghié che abbiamo cercato di raccontarvi è solo ai primi capitoli. Siamo convinti che la comunità di Campofiorito scriverà ancora tantissime pagine di inclusione sociale, “contaminando” anche i paesi vicini e, chissà, anche le grandi metropoli!
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports