Tanti, troppi, i caduti delle Forze dell’Ordine a Palermo per mano di Cosa Nostra e che, ogni anno, vengono ricordati dai colleghi che ne hanno seguito l’esempio, indossando una divisa e scendendo ogni santo giorno in strada per tentare di contrastare una criminalità che, spesso, si confonde con una falsa legalità.
Anni duri per chi ha vissuto in prima linea la guerra di mafia, anche per i fotogiornalisti che, per poche lire, venivano inviati dalle redazioni, sui luoghi degli omicidi per scattare quelle foto diventate memoria storica di Palermo. Molti di loro, spesso, erano accolti a sassate e inseguiti, perché non graditi sulla scena del crimine. Ma in guerra tutto può accadere, sono le regole del gioco che si accettano, quando si mette una macchina fotografica al collo e si esce da casa.
Ieri mattina, la Questura di Palermo ha commemorato il Vice Questore della Polizia di Stato Antonino Cassarà e dell’Agente Roberto Antiochia, uccisi nel 1985 dalla mafia.
Il Questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, alla presenza dei familiari e delle autorità Civili e Militari, ha reso omaggio alla loro memoria, deponendo una corona di alloro, a nome del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Lamberto Giannini, presso la stele marmorea collocata in Piazza Giovanni Paolo II, a poca distanza da viale Croce Rossa, luogo dell’attentato.
“Oggi ricordiamo il sacrificio del Vice-Questore Ninni Cassarà e dell’Agente della Polizia di Stato Roberto Antiochia. Il fiuto investigativo di Cassarà è stato un punto di riferimento per il pool di magistrati antimafia e le sue indagini hanno avuto un ruolo di primo piano nell’istruzione del Maxiprocesso” ha dichiarato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. “Nel barbaro agguato di stampo mafioso di 37 anni fa, perse la vita anche Antiochia, giovane agente del quale si ricorda il coraggio e lo spirito di abnegazione nel condurre indagini al fianco del commissario di polizia Beppe Montana prima e proprio di Cassarà in seguito”.
Intanto, prosegue l’operazione congiunta tra l’Arma dei Carabinieri e le forze di polizia europee, cominciata nel mese di luglio e che terminerà a fine agosto. Interoperabilità, standardizzazione, scambio di informazioni, nel futuro delle polizie dell’Unione Europea, così come accade da diversi anni, nelle Forze Armate.
In questi giorni, infatti, nelle principali mete turistiche italiane, come Roma, Milano, Napoli, Palermo, Firenze e Venezia, è possibile vedere pattuglie miste di carabinieri e forze di polizia di altri paesi europei. A Palermo, fino a metà agosto, i Carabinieri sono affiancati da una collega della Gendarmeria Francese che dovrebbe facilitare i contatti tra i turisti stranieri e le autorità di polizia locali nonché, in caso di necessità, con le autorità diplomatiche e consolari. Da metà e fino a fine agosto sarà, invece, la Guardia Nazionale Repubblicana Portoghese a fornire supporto ai militari dell’Arma in analoghi servizi di pattuglia svolti per le vie del centro e altre aree cittadine connotate dalla forte presenza di turisti.
Come ha spiegato il Comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo, “la cooperazione fra forze di polizia europee costituisce, in quest’ambito, un importante strumento per il reciproco scambio di conoscenze, utili a gestire la rilevante presenza di turisti stranieri e, soprattutto, a perfezionare la risposta alle loro esigenze, garantendo anche l’assistenza linguistica necessaria per rendere più immediato il rapporto con le istituzioni”.
“É un servizio coordinato a largo raggio, che organizziamo solitamente nei luoghi di maggiore affluenza turistica, quali, ad esempio, il lungomare di Mondello, metà di movida palermitana” ha spiegato il Capitano Simone Calabrò, Comandante della Compagnia Carabinieri Palermo San Lorenzo. “Lo scopo è quello di fornire un’assistenza linguistica e un senso di vicinanza maggiore verso i turisti stranieri, valorizzare quella che è una delle nostre vocazioni istituzionali principali, la prossimità per le stazioni Carabinieri”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports