“Questi che portano sulle loro coscienze tante vittime umane, devono capire, devono capire che non si permette uccidere innocenti! Dio ha detto una volta ‘Non uccidere’! Non può uomo, qualsiasi, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio! Qui ci vuole civiltà della vita! Nel nome di questo Cristo, crocifisso e risorto, di questo Cristo che è vita, via verità e vita, lo dico ai responsabili, lo dico ai responsabili: convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio!” Le parole di Giovanni Paolo II contro la Mafia, pronunciate nella Valle dei Templi il 9 maggio 1993, riecheggiano ancora nella nostra memoria. Ventinove anni dopo il monito di Carol Wojtyla, il discorso con cui l’Arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice, ha chiuso il 368° Festino di Santa Rosalia, ci ha fatto ritornare nella Valle dei Templi, provocando nella maggior parte dei palermitani onesti, brividi ed emozione.
“Rosalia ci ricorda che l’inverno è la tentazione dello scoraggiamento e della depressione di fronte alle ferite e ai mali che assalgono la città. Ogni inverno deve passare” ha detto Lorefice. “Sogna, Palermo, ci dice la nostra Rosalia, Sogna perché i tuoi figli hanno bisogno di sentire la melodia del loro futuro. Non c’è cattiva stagione, peste o pandemia a cui possiamo consentire di metterlo a tacere”.
“Se Lucia, se Agata, se la nostra Rosalia, se il Beato Pino Puglisi hanno fatto della loro stessa vita un canto, se i nostri fratelli martiri delle mafie, non hanno fatto altro che cantare una Palermo ricolma di aria pulita, di dignità, di coraggio, allora cosa mai potrà toglierci questa capacità, questa volontà di cantare?” ha continuato l’Arcivescovo di Palermo. “Alzati, Palermo, fammi sentire la tua voce, ci dice la nostra Rosalia. È un invito stupendo, come quello rivolto da Gesù ad ogni donna piegata, ad ogni uomo piegato. Oggi Rosalia ci invita a ritrovare la grandezza della nostra terra, dono del Creato. A sentire di nuovo i profumi della Conca d’oro, delle zagare, delle arance, delle rocce di Monte Pellegrino da cui ci affacciamo per riempirci gli occhi e il cuore. A puntare lo sguardo sulla ricchezza della nostra storia, per scorgere i fiori seminati nei campi della vita da tutti coloro che hanno vinto l’inverno della cattiveria e del sopruso”.
“È Rosalia che ci dice, Palermo mia, ricordati dei tuoi figli. Ricordati stasera che Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, gli agenti della loro scorta, Carlo Alberto Dalla Chiesa e tutti gli altri, Mattarella, La Torre, Chinnici, Cassarà, hanno seminato la loro vita nella tua terra perché nascessero i fiori della giustizia, della bellezza, della gioia di vivere” ha gridato Lorefice dal palco allestito a Piazza Marina. “Ricordati, Palermo, che l’inverno del sopruso, della mafia, dei depistaggi, delle connivenze, delle collusioni, della rassegnazione e dello scoraggiamento non è la tua stagione”.
“E tu Palermo, tu porto e riparo delle genti, devi levare per prima il canto che trasforma le voci di lutto in voci di gioia, il canto che sovrasta la voce dei potenti e dei violenti, insensibili al dolore e sensibili solo ai ‘piccioli’ e al profitto, per far cominciare un tempo nuovo di fraternità e di pace” ha aggiunto il Monsignore. “Il sogno di Palermo è scritto nella sua vocazione. Una vocazione di capitale non più solo di arte e di cultura, ma di nuova umanità. Capitale di accoglienza, di relazione, di inclusività: città grande per i piccoli e per i senza voce. Intercedi presso il Padre di ogni creatura, perché si spezzino a Palermo le catene della mafia e dell’ingiustizia, il potere omicida dei trafficanti di droghe sempre più illusorie e devastanti, perché Palermo sia la città dove si vive e si muore dignitosamente, la città del canto, della bellezza e del riconoscimento dell’altro perché non smettiamo mai di credere, di amare e di sognare”.
Il Festino di Santa Rosalia appena terminato, è stato il primo con il nuovo sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. “È stato un Festino emozionante, partecipato e dal sapore di una definitiva ripartenza per tutta la città” ha dichiarato il primo cittadino. “Voglio ringraziare l’Arcivescovo Corrado Lorefice, in particolare per il suo messaggio ai cittadini palermitani, il Prefetto, il Questore, i rappresentati delle Forze dell’ordine e della polizia municipale e le donne e gli uomini della Croce Rossa e della Protezione Civile che hanno permesso di vivere il Festino in sicurezza e in un clima di gioiosa partecipazione e quanti hanno contribuito all’organizzazione e alla realizzazione del Festino, che ha visto aggregarsi attorno alla richiesta del Comune le tante istituzioni culturali e gli artisti della nostra città che hanno espresso qualità, per ciò che hanno prodotto, e generosità. Così come voglio ringraziare tutte le maestranze, gli artigiani e chi ha contribuito al traino del carro e gli sponsor pubblici e privati che hanno permesso di mettere in piedi in pochi giorni un Festino nato all’insegna della coralità. Credo che quella di ieri sia stata una emblematica e simbolica convergenza di disponibilità, impegno e lavoro. Mi auguro che tutto questo possa essere da stimolo e, soprattutto, una promessa per la nostra città”.
Di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports