Quello che si sente in piazza Santocanale e dentro il Santuario, è un profumo di zagara, rose, legno e candele di cera. Sembra che il tempo si sia fermato e, se chiudiamo gli occhi, riusciamo a vedere le donne con gli scialli in testa, intente a pregare, mentre fuori le cicale cantano sugli alberi. Ci troviamo a Cinisi, ad una trentina di chilometri da Palermo, a molti di noi familiare per essere stato la nostra casa estiva. Il piccolo paese è noto anche per i ‘cento passi’ che c’erano tra la casa di Peppino Impastato e il boss mafioso Tano Badalamenti.
La piccola località vicina l’Aeroporto Falcone Borsellino, da quest’anno, è nota anche per ospitare una Santa, Maria di Gesù Santocanale, canonizzata da Papa Francesco, dopo la beatificazione avvenuta il 12 giugno 2016.
Nata a Palermo, da una famiglia aristocratica, Maria di Gesù Santocanale decide di abbandonare le comodità per dedicarsi agli ultimi. Rifiuta matrimoni combinati e, l’8 febbraio 1887, all’età di 35 anni, ottiene da suo padre il permesso di farsi suora. A giugno riceve il saio nero delle Terziarie francescane regolari e, nei mesi successivi, la seguono tre compagne, il primo nucleo delle future suore cappuccine dell’Immacolata di Lourdes.
Suor Maria di Gesù inizia la questua per aiutare i poveri e fa la catechesi a decine di ragazzi lontani dalla Chiesa, come dalla scuola. Fonda un orfanotrofio per le bambine, un asilo nido, una mensa per gli indigenti, una scuola di ricamo per le ragazze ed è vicina agli anziani soli, non solo con l’assistenza puramente spirituale. L’8 dicembre 1909, la Congregazione viene finalmente approvata dal vescovo di Monreale e aggregata all’Ordine dei frati minori cappuccini.
Come ci ha spiegato Suor Giusy Di Dio, Madre Generale delle suore cappuccine, per essere riconosciuta Santa, la Chiesa deve approvare almeno due miracoli compiuti per intercessione divina. Proprio a Cinisi è accaduto quello che, la Congregazione delle Cause dei Santi, ha riconosciuto come primo miracolo e per cui Suor Maria di Gesù, il 12 giugno 2016, è stata dichiarata Beata.
Siamo nel 2003, quando un giovane operaio, Andrea Cracchiolo, rimane completamente illeso, dopo essere caduto sul cemento, da un’altezza di undici metri mentre stava lavorando alla costruzione del lucernario nella cappella in cui sarebbero stati posti i resti di Madre Maria. Come si legge nei documenti del processo di beatificazione, il giovane operaio di Cinisi, ha raccontato di essersi sentito preso tra le braccia e di essere stato adagiato sul pavimento.
Ma è il secondo miracolo riconosciuto, che porta alla definitiva canonizzazione della Santa di Cinisi, che riguarda Aneta Maria Romanek, laureata in lingue straniere e insegnante di inglese, di origine polacca e sposata con un elettricista di Terrasini, affetta da tre patologia gravi, tra cui la menopausa precoce diagnosticata durante l’adolescenza.
“I due giovani si sono sposati consapevoli che non potevano avere figli. Col tempo, il Signore gli ha fatto capire che dovevano pregare e si sono rivolti alla nostra fondatrice, dove tantissime coppie vanno per ricevere il dono dei figli, la grazia di avere un figlio. Nel giro di pochi mesi, Aneta è rimasta incinta” ci ha spiegato Suor Giusy Di Dio.
“Durante la mia adolescenza mi hanno diagnosticata una menopausa precoce e, quindi, l’impossibilità di avere bambini, assieme ad altre due patologie autoimmuni” ha raccontato Aneta Maria Romanek. “Io e mio marito ci siamo conosciuti quando avevo 19 anni. Gli dissi subito che non potevo avere bambini, ma eravamo innamorati e ci sentivamo responsabili l’uno per l’altro. Abbiamo continuato a frequentarci, poi ci siamo fidanzati e poi sposati. Abbiamo sempre creduto che il Signore avrebbe avuto per noi un’altra strada, per fare di noi una coppia felice, anche senza bambini”.
“Durante i primi cinque anni di matrimonio, ho continuato a fare la mia terapia ormonale sostitutiva” continua Aneta che, dopo dieci anni di farmaci, all’età di 27 anni, su consiglio del suo ginecologo di Terrasini, smette di prenderli, perché essendo giovane avrebbe potuto deteriorare la situazione del corpo a livello ormonale. I coniugi, su suggerimento di un’amica, si recano in pellegrinaggio al Santuario della Beata Maria di Gesù e lì incontrano una religiosa delle suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes.
“Nella cappella ci accoglie Suor Salvina, che ci accompagna nella stanza della Beata Santocanale, ci fa sedere sul suo letto e ci racconta la sua vita” ha spiegato Aneta.
“Raccontiamo a Suor Salvina la nostra storia, spiegando il nostro problema e le diciamo che dentro di noi continua a esserci il desiderio di avere dei figli e che magari il Signore può essere così buono e aiutarci” ha aggiunto Aneta. “All’inizio non abbiamo osato chiedere la grazia al Signore, perché conoscevamo la nostra condizione, ci siamo sposati consapevoli di questo. Ma un desiderio si è svegliato dentro di noi e abbiamo cominciato a pregare con più coraggio, sapendo che, anche per noi, ci sarebbe stata ugualmente una vita, un progetto”.
I due coniugi pregano ogni giorno, chiedendo l’intercessione della Beata Santocanale. Pochi mesi dopo scoprono di aspettare il loro primo figlio.
“É stata una grande gioia, è iniziata una nuova vita” ha spiegato Aneta “Una cosa unica, un miracolo! Poco dopo abbiamo provato ad avere un altro bambino e dopo sei mesi sono rimasta di nuovo incinta. I medici mi dissero che era una cosa inspiegabile, perché non potevo avere figli. Anche il mio ginecologo, che mi aveva tolto la terapia ormonale sostitutiva, mi disse che non era una cosa possibile”. Proprio il ginecologo di Aneta, il dottor Palazzolo di Terrasini, afferma che questo strano caso non è riconducibile a nessun intervento umano e scientifico.
“Si è aperto un processo diocesano a Monreale, in cui, nella fase iniziale sono state accolte tutte le testimonianze, comprese quelle di alcuni medici che hanno valutato la situazione” ha spiegato Suor Giusy Di Dio. “Il caso va a Roma, dove una consulta di sette medici su sette lo ritengono inspiegabile scientificamente. Quindi viene discusso da teologi e cardinali. Superate tutte queste tappe, il caso è arrivato a Papa Francesco che ha confermato il miracolo. Intanto Aneta aspetta un terzo figlio, una bambina a cui darà il nome della Santa, Carolina”.
“C’è chi può credere che è stato un miracolo, c’è chi può credere che non lo sia stato, per noi lo è stato perché abbiamo escluso questa possibilità dall’inizio” ha detto Aneta a EmmeReports. “Ho creduto sempre al parere dei medici, facendo tutti gli accertamenti, anche durante l’adolescenza. Siamo stati atei anche noi, non abbiamo iniziato a chiedere questa grazia subito, pensavamo che andava bene così. Poi c’è stato questo risveglio nella fede, anche nel percorso del nostro matrimonio”.
Per celebrare la definitiva canonizzazione della Santa di Cinisi, Igor Scalisi Palminteri ha realizzato un nuovo murale davanti il Santuario di Santocanale.
“Il mio cuore è sempre molto coinvolto, perché sono stato un frate per sette anni, quindi questa è la mia comunità, sembra di ritornare in famiglia, con tutti quei ricordi belli” ha affermato il celebre artista di Terrasini. “Realizzare questo murale rappresenta l’amore che provo nei confronti delle suore cappuccine, verso quel carisma francescano che è una delle cose più belle che il mondo contemporaneo possa ancora avere. La cosa più bella che ha messo in atto Francesco, non è tanto la povertà, ma la fraternità, un valore che non tramonterà mai. Questa fraternità è la cosa che mi fa commuovere oggi, dopo aver incontrato i miei fratelli e le mie sorelle, dopo che sono stato lontano, per sette anni, facendo il pittore. Non ho mai smesso di avere Fede e di credere in Dio. La mia ricerca è sempre intrisa di spiritualità e di sacralità. Quando dipingo, i valori e i temi che mi muovono, sono sempre gli stessi”.
Abbiamo iniziato questo articolo, parlando del profumo che si percepisce vicino e dentro il Santuario di Cinisi e abbiamo voluto concludere allo stesso modo, parlandone con l’artista che ha realizzato il murale di Santocanale.
“Questo profumo speciale di cui tu parli è quello che le nostre narici non sono più abituate a sentire” ha spiegato Igor Scalisi Palminteri. “É un profumo di sacralità, che va oltre ogni confine, che questa società deve recuperare. Questo profumo è straordinario, perché è la base della fraternità, dell’uguaglianza”.
Di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports