La corsa alle elezioni regionali in Sicilia è iniziata. Dopo la sonora sconfitta del centrosinistra alle amministrative di Palermo, il Partito Democratico propone per le primarie, un nome pesante e importante, quello del magistrato ed europarlamentare, Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco Chinnici, ucciso dalla Mafia il 29 luglio 1983. Palermitana, dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza a soli 21 anni e deciso di intraprendere la carriera di magistrato, trascorre la sua vita professionale dentro i tribunali di Caltanissetta e Palermo e occupandosi, in particolar modo, di minori, di criminalità organizzata mafiosa, di norme anticorruzione, di giustizia, di sicurezza e di terrorismo.
Mare mosso, invece, nel centrodestra, dove, ancora, non si conosce il nome di chi dovrebbe occupare la poltrona di presidente della Regione Siciliana a Palazzo d’Orleans. A destabilizzare ancora di più il ‘quieto vivere’ tra i partiti del centrodestra, le dichiarazioni del Governatore della Sicilia, Nello Musumeci, rilasciate durante la conferenza stampa del 23 giugno.
“Sono un presidente scomodo in una terra che finge di volere cambiare” ha esordito Musumeci. “Nei prossimi giorni si riuniranno a Roma i leader del centrodestra. Ho detto alla mia leader, Giorgia Meloni, che ringrazio per la tenacia, la perseveranza, la passione con cui ha difeso il diritto alla mia ricandidatura, che se il mio nome risultasse divisivo sarò pronto a fare un passo di lato. Se tutto questo può servire all’individuazione di un candidato unitario. Quando lo avranno trovato me lo presenteranno e tutti saremo felici di poterlo sostenere”.
“Per Musumeci la colpa è solo dei siciliani. Epilogo malinconico di un uomo che non sa ammettere i propri errori” ha commentato Claudio Fava, deputato regionale e candidato alle primarie del centrosinistra.
“Ho detto che sono pronto a togliere il disturbo, ma la mia non è una resa, io non mi sono mai arreso, tranne quando il Padre Eterno ha voluto chiamarsi mio figlio” ha continuato il presidente della Regione Siciliana. “Non so cosa sia la parola resa. Io non mi dimetto. Non lascio, ho un impegno con il popolo siciliano, che ho assunto quando mi ha eletto e, fino all’ultimo giorno, servirò la mia regione e il popolo siciliano nei loro legittimi interessi, rimanendo con la schiena dritta e con la stessa integrità morale e lo stesso entusiasmo del primo giorno. Andrò in giro per la Sicilia, in lungo e in largo, a programmare, aprire cantieri, inaugurare nuove opere”.
Riferimento esplicito di Musumeci al suo intervento al Teatro Antico di Taormina, durante la serata di gala del Taobuk, in cui il presidente della Regione è stato preso di mira dalle battute di Ficarra e Picone in merito alla situazione disastrosa delle strade siciliane.
“Parlando della condizione disastrosa delle strade, mi hanno fatto un favore. Perché la Regione di tutto si occupa tranne di strade, sono di competenza delle province o dello Stato, dunque del M5S” ha spiegato Musumeci. “Abbiamo fatto battaglie contro il governo centrale, il M5S ha un sottosegretario siciliano alle infrastrutture. La competenza è del PD e di tutte le altre forze politiche che lo sostengono questa”.
“In quest’ultimo anno ho subito attacchi indicibili dal fuoco amico, preoccupato più a delegittimare il presidente della Regione che ad attaccare le opposizioni” ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, riferendosi quasi sicuramente, a Gianfranco Micciché, altro ‘player’ importante sulle sorti politiche della Sicilia. “Ho avuto ottimi rapporti con i segretari dei partiti della coalizione, fino a qualche mese fa. Pur risultando vincente in tutti i sondaggi, per alcuni miei alleati rimango un presidente divisivo e ricevo attacchi, è un paradosso nella terra dei paradossi. Non dimenticate Sciascia. Non dimenticate Pirandello”.
Musumeci ha concluso affermando che ‘qualcuno’ dice di lui che “non fa toccare palla”, che “non parla con i partiti”. “Ci sono palle e palle. Ci sono palle di diverso colore, di cuoio, di plastica, di gomma. Ci sarà un momento per parlare delle palle, di quelle che si possono toccare e di quelle che è pericoloso toccare. Siamo in Sicilia eh. Io ho detto tutto quello che dovevo dire. Spero che mi si dica presto, se non dovessi essere io il candidato del centrodestra alla Presidenza della Regione, la verità. Ma forse se qualcuno dicesse la verità, il centrodestra pregiudicherebbe la prossima vittoria”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports