È il 1° marzo 2021, quando il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nomina il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, nuovo Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19. Un’extrema ratio per rimediare agli errori commessi dal suo predecessore Domenico Arcuri, voluto dal Giuseppe Conte.
“Dopo l’estate, quando si pensava che tutto fosse passato, è arrivata la recrudescenza di ottobre e siamo dovuti ripartire con la terza dose” ha spiegato il Generale Figliuolo, intervenuto ieri mattina a Palazzo Steri, per parlare dei valori militari al servizio del Paese nel contrasto alla pandemia. “A livello logistico, eravamo preparati molto bene, anche se avevo dato la possibilità di smantellare un terzo degli Hub. Abbiamo dimostrato che la macchina e l’organizzazione erano solide. Con le terze dosi, in gennaio abbiamo fatto dei numeri straordinari, arrivando a oltre 700000 inoculazioni al giorno”.
Il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, ha maturato esperienze e ricoperto molteplici incarichi nell’Esercito, tra cui il comando del Contingente nazionale in Afghanistan, nell’ambito dell’operazione ISAF, il comando delle Forze NATO in Kosovo e, oggi, il comando del COVI (Comando Operativo di Vertice Interforze).
“Il Comando Operativo di Vertice Interforze ha fatto da collante per tutto ciò che riguarda l’organizzazione e la gestione delle tre Forze Armate e dei Carabinieri” ha spiegato Figliuolo. “Oggi, come ieri, il COVI si occupa di tutte quelle che sono le missioni in Italia e all’estero nei cinque domini, terra, aria, mare, cibernetico e spaziale. Che, vedendo quello che accade in Ucraina, ha una grande rilevanza. Quindi è un comando capace di organizzare e condurre manovre nelle cinque dimensioni e di dare il proprio ausilio, sia al vertice della Difesa, sia a quello politico”.
Il Generale Figliuolo ha ricevuto la Membership Onoraria della Società Italiana di Storia della Medicina, conferitagli durante una cerimonia tenutasi presso la sala teatro della Caserma Ruggero Settimo, parte del complesso storico del cinquecentesco convento di San Francesco di Paola, oggi uno degli edifici di interesse storico dell’Esercito a Palermo.
“Qui a Palermo, è stato davvero un piacere poter condividere quello che è stato fatto nei tredici mesi, ma, soprattutto, i valori e mettere al centro gli Italiani” ha dichiarato il Comandante del COVI. “Io sono un Italiano che ha cercato di fare, con la propria squadra, con il supporto delle Forze Armate, delle Regioni, delle Province autonome e delle autorità centrali, una campagna vaccinale senza eguali, che ha portato l’Italia ai primi posti in Europa e nel mondo, ma, soprattutto, che ha dato, a tante persone, la possibilità di salvarsi o comunque di attenuare gli effetti di questo virus davvero infido. Poterlo fare qui a Palermo, anche in streaming, lasciando poi una testimonianza a tutti gli studenti, è una cosa molto positiva, perché loro sono il nostro futuro e devono avere quanto più possibile, degli elementi di riferimento e degli strumenti, per poi poter valutare, quello che è successo anche in una stagione particolare, come quella dell’emergenza”.
Il Generale ha spiegato che la Sicilia, partita a rilento, ha trovato subito la via e gli strumenti adatti. “Ho trovato tanta gente capace e volenterosa, come le autorità regionali, l’assessore alla sanità” ha continuato l’ex Commissario Nazionale all’emergenza Covid-19. “Sul territorio hanno fatto molto le ASL e i sindaci, che hanno dato una grossa mano alla campagna, lavorando in piena sinergia con le squadre che la Difesa sanitaria ha messo a disposizione”.
Figliuolo ha spiegato che sono stati fondamentali, per la campagna vaccinale, la competenza, la serietà e gli aspetti valoriali di chi l’ha condotta, ma anche i legami di tenuta, la fiducia reciproca, la disciplina delle intelligenze, ovvero, “essere sicuri che quando si dà un’indicazione, questa venga eseguita nel migliore dei modi”.
“L’aspetto fondamentale è stato andare sui territori, verificare i processi, controllare che le indicazioni date siano state comprese, soprattutto, che coloro i quali dovevano mettere in atto, avessero le risorse a disposizione” ha aggiunto il Generale Figliuolo, spiegando quanto sia stata utile la flessibilità, requisito che le Forze Armate hanno nel proprio DNA, per gestire la campagna vaccinale.
Il Comandante del COVI, prima di iniziare la visita di Palazzo Steri, si è congedato dai giornalisti presenti alla conferenza stampa, parlando di quello che potrebbe accadere in autunno.
“La scienza ci dice che il virus c’è, circola, ovviamente, anche in questo momento, ma è molto attenuato, la campagna vaccinale ha fatto la sua parte” ha dichiarato Figliuolo. “È probabile che in autunno ci possa essere qualche recrudescenza, però sicuramente la copertura vaccinale del ciclo completo e soprattutto delle tre dosi, ci danno molta fiducia, ci danno un orizzonte sereno. Le autorità scientifiche decideranno cosa fare e si stanno preparando qualora ci sarà bisogno, per i più anziani e per i più fragili, di una quarta dose. C’è una parte della struttura che è rimasta a lavorare, fianco a fianco, con i tecnici del Ministero della Salute, quindi lo Stato si farà trovare pronto”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports