La campagna elettorale appena conclusa, che decreterà il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale di Palermo, ha visto tanti colpi di scena, dai toto-nomi agli arresti degli ultimi giorni, provocando solo confusione e aumentando il disinteresse dei cittadini, forse distratti dalla finalissima dello Stadio Renzo Barbera, tra il Palermo e il Padova, incontro valido per la promozione in serie B.
Proprio la concomitanza con le elezioni e l’eventualità di non assistere al tanto atteso evento calcistico, potrebbe avere causato le rinunce di coloro che, questa mattina, non si sono presentati alle sezioni elettorali, per ricoprire l’incarico di scrutatore o presidente di seggio.
“In relazione alla situazione determinata dalla rinuncia da parte di soggetti nominati a svolgere la funzione di presidenti del seggio, mentre si sta cercando di ovviare alle conseguenze di questo irresponsabile comportamento, l’amministrazione comunale sta inviando gli atti alla Procura della Repubblica, per ogni azione di competenza finalizzata all’accertamento di responsabilità di natura penale” ha spiegato, questa mattina, l’amministrazione comunale.
“Dispiace leggere alcune dichiarazioni da parte di esponenti politici che cavalcano per fini elettorali i disagi e i problemi derivanti dalla rinuncia di decine di soggetti nominati tanto dalla Corte d’Appello, quanto successivamente dall’amministrazione comunale, per svolgere la funzione di presidenti di seggio” ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando. “La situazione che si è determinata in queste ore, a causa del comportamento irresponsabile di alcune persone chiaramente individuate e che saranno denunciate all’Autorità giudiziaria, è indubbiamente seria, ma l’amministrazione comunale sta mettendo in campo ogni soluzione possibile in sinergia con il Ministero dell’Interno e con la Prefettura, per garantire a tutti i cittadini il diritto al voto. In questo momento servono responsabilità e rispetto delle istituzioni. Sono inaccettabili gli attacchi nei confronti degli organi competenti, attacchi che rischiano di nascondere le responsabilità che verranno accertate dall’Autorità giudiziaria di quanti hanno rifiutato, senza giustificato motivo, la nomina”.
Questa mattina, presso il Circolo Didattico Rapisardi di Palermo, hanno votato i principali candidati che si contendono la poltrona di primo cittadino. Franco Miceli, candidato del centrosinistra, è arrivato intorno alle 10 e, dopo aver aspettato regolarmente il suo turno, ha espresso il suo voto. Subito dopo ha incontrato i giornalisti, fuori la sezione.
“Quello che è successo un fatto gravissimo. Ieri sera 174 presidenti hanno rinunciato al loro incarico” ha dichiarato Miceli. “Ho parlato col prefetto, chiedendo un immediato intervento e una soluzione al problema. Ancora in questo momento ci sono seggi che non sono stati insediati. Colgo l’occasione per esprimere la mia solidarietà, per il lavoro svolto dai dipendenti comunali questa notte, che hanno notevolmente abbattuto l’assenza dei presidenti, ricercando soluzioni tempestive. La situazione non è al completo. Credo che bisogna fare qualsiasi sforzo necessario per consentire la tranquilla prosecuzione al voto”.
Anche Roberto Lagalla, accompagnato dai suoi figli, si è recato a votare il Rapisardi di Palermo, tra strette di mano e selfie con i suoi sostenitori. “Condizionare o limitare l’esercizio del voto è cosa estremamente grave, che sfiora necessariamente i temi della tenuta civile della nostra comunità” ha commentato il candidato del centrodestra. “Io sono convinto che si riuscirà, grazie all’intervento delle autorità, a risolvere questo problema e pertanto invito tutti i cittadini a esercitare, comunque, il proprio diritto o dovere di voto, anche se questo è stato condizionato e addirittura negato. Forse non abbiamo sbagliato nel dire che questa amministrazione deve andare a casa e che ogni proposta, che vada in continuità, ovviamente non può che trovare l’opposizione della città e certamente quella nostra, che intendiamo cambiare e cambiare nel meglio”.
Sino alle 12 di oggi, 38 sezioni elettorali su 600, erano ancora chiuse, nonostante l’invito del Viminale a eleggere un presidente tra gli scrutatori presenti. Offerta rifiutata, per mancanza di un’adeguata preparazione e per timore di prendersi una responsabilità.
“Voto negato ai cittadini. In atto tentativo di sovvertire l’ordine democratico. Faremo esposto alla Procura della Repubblica” ha dichiarato Carolina Varchi, di Fratelli d’Italia. “Il Comune di Palermo non ha garantito il corretto svolgimento delle operazioni di voto. Molti seggi non sono ancora regolarmente costituiti. La sinistra palermitana, per tutta la campagna elettorale, non ha fatto altro che buttarla in caciara con attacchi strumentali. Non abbiamo assistito ad una campagna elettorale fatta sui programmi, ma solo sull’infangare l’avversario. Per dieci giorni il Comune di Palermo non è stato in grado di gestire un attacco hacker, che ha rallentato le operazioni prodromiche all’appuntamento elettorale”.
Questo pomeriggio, a seguito della nomina da parte del Comune di Palermo degli ultimi 13 presidenti delle sezioni elettorali mancanti, tutte le 600 sezioni elettorali previste in città, sono state insediate, senza che sia stato necessario procedere ad alcun accorpamento tra di esse. Nonostante l’amministrazione comunale, abbia scongiurato l’annullamento del voto palermitano, si cerca di capire quali siano state realmente le motivazioni di questa defezione di massa da parte dei presidenti di seggio. La concomitanza con la finale dei Play Off o un tentativo strategico da campagna elettorale?
Di tutt’altro avviso è Mariangela Gangi, ex candidata a sindaco di Palermo, ora candidata al Consiglio Comunale. “Siamo tutti sconvolti quando i caporali pagano i braccianti 3 euro l’ora, ma non diciamo niente quando lo Stato paga 3 euro l’ora i Presidenti e le Presidentesse di Seggio e anche meno gli scrutinatori e le scrutinatrici!” ha dichiarato la Di Gangi, “Il caos di oggi è solo colpa del ‘Caporalato di Stato’, di chi pensa che 280 euro per quattro giorni di lavoro pressoché ininterrotto siano una cifra decente da spendere nel momento chiave della democrazia. Siamo tutti indignati per quanto sta avvenendo, ma se lo Stato a tutti i livelli riflettesse sulle proprie colpe prima di lanciare strali, si potrebbe pensare a come evitare simili disastri in futuro”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports