L’associazione InOltre Alternativa Progressista, attiva a livello nazionale nella costituzione di policy paper, tavole rotonde e proposte di legge di carattere sociale, in occasione della visita al Parlamento Europeo, ha presentato una proposta di legge sul salario minimo agli europarlamentari del Partito Democratico Franco Roberti, Simona Bonafè, Pierfrancesco Majorino e Massimiliano Smeriglio.
L’Italia è tra i pochi Stati Europei che non ha ancora legiferato compiutamente sul tema della retribuzione minima ed è in forte ritardo rispetto ad altri paesi vicini, come Francia, Germania e Spagna. L’associazione InOltre Alternativa Progressista ha quindi deciso di cimentarsi nella stesura di un testo legislativo, dopo aver avviato un dibattito con diverse associazioni nazionali e massime confederazioni sindacali, prendendo spunto dal modello francese sul ruolo e la composizione della commissione di adeguamento e a partire da una riflessione sugli articoli 36 e 39 della Costituzione italiana, rispettivamente incentrati sulla retribuzione minima e dignitosa e sul tema della rappresentanza sindacale.
Il testo poggia sulla convinzione, che in un contesto come quello italiano, dove si ha una copertura di contrattazione collettiva pari all’80% (seppur con contratti siglati anche a 5.50 euro l’ora), non si può che intraprendere una strada ibrida che conduca a rinvigorire il contratto collettivo, come strumento principe della definizione dei minimi contrattuali (esigibilità universale dei contratti collettivi) e prevedere per i settori scoperti il salario minimo legale. Si propone una preminenza del salario minimo contrattuale, in carenza del quale subentra il salario minimo legale, entrambi comunque non inferiori a 10 euro lordi l’ora. Altri ambiti su cui si interviene nel testo di legge riguardano: la scelta del contratto leader di settore e la definizione dei perimetri contrattuali fra CCNL; la misurazione della rappresentanza sindacale e datoriale; la commissione di adeguamento per il salario minimo; la partecipazione agli utili da parte dei lavoratori; gli sgravi fiscali a favore delle imprese; le sanzioni e il controllo da parte dell’Ispettorato del lavoro; l’abrogazione dell’art. 8 del decreto Sacconi, al fine di evitare la derogabilità a livello territoriale dei contratti collettivi e di riportare a unità un sistema frammentato e disgregato del mondo sindacale (moltiplicazione dei contratti collettivi, sindacati gialli).
Si sottolinea poi nel testo, anche la necessità di tutelare i c.d. “collaboratori eterodiretti ivi compresi quelli degli ordini professionali”. Tanti giovani nel mondo del lavoro autonomo d’impresa risultano infatti scoperti dietro la retorica della pseudoformazione, che ha il solo scopo di abbassare i costi del lavoro e incrina i diritti di un’intera generazione, che non ha neanche più la possibilità di progettare il proprio futuro, poiché priva di libertà economica. L’assenza di disciplina sul tema ha portato al dilagare di rimborsi da fame, volontariato coatto, lavoro gratuito e part-time involontario.
“Sono orgogliosa di far parte di un gruppo di attivisti, quale quello di InOltre. La nostra proposta di legge vuole essere un’azione concreta in ambito delle politiche del lavoro” ha dichiarato Rita Stella Bosco, socia InOltre, in rappresentanza della regione siciliana). “Si parla tanto delle necessità presenti in quest’ambito, ma ancora poco delle modalità con cui intervenire per garantire tempestivamente una riforma. All’interno del testo di legge, sono state previste delle misure di tutela per il lavoratore e per il datore di lavoro; la flessibilità finora esercitata ha portato soltanto ad assumere posizioni all’interno di un gioco di forza che non garantiva un rapporto tra lavoratore e impresa sano. La forza di un rapporto di lavoro va ricercata e trovata, invece, in una legge come quella del salario minimo che rispetti entrambi gli estremi senza dimenticarsi delle dinamiche interne. La questione del salario minimo è assunta come base per riformare l’organizzazione del lavoro e i processi produttivi nel loro complesso (modalità, tempi, qualità e quantità). Io credo che una disciplina salariale all’interno del contesto italiano possa favorire anche la Sicilia che giornalmente vive la fuga dei cervelli, proprio perché non viene riconosciuto in termini economici il valore delle proprie capacità, competenze e professionalità. Investire su una regolamentazione salariale favorisce delle opportunità e delle prospettive di sviluppo nuove”.
Edward Richard Junior Bosco, componente del Dipartimento Cultura di InOltre, ha dichiara: “Sono felice di essere stato nella Domus degli Europei a Bruxelles. La parola domus proviene dal latino che significa casa. La casa è il simbolo di sicurezza, di unione, di fiducia e di cura verso l’altro. La casa incarna le idee di chi ci abita. La finalità di questa proposta di legge che abbiamo scritto, è quella di proteggere la vita all’interno non soltanto delle nostre domus ma anche, più in generale, del nostro habitat. Questa proposta di salario minimo che abbiamo consegnato, è solo uno dei punti per rivendicare i diritti del lavoratore e la dignità del cittadino. L’Italia, si trova, dinanzi a varie crisi che sono sanitarie, economiche, politiche e sociali e per questo dovremmo condurre delle narrazioni e delle politiche attive che supportino una nuova civilizzazione Europea. Movimentiamo idee e persone per essere fautori del nostro destino”.
Di Redazione – EmmeReports