Il Genio di Palermo è il nume laico della città, molto più vetusto della Santuzza, ma non per questo meno amato, per i palermitani. Il Genio è una presenza continua, una sorta di protettore antico che guarda sornione alla comunità, ma è anche simbolo di creatività, intraprendenza e genialità appunto. Disseminato per la città, è un vecchio austero che ha ai piedi un cane simbolo di fedeltà e, avvinghiato al braccio, un serpente emblema di continua rinascita, sorride sornione alla patrona Rosalia e traccia un filo rosso che attraversa palazzi, fontane, piazze.
Il festival primaverile delle Vie dei Tesori, organizzato congiuntamente dalla Fondazione Le Vie dei Tesori e dall’Università di Palermo, lo ha cercato e trovato in antiche residenze nobiliari, nelle icone votive, scolpito nelle “vare” o, da protagonista barocco, eccolo che guarda placido i giardini. Genio come figura identitaria della città ma anche, in senso esteso, come parola che indica talento, capacità di intuizione e di innovazione di cui l’Università vuole essere incubatore e lievito. Il festival del Genio di Palermo, aperto sabato 21 maggio, andrà avanti per tre weekend, fino al 5 giugno, sempre sabato e domenica.
“Il Genio ci ricorda con orgoglio il nostro rapporto con il mare, ci interpella con i nostri pregi e difetti”, dicono il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alla Cultura Mario Zito, “Nel nome del Genio, speriamo che Palermo non sia mai una città cannibale, ma pronta a dare. E farlo con Le Vie dei Tesori vuol dire riscoprire la nostra autostima, Palermo è bellissima e non c’è bisogno che ce lo ricordino da fuori”.
“L’Università e le Vie dei Tesori hanno avuto un percorso comune che ha fatto bene ad entrambe”, interviene il prorettore vicario Enrico Napoli, “Riprendere questo percorso è bello e importante, rilanciarlo e riavviarlo; e avere scelto il Genio è significativo sul ruolo che queste due istituzioni vogliono avere in città”.
“A me piace pensare che l’Università e Le Vie dei Tesori siano due sorelle che si sono prima allontanate per fare esperienze diverse, e ora ritrovate con immutato affetto, raccontandosi quello che hanno fatto finora”, “Sottolinea il prorettore con delega alla Terza Missione, Maurizio Carta, “E’ una grande occasione per mettere insieme ricerca, luoghi, divulgazione e per far crescere in maniera pedagogica, questa città”.
“Il Genio di Palermo è una divinità laica riconosciuta e diffusa, ma indica anche quell’innovazione, talento e capacità di ricerca di cui l’Università vuole essere una culla”, spiega il presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori Laura Anello, “La conoscenza seminata per strada ha un grande valore, invitiamo i cittadini a seguirci per parchi, ville, giardini, cieli e scoprire con noi i geni contemporanei”. Alla presentazione sono intervenuti anche Pio Mellina per Le Stanze al Genio e Ileana Chinnici che cura la Specola, che ritorna alle Vie dei Tesori dopo almeno 15 anni.
Aprirà per la prima volta le porte al pubblico, Palazzo Isnello, via Isnello 10, traversa di corso Vittorio Emanuele, dove si scoprirà un inatteso e bellissimo affresco del Trionfo di Palermo, firmato dal pittore Vito D’Anna che lo realizzò su incarico di don Vincenzo Termine di Isnello, a metà ‘700. Il palazzo fu anche abitato dall’illustre storico e arabista Michele Amari, fino a quando, nel 1843, fu dichiarato sgradito al governo borbonico delle Due Sicilie e costretto all’esilio a Parigi.
“E’ un grandissimo piacere far conoscere questo nostro Genio di cui nessuno di fatto sa nulla”, dice Fabrice De Nola, proprietario della parte di Palazzo Isnello che aprirà al pubblico, “e io stesso sto lavorando su una serie di opere dedicate al Genio che vedranno luce per il festival di ottobre”.
Luoghi, esperienze, passeggiate, eventi, un programma bellissimo. Si potrà volare sulla città su un Piper cercando il Genio dall’alto, o andar per mare lungo la costa alla scoperta di cupole e torri. Entrare di notte all’Orto Botanico o ascoltare al Museo del Risorgimento la storia di uno dei più machiavellici inghippi letterari; entrare nello studio d’artista di chi che il Genio l’ha interpretato in chiave contemporanea, come Domenico Pellegrino, o visitare la residenza che fu dei Whitaker, e alla fine assaporare il dolce Marsala che tanto piaceva agli inglesi.
Apriranno una quindicina di luoghi, sempre uniti dal filo rosso della genialità e creatività, poi esperienze, passeggiate guidate dai professori universitari e un focus all’Orto Botanico che racconta il “Genio di Palermo”, la rassegna curata dal 1998 al 2005 da Eva Di Stefano e da un pool di giovani storici dell’arte coinvolgendo gli artisti che ne furono protagonisti; fu un’esperienza storica, copiata da più parti in Europa, con i palermitani ancora non abituati alla bellezza della loro città, che sciamavano nei vicoli del centro storico alla ricerca di studi e atelier. Un talk con i protagonisti di allora ha condotto alla mostra I Ritratti del Genio. Ezio Ferreri | Sandro Scalia, a cura di Emilia Valenza nel Gymnasium e nel vicino Erbario dell’Orto Botanico. Scalia e Ferreri raccontano due edizioni straordinarie del Genio, quelle del 2000 e del 2005. La mostra sarà visitabile fino al 5 giugno.
E ancora, le passeggiate guidate da professori universitari ed esperti che condurranno tra meraviglie botaniche, tesori d’arte, collezioni scientifiche, sulle tracce del Basile o di Carlo Scarpa, sui passi del Grand Tour, tra spazi pubblici e luoghi privati, aree verdi e borghi art nouveau. Tutte le passeggiate su www.leviedeitesori.it.
Oltre a Palazzo Isnello, il Genio si ritroverà nell’arazzo settecentesco di Palazzo Comitini e lungo lo scalone monumentale di Palazzo delle Aquile; poi i luoghi che sono espressione di una straordinaria genialità nell’arte, nella storia, nella scienza, come la Specola con i suoi telescopi da cui scrutare stelle e pianeti. E Ancora il MEC, il nuovissimo museo tecnologico dedicato al mondo di Steve Jobs. Il programma è un vero viaggio dentro l’estrema versatilità di personaggi straordinari, del passato e del presente, dagli stuccatori Serpotta all’Oratorio dei Bianchi, alla mano geniale di Ernesto Basile nelle 34 tavole ad Architettura, presentate dagli stessi professori universitari, alla tragica creatività dei prigionieri nelle antiche carceri dello Steri.
I geni del passato nella biblioteca di Casa Professa, la precisione ingegneristica delle canalizzazioni dell’acqua potabile, tra cui i serbatoi di San Ciro o le sorgenti del Gabriele. La mano degli architetti di ieri, da Palazzo Costantino, nume diruto della città con il suo affresco superstite. Villa Zito con la sua collezione di paesaggisti ottocenteschi o la Casina Cinese con la tavola matematica, vero esempio di genialità al servizio della privacy. E Palazzo Valguarnera dove l’artista Marco Papa sta rileggendo il Genio ma alla sua maniera. “Il Nono Genio” é formata da un ciclo di disegni e una piccola scultura in pece greca, modellata e scolpita, con i corpi degli animali che diventano parte degli arti di un re, che muta e incarna un rigenerato popolo palermitano.
La manifestazione è legata a doppio filo a “Ho scelto il Sud”, nuovo progetto delle Vie dei Tesori che da oltre un anno sta mappando storie di chi è tornato al Sud o ha deciso di restare con progetti innovativi che a volte dall’isola si sono irradiati oltre lo Stretto. Finora sono state raccolte trecento storie, su cinquanta si stanno girando mini-documentari che saranno presentati nelle scuole, nelle Università, per seminare speranza e colmare un deficit di narrazione su un Sud creativo, produttivo, non assistito. Ve ne parleremo giovedì 26 maggio allo Steri con il cantautore Mario Incudine. Il programma del festival Il Genio di Palermo, le schede e gli approfondimenti sono sul sito www.leviedeitesori.com con tutte le info necessarie per partecipare a visite, passeggiate, esperienze.
Di Redazione – EmmeReports