Confiscato il patrimonio di Carmelo Lucchese, noto imprenditore palermitano, operante nel settore della grande distribuzione alimentare, per un valore complessivo di circa 150 milioni di euro. Il decreto è stato emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica – DDA ed è stato eseguito dalla Guardia di Finanza di Palermo.
Oggetto della confisca di primo grado sono, tra le altre cose, le quote societarie e il compendio aziendale della GAMAC GROUP srl che all’epoca del sequestro, eseguito dalle Fiamme Gialle nel febbraio 202, gestiva 13 supermercati tra Palermo e provincia. Bagheria, Carini, Bolognetta, San Cipirello e Termini Imerese. Gli esercizi commerciali sono stati nel frattempo ceduti a terzi dall’amministratore giudiziario nell’ambito delle linee guida approvate dal Tribunale e pertanto oggetto della confisca è il ricavato della vendita.
Sulla base degli accertamenti svolti dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico Finanzaria – G.I.C.O. di Palermo e delle dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, è emerso che l’imprenditore, seppure non organicamente inserito nell’organizzazione criminale, sia da ritenersi “colluso” al sodalizio mafioso. Il soggetto in questione ha operato, almeno dal 2004, sotto l’ala protettiva di Cosa Nostra, in particolare la famiglia di Bagheria.
Le sue azioni erano volte a scoraggiare la concorrenza anche con atti intimidatori di danneggiamento, acquisire imprese concorrenti, risolvere le problematiche insorte nella gestione delle sue imprese, comprese quelle relative ai rapporti di lavoro con i dipendenti, dirimere controversie con i propri soci, ottenendo in loro pregiudizio la possibilità di rilevare l’impresa contesa e beneficiando di una dilazione dei pagamenti, evitare il pagamento del pizzo nella zona di Bagheria e, grazie alla mediazione della locale famiglia mafiosa, contrattare la “messa a posto” con altre articolazioni palermitane del sodalizio mafioso.
In coincidenza temporale con i più significativi interventi di Cosa Nostra in proprio favore, l’imprenditore ha registrato una crescita esponenziale del fatturato dell’azienda, trasformata da piccola impresa familiare in un impero economico, arrivando a fatturare oltre 90 milioni di euro nel 2020. L’indagine testimonia, inoltre, le nuove e sempre più sofisticate modalità con cui gli imprenditori in affari con la mafia tentano di “proteggere” il proprio patrimonio.
Nel corso degli accertamenti è infatti emerso che l’impero imprenditoriale era stato devoluto a un trust. Grazie a questo strumento giuridico, società e immobili dell’imprenditore sono stati formalmente trasferiti a un professionista, cosiddetto trustee, incaricato di gestirle come se ne fosse proprietario, assumendo cioè le principali decisioni relative alla vita dell’azienda e degli altri beni. Tuttavia, dall’approfondimento della documentazione acquisita, dalle evidenze raccolte dai finanzieri nell’ambito di diversi procedimenti penali è emerso che il trust in questione era un mero espediente fittizio per schermare la titolarità delle proprietà.
In altri termini, il proposto aveva trasferito solo sulla carta tutti i poteri gestori sui beni al trustee, ma nella realtà non ne aveva mai perso il controllo e la disponibilità. Solo negli ultimi 18 mesi all’esito di indagini penali o di prevenzione condotte dalle Fiamme Gialle palermitane sono stati confiscati beni per oltre 400 milioni di euro nei confronti di imprenditori “collusi” con Cosa Nostra.
Oltre al provvedimento eseguito nei confronti di Carmelo Lucchese, sono stati altresì confiscati beni per un valore stimato di oltre 100 milioni di euro. Il provvedimento è stato eseguito nel mese di aprile c.a. e riguarda il patrimonio di un imprenditore leader in provincia di Palermo, nel settore della grande distribuzione e dei prodotti per la casa e l’igiene. Confisca di primo grado, in sede penale, disposta dal Tribunale di Palermo per circa 46 milioni di euro, eseguita nel mese di febbraio c.a., nei confronti degli indagati dell’operazione “ALL IN”, che ha fatto emergere le modalità di infiltrazione mafiosa nel settore della gestione dei giochi e delle scommesse.
Confisca definitiva di prevenzione per 3,5 milioni di euro, eseguita nel mese di maggio del 2021, nei confronti di due imprenditori del settore del commercio, coinvolti in indagini per usura. Altra confisca definitiva di prevenzione, per oltre 100 milioni di euro, è stata emessa nel mese di dicembre de 2020, nei confronti di uno storico imprenditore del settore immobiliare.
Di Redazione – EmmeReports