Lockdown, pandemia, parole su cui nessuno si sarebbe sicuramente soffermato, ma che nel 2020 sono diventate stranamente popolare. Lockdown, chiusura, isolamento, le nostre case diventate gabbie nella lotta contro uno sconosciuto, un virus e la scrittura come esordio alle incertezze.
Diario di Quarantena, di Alessandra Fazio, avvocatessa e scrittrice siciliana, nata e cresciuta a Mazara del Vallo, è il personale resoconto di un periodo incerto. Nella sua opera prima, l’autrice traccia un percorso, sia sullo sviluppo della pandemia in Italia, che su una nuova e singolare esperienza di vita, che essa gli donava. Scritto come un diario, il cui racconto galleggia tra le descrizioni dei primi 56 giorni, per atterrare nella posteriore riapertura, dove lo scorrere dei mesi lascia posto a delle conclusioni per finire in poesia.
Il diario può essere visto come l’impegno di dar senso al via vai di emozioni di questo momento straordinario e così, riflette sulle cose che crediamo scontate, ma che invece la pandemia ci ha fatto crollare. “La Pandemia ci sta insegnando una cosa importantissima: tutto ciò che abbiamo, libertà compresa, può esserci tolto in qualsiasi momento, quando meno ce lo aspettiamo e quest’insegnamento dovremmo tenerlo presente, non soltanto adesso che siamo preda di qualcosa di molto grande ed ingestibile, ma anche in futuro” scrive la scrittrice nel suo libro.
Non meno importante, ci ricorda la Fazio, è il dovere di “imporci di rivederci spesso, di parlare molto, di confrontarci e di vivere più momenti in compagnia dei nostri cari e delle nostre famiglie”. Le libertà da riprendere, i nostri cari da rincontrare, tutti quei sentimenti vissuti durante la pandemia, vengono analizzati in questo diario che si porge pure delle domande ancora da rispondere: “Riusciremo mai a superare i traumi subiti?” oppure “Come poter dare torto a chi svolge unicamente attività che sono obbligate a chiudere? Come si può vivere dignitosamente in tali condizioni?”.
E così arriviamo a dicembre 2020. che ci prometteva un brindisi ben diverso, ma tanto desiderato, perché come scrive Alessandra Fazio “Un anno fa brindavamo a qualcosa di migliore sia nel lavoro, sia nell’amore; adesso brindiamo alla serenità, alla salute, alla fine della Pandemia che ci ha tolto se non tutto, quasi; brindiamo alla speranza di riavere ciò che abbiamo perso, per quanto ciò sia possibile; a ciò che siamo diventati, al nostro cambiamento, alla nostra improvvisa crescita; una crescita imposta per certi versi, eppure dannatamente importante”.
“Mi chiedo spesso come abbia fatto a stare tutto quel tempo senza scrivere. Da ragazzina lo facevo sempre, ogni giorno” continua l’avvocatessa di Mazara del Vallo. La scrittura, per lei, è un esercizio terapeutico, senza dimenticare che “Chi scrive ha una grande responsabilità”. In questo caso, la responsabilità di mettere il lettore davanti ad uno specchio, in un racconto dove il me diventa noi, la giovane scrittrice non vede più il suo riflesso, ma tutti noi che, insieme, cerchiamo di uscire da un momento terribile ed unico nella storia del genere umano.
Il libro è un invito alla riflessione, a non dar niente per scontato nella consapevolezza che tutto quanto possa cambiare di un momento all’altro e quindi a non arrendersi mai, a sorridere, a vivere. Un’opera coinvolgente in cui tutti ci possiamo riconoscere, perché tutti siamo stati lì, in quelle paure, in quei dubbi, ma anche in quelle speranze di ritrovarci tra di noi e, innanzitutto, in noi stessi.
Di Victoria Herranz – EmmeReports