“Indossando l’uniforme dell’Esercito, mi metto a disposizione, con orgoglio e fierezza, della nazione sia all’estero che in Italia. Con gli anni questi sentimenti sono sempre più forti e radicati. Quando rientro a casa, dopo un turno in operazione e riabbraccio la mia famiglia, sono consapevole di avere contribuito a rendere il futuro migliore, per i miei figli e per tutta la comunità italiana”. Queste le parole di un Operatore delle Forze Speciali dell’Esercito che, qualche anno fa, era stato intervistato da EmmeReports. “Citare uno scontro a fuoco o uno scampato pericolo adesso, mi farebbe correre il rischio di incappare nella sindrome del veterano. Io sono una persona comune, ho una famiglia, i miei hobby, il mio piatto preferito”.
Sicuramente un pensiero comune a tutti i nostri soldati che, il 4 maggio 2022, hanno celebrato la nascita dell’Esercito Italiano, al servizio del Paese da 161 anni. Tra le trincee del Carso, tra le sabbie di El Alamein, tra le montagne dell’Afghanistan o tra i deserti dell’Iraq, tanti soldati italiani hanno sacrificato la propria giovane vita, combattendo o supportando la popolazione civile in missioni di Peacekeeping,
Oggi l’Esercito conta circa 3.000 militari schierati in 14 diversi paesi come, Iraq, Libano, Niger, Kosovo, Libia, Somalia e Mali, con compiti che vanno dalla cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di stabilizzazione e ricostruzione, sino all’addestramento delle forze di sicurezza locali e circa 8.850 militari in prontezza operativa in caso di interventi tempestivi in Patria o all’estero, in situazioni di emergenza o di pubblica utilità, tra cui bonifiche di ordigni esplosivi e missioni antincendio.
Sono 6.000 invece i soldati impegnati in Italia nell’ambito dell’Operazione Strade Sicure, in supporto alle Forze dell’Ordine per il presidio del territorio e la vigilanza.
“Siamo davvero orgogliosi del nostro Esercito, perché dal suo quotidiano operare traspare l’immagine di una realtà sempre pronta, efficace ed efficiente, disponibile ad agire con generosità e assoluta professionalità” ha dichiarato il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. “Grazie all’Esercito, l’Italia può affermare il proprio ruolo di alleato credibile e membro responsabile della Comunità internazionale, che non si sottrae ai suoi compiti di difesa collettiva, ancor più necessari per il futuro, in ragione dell’impegno sempre maggiore che NATO e Unione Europea, pilastri di riferimento dell’architettura di sicurezza alla quale aderisce l’Italia, stanno attuando, in risposta alle mutate esigenze del quadro internazionale. In particolare a seguito della sanguinosa e ingiustificata aggressione della Russia all’Ucraina. L’Esercito è una Istituzione quanto mai viva, in continua trasformazione e proiettata verso il futuro”.
Guerini, nel suo discorso, ha evidenziato l’importanza di una maggiore integrazione interforze, forte di una continua evoluzione dottrinale e tecnologica, come la connettività delle forze, le capacità cibernetiche e lo sviluppo dei sistemi autonomi, in grado di gestire le moderne operazioni multi-dominio, in perfetta sincronia con le altre componenti dello strumento militare. Argomenti di cui si è parlato in un convegno a Palazzo Esercito, dal quale è emerso un confronto sui conflitti moderni, che influenzano il modo di operare delle Forze Armate, un nuovo campo di battaglia, pervaso da tecnologie disruptive, droni, missili ipersonici, cyber warfare e satelliti che ne hanno alterato profondamente la natura.
“Nella Storia del nostro paese, l’Esercito italiano è sempre stato in prima linea nella difesa della Patria, della Costituzione e dei valori democratici, cardine della nostra Nazione e delle nostre Alleanze di riferimento” ha affermato il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone. “In occasione delle emergenze e delle catastrofi naturali, l’Esercito è sempre stato pronto, reattivo e generoso, fino al limite del sacrifico personale, intervenendo con umanità e sempre riscuotendo apprezzamento incondizionato, in Italia e all’estero. Queste vostre virtù sono un patrimonio chiaramente condiviso anche dalle collettività dei paesi dove operano le missioni di pace italiane, di cui l’Esercito Italiano è la spina dorsale”.
Determinante dal 2020 ad oggi, è stato il lavoro di donne e uomini dell’Esercito, impegnati nella guerra al Covid-19. Medici e infermieri militari hanno operato nei maggiori ospedali italiani, a fianco dei loro colleghi civili, cercando di strappare alla morte, migliaia di persone contagiate dal virus. Nella seconda fase della pandemia, i militari hanno altresì supportato il personale sanitario delle regioni, effettuando tamponi prima e vaccinazioni dopo.
Senza dimenticare le centinaia di ore di volo effettuate dagli equipaggi dell’Aviazione dell’Esercito, che hanno trasportato di tutto, dai dispositivi di protezione individuale ai preziosi vaccini anti-Covid.
“In questo periodo, caratterizzato da due eventi inattesi e drammatici, il rapporto tra l’Esercito e gli italiani si è fatto più forte e più consapevole. I nostri concittadini sanno di poter contare su una compagine capace e determinata, in grado di adattarsi rapidamente alle minacce da affrontare” ha dichiarato il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino. “Siamo felici di essere oggi schierati davanti all’Italia in tutte le nostre articolazioni, con i tratti distintivi dei nostri Corpi e delle nostre Armi, che raccontano una storia di assoluta fedeltà alla Patria e alle sue Istituzioni. Il nostro patrimonio di valore e di sacrificio è unico e indivisibile. Esso ci accomuna tutti e ci rende forti. L’Esercito è quello che vedete davanti a voi. È un’unica schiera, ‘Una Acies’ ”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports