Gli operatori della Comunità di Danisinni, i frati e gli artisti del circo Chapitò, hanno accolto gli abitanti del quartiere e i palermitani dentro la fattoria sociale, per festeggiare il Primo Maggio e i quattro anni del collettivo.
“Primo Maggio a Danisinni è un giorno di grande festa” ha detto Fratel Mauro. “L’occasione della festa dei lavoratori e quindi il recupero di ciò che significa, ovvero il custodirci a vicenda, attraverso il prenderci cura, sicuramente del lavoro e, quindi, nella vita quotidiana, della dignità di ciascuno. E in questo prendersi cura ci sta anche l’attrattiva della fattoria comunitaria e quindi del circo Chapitò, che oggi compie quattro anni dalla sua esistenza a Danisinni. Quindi il collettivo di artisti ha pensato bene di offrire una due giorni con tanti spettacoli circensi e teatro di strada, che diventano l’occasione per raccontare la bellezza di questo luogo e delle persone che lo abitano. Quindi l’arte misto al sapore delle relazioni umane delle famiglie, che vengono qui con i bimbi a giocare, a sostare e quindi il tempo e lo spazio vissuti in una cornice di bellezza”.
Gli artisti di Chapitò sono stati colpiti pesantemente dalla pandemia, come tutti i lavoratori del mondo dell’arte e dello spettacolo.
“Abbiamo voluto ripartire durante la Festa dei Lavoratori, per rincontrarci, riguardarci in faccia senza le mascherine che, per quanto ci abbiano protetto, ci hanno anche nascosto i sorrisi, gli sguardi, le espressioni, la vita che ci distingue come esseri umani” ha spiegato Daniele Nesh del collettivo Chapitò. “Tutto questo, oggi, è meraviglioso e indescrivibile, soprattutto, festeggiare il Primo Maggio lavorando”.
“Festeggiamo i quattro anni dalla nascita del montaggio del tendone e del progetto collettivo Chapitò Danisinni, partito dall’idea di creare a Palermo, una casa in cui gli artisti possano esprimersi e trovare un posto dove lavorare e incontrarsi con il quartiere e con la città” ha continuato Daniele. “Un modo per far conoscere il quartiere alla città, attraverso l’arte, la rigenerazione di uno spazio prima abbandonato e adesso vissuto dalla collettività dal quartiere e dai palermitani. I bambini che ci seguono, hanno visto più di settanta spettacoli negli ultimi quattro anni. Gli diamo la possibilità, attraverso l’arte e gli spettacoli, di vivere un’ora di pace che, a volte, nella loro vita quotidiana, non riescono a trovare. Dentro al tendone, vivendo un momento di vita e di amore collettivo, riescono ad ampliare la loro vita e la loro visione del futuro”.
Stefania Ventura, è un’autrice di teatro “per le nuove generazioni, per coloro che saranno i nuovi adulti”. Torinese di origine, vive e lavora nel quartiere palermitano di Danisinni e fa parte della compagnia Quinta Equilibrio, “amica di Chapitò”, all’interno del quale lavora Quinzio Quiescenti, che fa parte del collettivo che organizza tutti gli eventi nel tendone che si trova nella fattoria.
“Noi nei giorni di festa lavoriamo per portare delle cose diverse dal quotidiano, ai bambini e alle famiglie” ha spiegato Stefania che, durante la Festa dei Lavoratori, ha intrattenuto il suo pubblico, con uno spettacolo ispirato al celebre romanzo di Carlo Collodi. “Pinocchio è uno spettacolo che io porto in giro da quindici anni e siamo sempre pronti per farlo” ha detto l’artista torinese. “Abbiamo scelto di portarlo per la Festa dei Lavoratori, perché secondo noi Pinocchio, per diventare grande, si scontra con il mondo di adulti e nessuno di loro fa un vero lavoro, ma sono tutti un po’ truffaldini e invece lui, per diventare un vero adulto, deve imparare che si deve lavorare onestamente”.
Gonzo e Chiara, sono una coppia nella vita, come nel lavoro. Lui di Catania e lei di Lentini. Laureato in Chimica il primo e in Scienze Politiche la seconda. Non più giovanissimi, i due ragazzi siciliani hanno seguito il loro cuore, frequentando la FLIC, la Scuola di Circo di Torino, impegnandosi al 100%, dando sempre il massimo, per raggiungere il loro obiettivo ed entrare nel mondo circense.
“Siamo molto stacanovisti, proprio perché abbiamo iniziato grandi e quindi cerchiamo di crescere quanto più possibile, non ci fermiamo mai!” ci ha detto Chiara.
“Questo spettacolo ha avuto un anno complessivo di creazione. Siamo rimasti fermi col vecchio spettacolo per via del Covid, poi ci siamo messi sotto per crearne uno nuovo” ha spiegato Gonzo. “Abbiamo lavorato un anno a porte chiuse, in gergo ‘residenze creative’, dove tu scrivi la tua drammaturgia, lavori sulla messa in scena, sulla creazione vera e propria. Noi siamo registi e autori dello spettacolo, oltre che interpreti, una cosa che spesso succede nel circo contemporaneo, un luogo molto complesso, rispetto a sistemi più formati come il teatro, dove ci sono figure molto più separate. Noi abbiamo dedicato un anno alla creazione complessiva dello spettacolo. La scorsa estate l’abbiamo messo in scena per tre mesi, provandolo, per la prima volta, con un pubblico e quest’anno di nuovo a porte chiuse, l’abbiamo rilavorato in un nuova forma che presenteremo la prossima stagione estiva”.
“Questo spettacolo cambierà ancora, perché quando proviamo e andiamo in scena, ci rendiamo conto di cosa funziona e cosa no. E quindi si trasforma e cresce insieme al pubblico” ha aggiunto Chiara, felice di essere tornata ad esibirsi davanti al pubblico.
“Un po’ c’eravamo disabituati e quindi quando siamo tornati in scena, abbiamo rivissuto l’adrenalina delle prime volte” ha continuato l’artista di Lentini, che ha concluso spiegandoci quanto sia duro e difficile raggiungere certi livelli nel loro lavoro. “Devi stare molto attento, molto concentrato, essere sempre presente con la testa al 100%, non sono permesse distrazioni. Dopo che impari la tecnica, puoi iniziare a lasciarla andare e a giocare dentro le cose, rilassarti”.
Di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports