Il Ramadan è il mese in cui si pratica il digiuno, in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto, “come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza”. Questa ricorrenza annuale è considerata uno dei Cinque Pilastri dell’Islam. L’Ifṭār è il pasto serale, consumato dai musulmani, che interrompe il digiuno quotidiano ed è celebrato dopo aver recitato la salat al-Maghrib. La tradizione vuole che vengano mangiati dei datteri, in ricordo della maniera in cui il profeta Maometto spezzò il digiuno.
Quest’anno, l’Ifṭār collettivo è stato organizzato dalla comunità tunisina di Palermo, dall’associazione nazionale Elissa.Net – Didone, insieme alla Consulta delle Culture e dalla Moschea di Piazza Gran Cancellieri.
“La comunità tunisina organizza oggi questo Ifṭār, per tre motivi, il primo dei quali è quello di ritrovare un po’ di normalità dopo due anni pesanti di Covid” ha spiegato Nadine Abdia, rappresentante della comunità tunisina e componente della Consulta delle Culture del Comune di Palermo. “Il secondo è quello di farvi conoscere le nostre usanze, durante il mese del Ramadan e per dare valore alla generosità, alla fratellanza e al messaggio di pace, che questo mese di preghiera, porta in sé. La cosa più importante, quantomeno per me, è quella di ringraziare e dare un riconoscimento al nostro sindaco e alla nostra amministrazione, perché ha reso la città, come lo slogan dell’iniziativa, ‘Palermo, la capitale dell’accoglienza’.
Il sindaco Leoluca Orlando ha ringraziato Nadine Abdia, “per aver organizzato un evento bellissimo, che esalta lo spirito di condivisione della nostra città e per aver contribuito con la Consulta delle Culture ad accogliere i profughi ucraini in fuga dalla guerra dando una grande lezione di umanità. La comunità tunisina di Palermo ha organizzato questo straordinario Ifṭār, coinvolgendo tutta la comunità musulmana della città, con il coinvolgimento del Consolato di Tunisia e del Marocco, con tutti coloro che sono palermitani e credono in un Dio a cui danno il nome di Allah. Essere qui insieme a loro, in questa in questa cena dopo il tramonto, durante il Ramadan, è il modo migliore per dire Ramadan Mubarak”.
L’Iman tunisino Bedri El Medeeni, prima di donare un mantello mishlah e un copricapo shashia ad Orlando, ha ringraziato tutti i presenti all’ Ifṭār, per essere stati presenti alla serata: “Sono molto felice per aver partecipato, per prima volta a Palermo. Magari abbiamo sbagliato nell’organizzazione o in qualcos’altro, ma impariamo dai nostri errori, per fare meglio nei prossimi anni. L’importante è stare sempre uniti e insieme in tutte le occasioni, sia religiose che altre”.
Orlando palesemente emozionato per il riconoscimento ha concluso affermando che “la forza di Palermo è che siamo tutti palermitani, senza distinzioni di razza o credo religioso. Chi fa differenze prepara violenza e intolleranza. Essere qui, è il modo migliore per ribadire i principi di fratellanza, pace e rispetto. Da qui, infatti, lanciamo un forte messaggio di pace. E il pensiero va ai nostri fratelli ucraini, che ci stanno facendo ricordare che la guerra non uccide solo in Europa, ma anche in Africa e in Asia e sono esseri umani tutte le vittime. Ricordiamocelo, sempre”.
Presente all’Ifṭār, il pasto serale che interrompe il digiuno nel mese del Ramadan, l’assessore alle culture Mario Zito e l’onorevole del Parlamento della Tunisia, Sami Ben Abdelaali.
“È una giornata molto importante, che abbiamo voluto organizzarla a Palermo, per una ragione unica, che Palermo è culla delle civiltà e sintesi di tutte le culture che si affacciano sul Mediterraneo e quelle che anno hanno vissuto quattro secoli in Sicilia, come gli arabi, i fenici, i Normanni” ha dichiarato Abdelaali. “Oggi abbiamo voluto dare questo segnale di pace, di solidarietà, di fratellanza, in una città simbolo per l’integrazione e l’accoglienza, voluta dalla società Daidone, per dare anche un segnale agli altri che, quando si vuole fare la pace e si vuole vivere in fratellanza e in unione, si può sicuramente fare. Abbiamo voluto che Palermo fosse al centro dell’attenzione, col sostegno del Comune della Moschea e del Vescovo, in una giornata dell’Ifṭār, durante il mese di Ramadan, che ha un significato molto importante per i musulmani e in generale per tutte le etnie che vivono bene qui a Palermo”.
Visita lampo del Monsignor Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, che dopo aver mangiato, come tradizione vuole, un dattero offerto da Nadine Abdia, ha salutato la comunità islamica di Palermo.
“Un’importante serata nel segno dell’accoglienza che, in questa città, che deve essere fedele al suo DNA, è a maggior ragione di tutte le religioni che devono essere in prima fila, nel poter esprimere quello che è il bene assoluto, una convivenza fraterna nella casa comune che è la Terra e tutte le religioni devono essere al servizio di questa finalità” sono state le parole di Lorefice.
L’ Ifṭār è stata l’occasione per i due principali contendenti alla poltrona di sindaco di Palermo, Franco Miceli e Francesco Cascio, di incontrare la comunità islamica della città che, uno dei due, potrebbe governare per i prossimi cinque anni, a meno di clamorose rinunce o cambiamenti dell’ultima ora.
“Accoglienza, integrazione, intreccio di culture, credo che siano l’elemento distintivo della città di Palermo, che continuerà, nel prossimo futuro a costruire sempre più le condizioni per un’integrazione culturale, che è sicuramente un elemento importante di crescita complessiva della città” ha dichiarato il candidato del centrosinistra, Franco Miceli, a EmmeReports. “La possibilità di intrecciare cultura e modalità diverse di vita, intelligenza, conoscenza, capacità diverse, sono le condizioni necessarie e indispensabili per una crescita complessiva della società di Palermo e di tutti i suoi abitanti. Anch’io sono convinto che tutti i cittadini che vivono a Palermo, siano palermitani e portano dentro di sé il proprio bagaglio culturale. E quello mi pare l’elemento innovativo della visione della città cosmopolita, integrata e accogliente. Palermo è tra le più importanti capitali del Sud Europa e ha la peculiarità di essere al centro del Mediterraneo. E su questo aspetto, ci sarà ancora molto da fare e molto da lavorare”.
“Il rapporto con la comunità islamica di Palermo, ovviamente non potrà che continuare ad essere anche forse più forte se è possibile, perché la cultura dell’accoglienza, dell’ospitalità e dell’integrazione, fa parte del nostro DNA. Io, come prima occupazione, negli ultimi anni della mia vita, ho fatto il medico e sono stato impegnato sul fronte caldo fronte di Lampedusa” ha replicato il candidato del centrodestra, Francesco Cascio, a EmmeReports. “Per cui l’emergenza e l’accoglienza non sono soltanto nel mio lavoro, ma nel mio DNA. Con la comunità islamica ho sempre avuto rapporti straordinari, i miei carissimi amici sono parte di questo di questo mondo, per cui questa sera non è soltanto una visita di un cambiato sindaco, ma una visita di un amico che ha tanti amici presenti questa sera. Per cui, con me sindaco di Palermo, questo rapporto non può che rafforzarsi ulteriormente e continuare a camminare così come è stato fatto con la vecchia amministrazione, in sintonia, in sinergia e in amicizia, soprattutto perché credo che non ci debbano essere distinzioni di razza, di sesso e di religione. Palermo e la Sicilia nella storia, sono state sempre state terre ospitali. Palermo è la città ospitale per antonomasia, per cui con me non potrà continuare che essere così”.
Di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports