Le imminenti elezioni amministrative a Palermo e in Sicilia diventano, ancora una volta, la prova generale per le alleanze nazionali del centrodestra e si annuncia il rischio che i primi a pagarne le spese saranno le palermitane e i palermitani. Il centrodestra continua a ignorare i problemi della città e le sue soluzioni, continuando a proporre soluzioni non solo prettamente partitiche ma, ancor peggio, scollate dalla realtà locale.
Mentre Italia Viva, per le amministrative, decide di scivolare verso destra appoggiando il candidato Lagalla con l’ennesima dichiarazione di “amore nei confronti di Palermo”, che odora più di retorica che di realtà, e invocando il “passo indietro”, ennesimo esempio di non assunzione di responsabilità, i candidati Sindaco indicati dal centrodestra rivelano le vere intenzioni dei diversi partiti, ossia quella di trasformare le candidature nel solito mercato di voti e d’intrighi di palazzo. Il candidato Lagalla sbandiera oggi la sua appartenenza al civismo sperando che le cittadine e i cittadini di Palermo si siano dimenticati che nel suo curriculum compare il suo ruolo di Assessore regionale alla Sanità durante il governoCuffaro e quello di Assessore all’Istruzione nell’attuale governo Musumeci. Dobbiamo quindi aspettarci che l’UDC, il partito cui fa riferimento, scenda in campo con un altro candidato all’ultimo minuto o piuttosto ritenere che il candidato Lagalla sia espressione di Italia Viva e Udc, quindi espressione dei partiti?
Non naviga in acque sicure nemmeno il candidato del centrosinistra Miceli che, proprio durante le festività pasquali, aprendo il tradizionale uovo di pasqua ha scoperto che esiste il fuoco amico di cui comincia a essere bersaglio, come nel caso delle dichiarazioni del vicesindaco uscente Giambrone a proposito dei dipendenti comunali, a seguito delle sue posizioni propagandistiche, e dell’assessore uscente Catania che critica la campagna elettorale invocando una maggiore incisività e, soprattutto, la definizione di un programma che sembra di fatto non esserci.
«Tra passeggiate alla Favorita e annunci di partecipazioni strumentali alle manifestazioni sulle vertenze di lavoro – dichiara Rita Barbera – risulta chiaro che si sta tentando di raccogliere il “voto facile” e non un voto mirato al cambiamento di un modello di amministrazione che ha già fatto il suo tempo, e lo ha fatto sulla pelle delle cittadine e dei cittadini palermitani».
di Redazione – EmmeReports