Nell’ambito dell’operazione “Quattro Assi”, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Palermo, coadiuvati dai militari del Comando Provinciale del capoluogo, hanno dato esecuzione ad un decreto di perquisizione personale e locale, nonché di sequestro, emesso dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese, nei confronti di sei soggetti bagheresi e palermitani.
Quest’ultimi sono sospettati di aver realizzato una vera e propria attività organizzata, volta alla ricezione, trasporto, raccolta, smaltimento, trattamento e incendio di rifiuti misti derivanti da attività di demolizione e costruzione. Materiali provenienti da diversi cantieri edili siti nei comuni dell’hinterland palermitano e affidati per lo smaltimento a due imprenditori bagheresi, nonché gestori di due distinte aree di smaltimento illecito di rifiuti entrambe ricadenti nel Comune di Bagheria.
I provvedimenti in questione concludono la prima fase delle indagini rientranti nell’operazione “Quattro Assi”, che è partita da una segnalazione di sistematico abbandono di rifiuti speciali e non, in un’area rurale del comune di Santa Flavia (PA). Tali indagini, condotte dai Carabinieri del NOE di Palermo anche mediante ausili tecnici, nel periodo compreso tra il mese di Agosto 2021 e Marzo 2022, hanno consentito di individuare la filiera del ciclo dei rifiuti prodotti dai cantieri edili insistenti nei Comuni di Bagheria, Casteldaccia, Altavilla Milicia, Santa Flavia, Palermo, Ventimiglia di Sicilia.
Le ditte consegnavano gli scarti e gli sfabbricidi a uno dei due imprenditori bagheresi indagati, titolare di un’azienda non autorizzata alla gestione di rifiuti prodotti da terzi. È stato accertato, altresì, che quest’ultimo smaltiva i rifiuti senza il minimo rispetto della normativa ambientale e talvolta reimpiegandoli come materiale da riempimento.
Altre volte, invece, venivano scaricati e compattati, dallo stesso, direttamente sul suolo della propria area e di altre aree private, site in zone rurali o ancora all’interno di una cava sita nel Comune di Belmonte Mezzagno (PA). Il tutto tramite l’utilizzo di autocarri in assenza di autorizzazione al trasporto e falsificazione dei formulari identificativi dei rifiuti.
Oltre ai reati di gestione illecita e combustione illecita di rifiuti, l’Autorità Giudiziaria ha contestato agli indagati, il reato di inquinamento ambientale, considerata la compromissione delle aree interessate, notevolmente deteriorate poiché il cui suolo era continuo ricettacolo di rifiuti.
Nel corso delle operazioni sono state perquisite e poste sotto sequestro due aree private ubicate a Bagheria, dell’ampiezza di circa 500 mq ciascuna, adibite allo stoccaggio e illecito smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non, riconducibili ai due imprenditori bagheresi. Sequestrata anche la cava “Valle Fonda” di Belmonte Mezzagno, della superficie di circa 79.000 mq, in cui venivano ammassati, illecitamente, i sopradetti rifiuti.
Sono stati inoltre posti sotto sequestro sei autocarri, di cui uno circolante nonostante il fermo amministrativo, utilizzati dagli indagati per l’illecito trasporto dei materiali di scarto. Sono state perquisite anche le sedi delle sette ditte che gestivano i cantieri comunali sopra citati, nonché la cava “Valle Fonda”, con conseguente sequestro della documentazione amministrativa, ritenuta utile all’accertamento dei fatti oggetto d’indagine. Il valore dei beni sequestrati ammonta a 2.500.000 euro.
Di Redazione – EmmeReports