Sequestrati, dalla Polizia di Stato, beni ad appartenenti al mandamento mafioso di Passo di Rigano. L’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Palermo ha dato esecuzione ai provvedimenti emessi dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione – nei confronti di Tommaso Inzerillo, Francesco Inzerillo, Giuseppe Spatola Giuseppe, Benedetto Militello, Antonino Lo Presti, Antonino Fanara e Alessandro Mannino.
L’ingente patrimonio sequestrato, per un valore complessivo stimato in 2.000.000 di euro, è costituito da 7 imprese, un immobile, 9 autovetture, 17 rapporti finanziari, una quota pari al 50% del capitale di società a responsabilità limitata, nonché l’applicazione dell’amministrazione giudiziaria nei confronti di un’impresa attiva nel settore del commercio alimentare.
L’attività costituisce il risultato dell’analisi svolta sul complesso delle emergenze investigative acquisite in ordine alle peculiari condotte criminali poste in essere dai soggetti proposti al locale Tribunale Sezione Misure di Prevenzione, in quanto caratterizzati da una pericolosità sociale “qualificata”, ai sensi del Codice Antimafia in quanto gravemente indiziati di appartenere all’associazione di tipo mafioso denominata cosa nostra.
Tra gli elementi alla base delle sopraddette proposte, emergono anche le risultanze acquisite nell’ambito del procedimento penale, riguardante l’attività investigativa effettuata dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalla Squadra Mobile di Palermo, in collaborazione con l’F.B.I. di New York, cosiddetta operazione “New Connection”.
Tale attività è poi sfociata nell’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere ed arresti domiciliari nei confronti di soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa, estorsione aggravata, trasferimento fraudolento di valori aggravato, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso e altro.
Le investigazioni hanno permesso di ricostruire i ruoli e le responsabilità dei proposti nell’ambito del mandamento mafioso di Passo di Rigano – Boccadifalco, nel quale sono inserite le famiglie mafiose di Passo di Rigano, Uditore, Boccadifalco e Torretta.
Dalle risultanze delle indagini è stato accertato come il mandamento di Passo di Rigano, in cui la famiglia degli Inzerillo già ricopriva un ruolo di spicco, abbia assunto recentemente una rinnovata posizione di rilievo nell’ambito di cosa nostra palermitana. Ciò ha permesso, ai mafiosi di detto territorio, di incrementare i propri interessi criminosi, sfruttando anche i rapporti instaurati da decenni, con gli affiliati stabilitisi negli Stati Uniti d’America.
II soggetti destinatari dell’odierna misura patrimoniale sono tutti ricollegabili a un gruppo che vede al suo vertice proprio Tommaso Inzerillo e che oltre ad avere interessi economici comuni, è legato da stretti rapporti di familiarità. Condizione, quest’ultima, che determina una profonda concatenazione tra i legami di sangue e la storica appartenenza a “cosa nostra”.
I soggetti in questione erano già stati condannati, in primo grado, nel settembre del 2021 per reato di associazione per delinquere di stampo mafioso e alcuni per reati di intestazione fittizia di beni ed estorsione aggravati, nonché per esercizio abusivo di attività di giochi e scommesse.
Nei confronti degli stessi, in base alla loro accertata pericolosità sociale, l’Ufficio Misure di Prevenzione Patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Palermo ha svolto ulteriori indagini patrimoniali. È così emersa una notevole sperequazione tra i redditi dichiarati al fisco e gli investimenti effettuati per i beni oggetto dell’odierno sequestro.
Tra questi figurano, entrambe con sede a Palermo, l’impresa Karton Plastik in via Castellana e l’Edil Color in via Leonardo Da Vinci. La prima, che opera nel settore della commercializzazione all’ingrosso di carta e cartoni, è riconducibile a Francesco Inzerillo sebbene risulti intestata alla moglie. La seconda, che opera nel settore dell’edilizia, invece, è riconducibile ad Alessandro Mannino.
Di Redazione – EmmeReports