Un corteo di otto volanti della Polizia di Stato con le sirene accese, quello partito dal Giardino della Memoria di Capaci, a pochi metri da quel pezzo di autostrada trasformata in un cumulo di macerie sporcate di sangue, il 23 maggio 1992. Gli agenti alla guida delle pantere, probabilmente, non erano nemmeno nati, quando i loro colleghi morivano insieme a Giovanni Falcone e Francesca Morvillo per mano della Mafia.
Questa mattina, sedici poliziotti della Questura di Palermo hanno preso in consegna alcune bottiglie di olio, ricavato dalla molitura delle olive generate da alberi piantati nel Giardino della Memoria, per consegnarle ai questori di tutta la Sicilia e in un secondo momento, ai vescovi delle varie Diocesi dell’isola.
“Quest’olio è stato spremuto dalle olive che vengono dagli Ulivi che sono dedicati a ciascun caduto per mano mafiosa” ha dichiarato il Questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, spiegando che nel trentennale della strage di Capaci, l’olio consacrato sarà utilizzato dalla Chiesa Siciliana per amministrare i sacramenti.
Un messaggio chiaro e preciso, quello delle Diocesi Siciliane, che affermano che “dal sangue degli uomini dello Stato, uccisi dai criminali di Cosa Nostra, perché facevano il loro dovere, dal frutto della terra bagnata dal sangue dei giusti, viene l’olio che verrà consacrato per amministrare i Sacramenti, segno della grazia di Dio. Un potente simbolo di riscatto e resurrezione, sociale e morale, compiuti dalla meravigliosa terra siciliana in questi trent’anni”.
Il Questore di Palermo, ringraziando i Vescovi presenti alla cerimonia di consegna, ha sottolineato l’alto valore simbolico dell’iniziativa abbracciata dalla Conferenza Episcopale della Sicilia, ricordando come San Giovanni Paolo II, il 9 maggio 1993 dalla Valle dei Templi, si rivolse ai mafiosi con fermezza, invitandoli alla conversione e come lo fece, il 15 settembre 2018, anche Papa Francesco. nel quartiere Brancaccio.
L’iniziativa simbolica è stata curata dalla Questura di Palermo e dall’Associazione Q.S.15 , che ha dato luogo a una piccola produzione di olio, grazie al prezioso contributo offerto dai giovani studenti dell’Istituto Superiore “Majorana” e da minori detenuti presso l’Istituto Penale per Minorenni “Malaspina”. nell’ambito di un progetto, denominato “Laboratorio Giardino della Memoria”. L’Olio di Capaci è stato prodotto grazie alla collaborazione della Coldiretti e dell’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della provincia di Palermo.
“Dobbiamo dimostrare che siamo andati avanti, che la memoria è importante e che bisogna sempre ricordare che cosa è successo in questo posto” ha dichiarato Tina Martinez Montinaro, vedova di uno dei poliziotti uccisi nella Strage di Capaci. “Bisogna dimostrare ai mafiosi che noi siamo andati avanti e che vogliamo cambiare le cose. Andare nel carcere dei minori e parlare con questi ragazzi, farli venire qui e fargli capire da che parte devono stare. Non ho mai pensato di fare Antimafia in modo diverso. Ho sempre pensato di stare sul territorio, di metterci la faccia e sporcarmi le mani”.
Di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports