Arrestati per mafia, questa mattina, Giuseppe Guttadauro, detto “il dottore” (il cui fratello Filippo Guttadauro è cognato di Matteo Messina Denaro) e il figlio Mario Carlo Guttadauro, per associazione di tipo mafioso.
L’operazione è stata eseguita dal ROS dei Carabinieri, con il supporto del Comando Provinciale di Palermo e dello Squadrone Cacciatori Sicilia, che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo.
I due arrestati apparterrebbero alla famiglia di Cosa Nostra di Roccella, inserita nel mandamento di Brancaccio – Ciaculli e avrebbero lavorato anche con il mandamento mafioso di Villabate – Bagheria. Indagati, ma non destinatari di provvedimenti cautelari, altri soggetti palermitani, di cui tre ritenuti affiliati alla famiglia di Roccella e due, in concorso con Mario Carlo Guttadauro, sarebbero accusati di lesioni aggravate.
Dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia, è emerso che Giuseppe Guttadauro, dopo essersi trasferito a Roma, a seguito della scarcerazione per l’arresto del 2002 nell’Operazione “Ghiaccio”, avrebbe mantenuto i contatti con l’organizzazione mafiosa di riferimento e gli altri indagati, anche attraverso il figlio Mario Carlo.
Il dottore sarebbe intervenuto, tramite il figlio, per risolvere i contrasti di mafia sorti a Palermo, durante l’esecuzione di lavori che dovevano essere realizzati presso una struttura industriale di Brancaccio e per regolare l’attività di traffico di stupefacenti condotta da un pregiudicato bagherese e i rapporti di quest’ultimo con i vertici pro-tempore della famiglia mafiosa di Bagheria.
L’ex primario e chirurgo dell’Ospedale Civico di Palermo avrebbe progettato un traffico di droga con l’estero, finanziato da Cosa Nostra palermitana, che prevedeva la collaborazione di un soggetto albanese per reperire hashish e l’apertura di canali con il Sud America, per l’approvvigionamento di cocaina. In questa operazione sarebbe stato coinvolto anche un assistente di volo, che avrebbe dovuto trasportare 300 mila euro in Brasile, nel momento in cui il carico di droga fosse arrivato in Olanda dal Sud America.
Il boss della mafia, Giuseppe Guttadauro, avrebbe goduto della considerazione in determinati ambienti della Capitale, tanto da essere stato chiamato, dietro lauto compenso, per risolvere un contenzioso dell’ammontare di 16 milioni di euro, che una facoltosa donna romana aveva con un istituto bancario. Guttadauro avrebbe accettato senza esitare e sarebbe stato pronto anche a incaricare qualcuno per malmenare coloro che riteneva stessero ostacolando la soluzione della vicenda.
Le intercettazioni hanno rivelato che Giuseppe Guttadauro non avrebbe gradito la notizia della collaborazione con la Giustizia di Francesco Colletti e le dichiarazioni di Filippo Bisconti, tanto da criticare le mosse delle nuove generazioni di mafiosi e consigliare al figlio Marco Carlo di evolversi, pur rimanendo ancorato ai principi di Cosa Nostra.
E per rispettare tali valori, nonché per seguire le orme paterne, nel 2016, Mario Carlo Guttadauro, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe ordinato due degli indagati, di pestare a sangue un giovane palermitano, colpevole di aver accusato il figlio del dottore di condotte disdicevoli.
Di Redazione – EmmeReports