Si è conclusa ieri, alle ore 14.55 all’aeroporto Leonardo Da Vinci, la latitanza di Gioacchino Gammino evaso il 26 giugno del 2002 dal carcere romano di Rebibbia, al termine di un colloquio con alcuni familiari e approfittando del trambusto per le riprese di una fiction televisiva.
Classe 1960, l’uomo inserito nell’elenco dei latitanti pericolosi, era stato arrestato il 17 dicembre dello scorso anno a Galapagar (Madrid), dagli investigatori della DIA e della Polizia Nazionale spagnola, accompagnato dal personale del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, che lo ha preso in custodia dalle Autorità spagnole per la consegna alle Autorità italiane.
A carico di Gammino, affiliato alla famiglia Ingaglio organica alla “stidda” agrigentina, pendeva dal 2002 un mandato di cattura, esteso in ambito internazionale, per l’omicidio di Giovanni Smiraglia avvenuto nel 1989. Quest’ultimo venne ucciso per errore, al posto del fratello, nel corso della guerra di mafia che negli anni ’90 culminò in una sanguinosa faida tra gli stiddari e le vecchie famiglie mafiose, operanti nell’agrigentino. Faida caratterizzata da oltre 200 omicidi.
Gioacchino Gammino appartiene a una organizzazione altamente pericolosa, tuttora attiva anche in sinergia con Cosa Nostra, nel cui ambito è stato pianificato ed eseguito anche l’omicidio del Giudice Rosario Livatino. Ad attenderlo in aeroporto, i funzionari della Direzione Investigativa Antimafia e della Polizia di Frontiera dello scalo aereo capitolino.
Subito dopo avere toccato il suolo nazionale, il latitante condannato all’ergastolo per omicidio, è stato condotto negli uffici della Polizia di Frontiera di Fiumicino per la notifica del provvedimento restrittivo ed essere poi condotto presso un carcere di massima sicurezza.
Di Redazione – EmmeReports