“Ricordare il massacro delle Foibe è un atto di umanità perché l’oblio, e ancor peggio il negazionismo, sono disumani. E ritrovarsi in questa piazza è atto di omaggio nei confronti di chi ha subito le violenze dei comunisti di Tito che ritenevano di potere affermare con la violenza la loro supremazia. Essere qui per fare memoria è la conferma del cambiamento di una città che ha scoperto non essere sufficiente la cultura del diritto ma che cerca, ogni giorno, di rispettare i diritti di ogni persona”.
Lo ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando in occasione del “Giorno del Ricordo”.
“Troppe volte le leggi sono in contrasto con i diritti. E abbiamo una Costituzione repubblicana, nata dall’antifascismo, che ci autorizza ad affermare i diritti contro le leggi disumane. E’ un cambiamento profondo, lo stesso portato avanti dall’Unione europea, straordinario esempio di un’unione di minoranze. Oggi fare memoria delle minoranze è un inno all’Europa che ha saputo superare non solo i confini degli stati ma anche la logica delle maggioranze. La Costituzione repubblicana e l’Unione europea sono la garanzia migliore, nel cammino della città di Palermo, che ha cercato di andare oltre la legge affermando il rispetto dei diritti” ha concluso il primo cittadino del capoluogo siciliano.
Presente alla commemorazione anche Igor Gelarda, capogruppo Lega a Palazzo delle Aquile che ha affermato: “Oggi ho partecipato, in rappresentanza del consiglio comunale di Palermo, alla manifestazione organizzata dall’Angvd che si è tenuta a Palermo per il giorno del ricordo dei Martiri italiani delle Foibe. Migliaia di fratelli italiani vittime di Tito, il maresciallo assassino, e dei comunisti Jugoslavi. Come ogni anno questo è un momento di riflessione importante per ricordare il terribile genocidio commesso contro gli italiani in quel periodo. Donne, bambini, uomini massacrati, infoibati e tenuti in campi di concentramento che nulla avevano da invidiare a quelli dei nazisti. A Palermo abbiamo chiesto l’intitolazione di una strada a Norma Cossetto, ma questa amministrazione comunale ancora non se n’è ancora presa cura. Una proposta per provare a cancellare una delle pagine più brutte della storia”.
“Crediamo che sia arrivato il momento di revocare al maresciallo assassino, Tito, la gran Croce del cavalierato della Repubblica, di cui fu insignito nell’ottobre del 1969 dalla Repubblica Italiana. Un’assurdità se si considera che tale onoreficenza è destinata a ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari. E invece, solo l’Italia poteva premiare colui che aveva massacrato migliaia di italiani. La benemerenza gli va tolta, fino a quel giorno non sarà restituita piena giustizia alle vittime dei suoi crimini, ai sopravvissuti e ai loro parenti. E per questo facciamo appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lui stesso già in passato ha dimostrato grande sensibilità verso questo dramma italiano” ha concluso l’esponente del Carroccio a Palermo.
di Redazione – EmmeReports