Gli studenti dell’Università degli Studi di Palermo, hanno deciso di lanciare un messaggio contro la gestione dell’emergenza sanitaria a livello universitario, occupando uno spazio all’interno dell’Ateneo.La tranquillità placida e inerte dell’Università è stata interrotta dall’occupazione di un’aula all’interno dell’Edificio 12, dentro l’ex Facoltà di Lettere e Filosofia. Dopo due anni di pandemia, quello che rivendicano è l’accessibilità a spazi che la gestione dell’emergenza pandemica gli ha sottratto attraverso la chiusura prolungata delle sedi fisiche dell’Università.
Gli studenti lamentano come l’amministrazione d’Ateneo non si sia premurata di predisporre tempestivamente le strutture per assicurare a tutti una fruizione completa del diritto allo studio.
«È stato ottenuto uno e un solo risultato all’interno dell’Università – dicono i membri del collettivo Studenti Palermitani – educarci all’assenza di interazione e di scambio, all’alienazione e all’isolamento, alla passività rispetto ai processi sociali. Dopo due anni di crisi generalizzata in cui i giovani sono stati, e continuano a essere, la categoria sociale meno presa in causa, la nostra responsabilità di studenti è quella di restituire, attraverso una pratica di lotta, il senso fondamentale della vita studentesca e dell’Università come luogo sì della formazione, ma della formazione partecipata, dell’incontro e dell’interazione. Un senso conquistato tanto duramente con le lotte, la maggior parte delle quali partite, tra l’altro, proprio qui, dall’ex Facoltà di Lettere e Filosofia».
E proseguono: «Occupare questo spazio significa restituire a noi studenti la possibilità di partecipare ai processi che stanno attraversando la nostra Università oggi e la vogliono normalizzare così, per come la vediamo dal 2020 ad oggi: deserta. Se il nuovo rettore prof. Massimo Midiri e la direttrice di dipartimento prof.ssa Francesca Piazza si oppongono a questa occupazione e al ritorno in presenza degli studenti, li chiamiamo senza mezzi termini Guardiani del deserto. Spiegano che se con il super green pass si può andare ovunque, al cinema, al teatro, in vacanza non si può negare l’accesso agli edifici universitari».
«Ci parlano di bandi, di rispetto delle procedure di assegnazione. Ma quali bandi, quali scadenze vanno rispettate, se l’idea di fondo continua ad essere quella di tenere l’università vuota? Non abbiamo intenzione di rimanere chiusi a casa, incollati alle scrivanie delle nostre stanze, ma liberi di consumare; liberi di produrre, comprare, partire, ma non di confrontarci in aula, studiare insieme, organizzare assemblee. Che la direzione la pensi come vuole. Da oggi facciamo da noi».
di Redazione – EmmeReports