La Centrale Operativa del 118, la notte del 12 gennaio 2022, riceve una richiesta di soccorso dall’Ospedale di Pantelleria. Una donna deve partorire e la struttura dell’isola siciliana è chiusa, perché, secondo le normative ministeriali, sotto i 500 parti è pericoloso, quindi si preferisce centralizzare gli interventi nei grossi ospedali. L’elicottero è il mezzo più rapido per la tipologia di intervento richiesto quella notte. La Centrale Operativa del 118 contatta l’equipaggio di volo richiedendo la missione. Piloti e medici valutata la fattibilità in termini aeronautici e sanitari, raggiungono rapidamente l’AW139, danno il via alle procedure per la messa in moto e decollano.
Le Centrali Operative 118 coordinano l’attività degli elicotteri e possono richiedere l’attivazione per diversi tipi di intervento. Il Soccorso Primario consiste nel trasportare il più rapidamente possibile sul luogo dell’emergenza, l’equipe sanitaria ed eventualmente provvedere al trasferimento in idoneo presidio ospedaliero dei pazienti dei quali si rendesse necessario il ricovero. Il Trasporto Secondario Urgente consiste nel trasferimento dei pazienti critici tra diversi presidi ospedalieri. Il Trasporto Urgente serve per trasportare organi per il trapianto e presidi medico-chirurgici (personale, farmaci, sangue, plasma e attrezzature).
In arco diurno il decollo dell’aeromobile deve avvenire entro un tempo di 5 minuti a partire dal momento in cui il Pilota Comandante accetta la missione primaria o entro un tempo massimo di 15 minuti a partire dal momento in cui accetta la missione secondaria. In arco notturno il tempo massimo è in tutti casi di 30 minuti. Gli equipaggi sono pianamente addestrati per intervenire su una vasta tipologia di casi, può variare ad esempio il rilascio dell’equipe sul target con rotore in moto, oppure in hovering se gli elicotteri sono dotati di verricello di soccorso o con rotore fermo. Alcune delle missioni secondarie possono prevedere l’impiego della culletta termica, una particolare incubatrice che, installata sull’elicottero, può trasportare neonati a temperatura monitorizzata, impiego di ECMO (Extra Corporeal Membrane Oxygenation), doppia barella. In fase di implementazione l’impiego del verricello di soccorso e l’uso degli NVG (Night Vision Goggle).
“Siamo stati chiamati per andare a Pantelleria, a prendere una donna gravida che aveva rotto la membrana e doveva partorire” ha raccontato a EmmeReports, il Dottor Dario D’Alessandro, anestesista rianimatore dell’Ospedale Salvatore Cimino di Termini “La signora aveva un ritardo di crescita del feto e ed era stato pianificato che doveva raggiungere quanto prima la struttura ospedaliera di Palermo, perché provvista di UTIN rianimatorie (Unità di Terapia Intensiva Neonatale) per i bambini”.
I medici dell’Elisoccorso sono tutti anestesisti rianimatori, con una grande esperienza sul campo. Per loro fare emergenza territoriale col 118 è una vocazione. “Trovarsi in prima linea a soccorrere un paziente che ha avuto un incidente stradale o un infarto, è una cosa che ti rende veramente migliore e ti fa sentire orgoglioso del tuo lavoro” ha spiegato il Dottor D’Alessandro. “L’elicottero è un’ambulanza che vola a 2000 metri, dove ci sono difficoltà di comunicazione, lo spazio è ridotto ed è fondamentale un’ottima complicità tra l’equipaggio. Per questo motivo, facciamo parecchi briefing e debriefing, perché dobbiamo lavorare all’unisono”.
Il servizio di Elisoccorso (altresì detto HEMS Helicopter Emergency Medical Service) è sviluppato, secondo capitolato di appalto, sulle basi di Palermo, Messina, Caltanissetta, Lampedusa (H24), Catania (HJ) e Pantelleria (H12) con tre tipologie di elicotteri: Leonardo AW139 (Palermo e Lampedusa), Leonardo AW169 (Messina e Pantelleria) e Airbus EC145D2 (Catania e Caltanissetta). Attualmente il servizio è condotto dall’operatore Babcock MCS Italia SPA.
“Siamo arrivati in condizioni meteo avverse, facendo la strada più breve, grazie ai nostri bravissimi piloti che ci hanno portato in meno di un’ora sull’isola, abbiamo accolto la paziente che era stata già trattata dal gruppo ostetrico dell’ospedale di Pantelleria, che ci ha informato sulle sue condizioni, spiegandoci che era una paziente in condizioni stabili, ad una terza gravidanza” ha spiegato il Dottor D’Alessandro.
“La paziente aveva le membrane rotte, ma non aveva contrazioni frequenti, erano veramente sporadiche, ogni 20 minuti, quindi abbiamo deciso di affrontare il volo per Palermo” ha continuato il medico del 118. “Durante il volo la paziente è stata abbastanza collaborante, lasciandosi guidare dalla nostra tranquillità, nonostante le difficoltà di comunicazione. Sopra Punta Raisi, però, le contrazioni sono aumentate e alle ore 00:12 del 12 gennaio 2022, sopra Sferracavallo la bimba ha deciso di nascere, rendendoci partecipi del bellissimo miracolo della vita, soprattutto dopo questi anni di pandemia, dove ci siamo confrontati contro una brutta bestia, che ci ha portato a volte ad essere sconfitti, vedendo morire tante persone e scoraggiandoci come esseri umani”.
Il Dottor D’Alessandro, dopo dieci anni in sala parto presso l’Ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, ha affrontato in maniera serena anche quest’emergenza. “Atterrati a Boccadifalco abbiamo iniziato a fare tutte quelle procedure che servono per salvaguardare i parametri della madre e della bambina” ha spiegato il medico del 118. “Noi trattiamo pazienti più gravi, pazienti Covid, pazienti politraumatizzati, che hanno avuto infarti ed emorragie, quindi, assistere al miracolo della vita è stato qualcosa di veramente unico e irripetibile. Una scarica di adrenalina impressionante, anche perché vedere questa piccola creatura di due chili e mezzo circa voler vivere, è stata un’emozione forte, un grido di speranza per il futuro!”.
Gli equipaggi di volo sono composti da due piloti (Comandante e Copilota) e l’equipaggio di soccorso da Anestesista Rianimatore ed un Infermiere. Solo a Catania l’equipaggio di volo è composto da Pilota e Tecnico HCM (Helicopter Crew Member). La notte del 12 gennaio 2022, a bordo dell’AW139 in volo tra Pantelleria e Palermo, c’era anche Vincenzo Pitò, infermiere del 118, da circa ventotto anni in terapia intensiva e rianimazione dell’Ospedale Civico di Palermo.
“Eravamo preparati al peggio. Siamo addestrati per questo” ha raccontato Pitò. “La signora era molto tesa e preoccupata, ma noi abbiamo cercato di trasmetterle la nostra tranquillità. Io le tenevo la mano, man mano che le contrazioni aumentavano. Nonostante la donna fosse straniera e avessimo le cuffie, siamo comunque riusciti a comunicare con lei e a dirle che sarebbe andato tutto bene. E poi si sa che i siciliani riescono sempre a farsi capire!”
L’infermiere rianimatore Vincenzo Pitò è un veterano dell’Elisoccorso, ha perso il conto delle ore di volo accumulate e delle persone salvate. Tutti i suoi pazienti che gli devono la vita, ricordano, in particolar modo, la sua voce, la sua gentilezza e la sua professionalità. “Fortunatamente è andato tutto bene” ha detto a EmmeReports l’infermiere del 118. “Per noi è stata una bella soddisfazione far nascere la bambina in volo e garantirne la sicurezza nella delicata fase di atterraggio”.
Di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports