La Giornata internazionale delle persone con disabilità indetta dalle Nazioni Unite dal 1981 deve essere vissuta come stimolo a superare tutte le diversità.
“Una giornata nata per aumentare la consapevolezza e la comprensione dei problemi connessi alla disabilità – commenta Sandro Mangano, coordinatore regionale del Dipartimento Libertà Civili di Forza Italia – ma il discorso è molto ampio e complesso se e quando riguarda persone omosessuali. Le persone con disabilità rappresentano il 15% della popolazione mondiale – spiega Mangano – circa un miliardo, e devono affrontare nel corso della loro vita discriminazioni e ostacoli che ne limitano la piena partecipazione alla vita sociale”.
Negli ultimi tempi si sono compiuti grandi passi in avanti grazie all’impegno sociale, ma c’è un’arretratezza di fondo in tutti i vari ambiti: sanitario, assistenziale, psicologico. Basti pensare che anche in ambito scolastico, ci si ritrova con personale non specializzato o assistenti alla comunicazione che ritardano ad arrivare per la mancanza dei fondi.
“Si parla – aggiunge Mangano – di integrazione, di abbattere la discriminazione, ma c’è veramente la volontà di inclusione? Io credo che oggi non esista una vera integrazione e che la discriminazione coinvolga diverse sfere sempre più ampie”.
Sandro Mangano fa riferimento all’idea che purtroppo ancora spesso ci si pone e cioè se le persone con disabilità hanno una vita sessuale? E si allarga al tema dell’omosessualità.
“E questa è già una discriminazione. E se a questo si aggiunge anche l’essere gay o lesbica cosa succede? Per le persone omo-transessuali il rischio di discriminazione è ancora maggiore. Come se le persone disabili non debbano avere una vita sentimentale o una relazione affettiva, quasi fosse qualcosa di sbagliato. Se tale è il pregiudizio da parte di chi osserva immaginiamo come possa sentirsi una persona portatrice di disabilità”.
Nel corso degli anni abbiamo raccolto testimonianze che hanno dell’incredibile, con domande assurde che provocano dolore e disagio: “Sei diventato gay perché sei sordo o cieco? La prima conseguenza è che viene a mancare il diritto alla privacy perché se è vero che il primo approccio delle persone omosessuali arriva grazie alla comunità Lgbt che ti accoglie e ti fa sentire “non diverso” è anche vero che non tutti i disabili omosessuali hanno fatto il proprio coming out o si sentano pronti a dichiararsi e invece si vedono “obbligati” a farlo per potere essere accompagnato in locali o ritrovi gay, non credo sia accettabile. Esistono divari – conclude Mangano – ancora oggi realmente assurdi, e in questo caso la discriminazione la si può definire doppia. Dobbiamo superare lo scoglio sociale e vedere la ‘diversità’ come ‘unicità’”.
di Redazione – EmmeReports