Questa mattina, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, un gruppo di studentesse del Collettivo Medusa ha messo in atto una protesta all’interno dell’università di Palermo.
Prima uno striscione dal tetto della Ex Facoltà di Lettere e Filosofia con scritto “Non è tempo per essere vittime. È ora di lottare!”; poi le studentesse sono entrate all’interno dell’edificio bloccando per diverso tempo l’accesso ad alcune aule, impedendo il normale svolgimento delle lezioni.
“Crediamo che la migliore risposta a una condizione di subalternità, di sfruttamento, di costruzione di teorie filosofiche e politiche che giustificano la condizione di subalternità delle donne, sia la lotta. Non pensiamo sia necessario avere una giornata che celebri il ruolo di vittima della donna, ma pensiamo sia giusto celebrare le donne che lottano e si ribellano, che costruiscono processi rivoluzionari dentro la società attuale” afferma al megafono Anna Taibi, una studentessa del Collettivo Medusa.
La protesta è stata messa in atto all’interno dell’università perché le studentesse denunciano la mancanza di spazi a disposizione di tutti e tutte dove poter studiare, organizzare iniziative, creare momenti di confronto.
“Con la scusa della pandemia, sono stati sottratti alle studentesse e agli studenti spazi in cui poter studiare e vivere l’università non solo come un posto in cui seguire una lezione e scappare, ma come un posto da vivere tutti i giorni, in cui costruire contro sapere e organizzare pratiche di lotta. Chiediamo che tutti gli spazi inutilizzati all’interno dell’università vengano riaperti agli studenti e alle studentesse che lottano per una società diversa” continua Anna Taibi.
Dopo alcuni momenti di tensione con le guardie giurate che si sono scagliate contro le studentesse per rimuovere lo striscione e il blocco attuato, non riuscendoci, la direttrice del dipartimento di Scienze Umanistiche ha incontrato le ragazze e si è impegnata a risolvere la questione nel breve tempo.
di Redazione – EmmeReports