E’ stato il giorno dell’arcobaleno a Palermo che dopo la bocciatura del Ddl Zan ha voluto dare un segnale forte alla politica e alle Istituzioni partendo già dal titolo: “Fascisti tremate, le streghe sono tornate”.
Alla luce del voto di mercoledì in Senato, il Coordinamento Palermo Pride ha ritenuto “inopportuna qualunque presenza istituzionale dietro lo striscione” in testa al corteo ed, infatti, i pochi politici presenti hanno fatto da contorno ad un grande e partecipato corteo che partendo dal Foro Italico è giunto in serata a Villa Filippina.
In occasione del Palermo Pride, oltre al Teatro Massimo, anche la facciata del Palazzo dei Normanni è stata illuminata con i colori dell’arcobaleno.
“Dopo il blocco delle manifestazioni causa pandemia covid19 – ha sottolineato Sandro Mangano, responsabile regionale del Dipartimento Libertà Civile di Forza Italia – illuminare l’edificio con i colori dell’arcobaleno è un chiaro segno di apertura ed accoglienza per la lotta alle discriminazioni. Sono felice di tale accoglimento e ringrazio il Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e tutti i deputati che hanno accolto l’iniziativa come ulteriore atto di integrazione e lotta alla discriminazione. Un’integrazione che è segnale di accoglienza, perché la sede del Parlamento siciliano rappresenta il popolo e tutti i colori politici che, al di là delle posizioni politiche, si sono concentrati su un unico obiettivo quello di annullare le discriminazioni impegnandosi a lavorare sul territorio affinché non esistano più divisioni sociali che nel 2021 sembrano assurde. La nostra iniziativa – conclude Mangano – non vuole entrare nel merito della marcia stessa del Pride, o sul tema del DDL Zan, ma tale segnale sarebbe una chiara apertura da parte di un Governo Regionale che rappresenta tutti i siciliani che hanno eletto i loro parlamentari di qualsiasi colore politico”.
Non è mancata la polemica politica dopo le parole del primo cittadino del capoluogo siciliano che ha parlato di “atto eversivo” riferendosi alla bocciatura del Del Zan
“Questa è la Palermo dei diritti che si rivolge all’Italia dei diritti negati. La bocciatura al Senato del ddl Zan è un atto eversivo che viola i principi della nostra Costituzione. Il Parlamento ha scritto una pagina nera della vita del nostro Paese che fa fare un salto indietro rispetto ad un cammino che la città di Palermo, invece, continua. E la partecipazione di tanti cittadini in questa iniziativa è il segno di una città che lotta e sempre continuerà a farlo per il rispetto di tutti i diritti”.
Questa è la dichiarazione di Leoluca Orlando che, insieme ai componenti della Giunta, ha partecipato al corteo del Palermo Pride ed ha suscitato l’ira della Lega.
“Apprendo con sgomento e preoccupazione che il Sindaco Orlando, durante il Pride di Palermo, ha dichiarato che la bocciatura del Ddl Zan sia stato un atto eversivo che viola i principi della nostra costituzione” ha dichiarato il capogruppo della Lega a Palermo Igor Gelarda.
“Parole gravissime da parte del primo cittadino di Palermo. Che dopo avere gettato la città, che male amministra, in fondo a tutte le classifiche per qualità della vita, ora si permette di mettere in dubbio l’operato del Senato della Repubblica, eletto dal popolo italiano. Dovrebbe solo vergognarsi per ciò che ha dichiarato e chiedere scusa. E pensare piuttosto a fare il sindaco di Palermo, dove 800 Bare insepolte sono al deposito al cimitero di Palermo e tonnellate di rifiuti invadono la sua città , mai ridotta in questo totale stato di abbandono” ha concluso l’esponente della Lega.
di Antonio Melita – EmmeReports