Siamo quasi giunti al termine di questo sabato e dell’udienza preliminare del processo Open Arms contro Matteo Salvini, non importa quasi a nessuno. Anche a chi, questa mattina, inscenava proteste o si indignava per la presenza a Palermo, del leader della Lega. Perché, diciamolo, questo processo, come quello Gregoretti, è solamente un’ennesima pièce teatrale, voluta e recitata dalla politica, le cui vere vittime sono gli italiani che devono pagarla e anche gli stessi migranti che sono stati pedine di scambio di questo gioco di potere e a cui, realmente, non gliene fregava e non gliene frega assolutamente nulla.
Anche il GUP di Catania ha già smontato le accuse all’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. Lo si legge chiaramente alle pagine 77, 78 e 79 della sentenza di non luogo a procedere pronunciata dal Giudice Nunzio Sarpietro per il caso Gregoretti. “Open Arms”, ha scritto il giudice, “rimaneva per giorni tra le acque libiche e quelle maltesi, soccorrendo in tre diverse occasioni circa 130 persone, trasportandole, come detto, a Lampedusa e dopo aver rifiutato lo sbarco di 39 migranti nell’isola di Malta e dopo aver rifiutato due diversi Places of Safety, indicati dal governo spagnolo, prima in Algeciras e poi nelle isole Baleari. In particolare, poi, i naufraghi sbarcarono, come detto, a seguito dell’emissione in via di urgenza del decreto di sequestro preventivo adottato dal procuratore della Repubblica di Agrigento”.
“Nel caso della Open Arms” prosegue la sentenza “si è pervenuti alla conclusione di ritenere Stato di primo contatto quello italiano, perché era stato richiesto a IMRCC Roma, la concessione del più volte menzionato Place of Safety, ed anche perché la nave aveva già raggiunto le acque territoriali italiane. In conseguenza di tale principio, perciò, i comandanti delle singole unità navali delle ONG potranno scegliere i porti dove andare, che – inevitabilmente – allo stato attuale sembrano essere solo quelli siciliani”. La sentenza prosegue: “Il caso ha suscitato diverse polemiche e prese di posizione, anche perché, come si rileva dalla stessa relazione del Tribunale dei Ministri, è emerso nel corso del processo il sospetto che alla base del rifiuto del comandante della nave di non accettare i porti spagnoli che gli erano stati assegnati e, quindi, di condurre la sua unità verso quelle destinazioni, vi fosse il timore di subire pesanti sanzioni del proprio Stato di bandiera, in relazione alla contravvenzione inerente la violazione delle norme di sicurezza sull’utilizzo della nave, che trasportava oltre 100 persone, pur essendo in realtà omologata soltanto per 19”.
Presente anche la stampa estera, questa mattina, presso il carcere Pagliarelli di Palermo, nella cui aula bunker si è svolto il processo Open Arms. Tutti pronti a puntare il dito contro l’Italia, l’unico Paese che, realmente, ha dovuto sobbarcarsi il fenomeno migratorio, usando le proprie unità navali, per salvare in acque libiche e non solo, le migliaia di persone che, in questi anni, sono stati messi in mare dai trafficanti di esseri umani.
Il Tribunale di Palermo ha dato appuntamento a dicembre, per il prossimo atto del processo Open Arms a carico dell’ex Ministro degli Interni e che dovrebbe vedere protagonisti, anche ministri ed ex ministri, l’ex premier Conte e anche l’attore Richard Gere.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports
Foto di Antonio Melita, Victoria Herranz & Francesco Militello Mirto