A Salemi da un’intuizione di Giuseppe Maiorana, coordinatore dell’Ecomuseo del Grano e del Pane, sono nate le Panedicole. Piccoli dipinti tematici realizzati in una raffinata serie da Salvo Catania Zingali, artista di sangue siciliano ma nato in Libia nel 1967, che da anni è impegnato in una personale e affascinante ricerca pittorica sul mondo degli oggetti, vissuti come segni che rassicurano e danno appartenenza.
Lungo i vicoli della cittadina, sui colli della Sicilia occidentale, restano le tracce di una forma devozionale che mescola spiritualità, cura dello spazio comune e anche pubblica ostentazione del rapporto con la divinità. Piccole edicole, sormontate da un timpano triangolare che parte sì dai frontoni classici ma ha perduto le colonne di sostegno e diventa così il simbolo più ancestrale di un monte, luogo sacro per eccellenza, ai cui piedi l’orante pone la propria offerta votiva. Questo gesto dell’offrire rende concreto un passaggio che le sacre rappresentazioni avevano stravolto con la loro modernità. Le edicole di Catania Zingali non sono infatti finestre, spazi illusori e prospettici, bensì luoghi speciali votati al gesto del donarsi. Inoltre, secondo Giuseppe Maiorana che ha introdotto in catalogo diversi eventi che legano l’Ecomuseo all’arte contemporanea, l’uso di porre dei ceri o lumini sotto l’edicola, la costante attenzione del fedele nel tenere accesi quei piccoli riverberi nella notte, andava a svolgere anche un’importante funzione di pubblica sicurezza, rendendo più sicuro, nel dedalo di strade senza luce, il passaggio dei cittadini.
Atto di fede, reminiscenza di un passato remoto, sostegno alla sicurezza nell’incerto cammino notturno, le edicole hanno punteggiato molte strade di Salemi diventando punti fermi nel tessuto urbano, memorizzate con amore dai residenti nel succedersi delle generazioni, parti importanti di un patrimonio collettivo. Proprio queste caratteristiche rendono la creazione site specific delle opere di Catania Zingali un simbolo della relazione fra territorio, tradizione e collettività. Sono gli elementi essenziali alla base anche dell’Ecomuseo del Grano e del Pane, sede di residenze d’artista e degli eventi d’arte sul tema del frumento, della panificazione e dell’offerta rituale. L’Ecomuseo, infatti, è un ente finalizzato ad approfondire, conservare, valorizzare e rinnovare un bene culturale legato al territorio in stretta partecipazione con la comunità, custode di questi antichi valori. L’Ecomuseo è una realtà viva, costituita dalla fitta rete di memorie, di gesti tramandati, di un’identità fortemente radicata e specifica di un territorio: non ha visitatori, ma abitanti, è costituito dall’intera comunità che ne resta interprete nel corso del tempo, senza diventare spettacolo consumistico ad uso degli altri.
I dipinti di Salvo Catania Zingali colgono così doppiamente nel segno: ricostruiscono con la loro presenza fisica un punto storico della devozione ormai quasi dimenticato, corroso dal tempo o stravolto da nuovi interventi edilizi, fissano nei pani il simbolo di un sentire comune, un elemento pregnante che appartiene all’immaginario della collettività di Salemi. È una forma che le mani sapienti delle donne sanno modellare e che nella comunità tutti conoscono, rispettano e amano. Unendo questi elementi, la devozione storica e la forma della tradizione, Catania Zingali fa scattare nell’osservatore un’intuizione, un’improvvisa conoscenza. È proprio per questo corto circuito intellettuale che la sua arte, pur restando fedelmente figurativa e aderente al reale, diventa al contempo concettuale. Il pane, o meglio il pane in una determinata forma sacra e votiva, prende il posto dell’iconografia religiosa e si riconnette ad una ritualità più antica, anteriore alla rivelazione cristiana, legata invece ai culti della terra, al ritorno delle stagioni, quindi ai ritmi regolari dell’universo, che il sacrificio, cioè l’ostensione della forma votiva, alimentano e preservano.
L’Ecomuseo del Grano e del Pane, commissionando queste opere, ponendole nei percorsi atavici delle edicole, ritirandoli per essere conservati nelle collezioni del Museo ed eventualmente riproposti nei riti collettivi, ha saputo veramente con grande intelligenza innovare e preservare la tradizione, riscoprendo le radici più autentiche del rito attraverso la pennellata innovativa della modernità. Salvo Catania Zingali ha dipinto su supporti a lui cari, pannelli di multistrato di cui lascia trasparire le venature sotto campiture volutamente sommarie di colori caldi, che tengono memoria del gesto, del colpo di pennello, del pigmento che fatica a coprire e nascondere, a far dimenticare il supporto. I pani sono resi con un tocco impressionista, da vicino si sfaldano in guizzi di ombre e colpi di luce, la tecnica li rende vibranti, come fossero illuminati dal sole. La pittura di Catania Zingali, così ammiccante allo stile compendiario dell’età classica, sembra così sostenere il richiamo delle Panedicole ai riti arcaici, completando con grande intelligenza l’idea suggerita dall’Ecomuseo del Grano e del Pane.
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports
Ricerche ed editing a cura di Monica Cerrito