Non sapevo dove si trovasse Danisinni, nonostante sia nato e cresciuto a Palermo. L’ho scoperto per caso, un giorno, durante la campagna di vaccinazione, che ha portato il siero contro il Covid-19 e la mia macchina fotografica, nell’antico quartiere alle spalle di piazza Indipendenza. Questo luogo e la sua comunità, mi sono emerse dal nulla, come “le acque del Papireto che, nel 2014, come gesto simbolico, sono state fatte emergere in piazza Danisinni, per raccontare il bisogno di andare oltre le apparenze o le etichette sociali e riscoprire i talenti che, persone e ambiente potrebbero, altrimenti, tenere celati. La metafora dell’acqua ha ispirato il logo di questo processo e cioè la goccia col sorriso, che è espressione della risorsa umana ed ambientale propria del luogo”.
La prima cosa che mi ha colpito è stato il campo di calcio disegnato sull’asfalto della piazza, dove i bambini del rione giocano a pallone, non avendo campi di calcetto o altre strutture allo scopo ricreativo. Danisinni è guidata dai frati Cappuccini e da Fratel Mauro Billetta, cresciuto con Don Puglisi a Brancaccio. Il parroco di Sant’Agnese ha iniziato quattro anni fa, un percorso di rigenerazione urbana del quartiere, per far emergere il bene dal degrado. La Giornata del Creato 2021, ricorrenza celebrata ieri, è stata un’occasione di incontro e riflessione per la comunità di Danisinni. “Dobbiamo camminare per una vita nuova, sentirci tutti famiglia, fratelli, essere gli uni custodi degli altri e quindi custodi del Creato” ha commentato Fratel Mauro a EmmeReports. “Questa giornata deve essere un’esperienza di condivisione. Un momento per narrare le buone pratiche che, all’interno di Danisinni, come in tutta la città di Palermo, si devono realizzare nel quotidiano”.
Come ha spiegato il parroco di Sant’Agnese, tra le cosiddette buone pratiche, ci sono diverse iniziative che hanno lo scopo di rigenerare (parola che ricorre spesso quando di racconta Danisinni) non solo il luogo dove si vive, ma anche le persone, attraverso un percorso riabilitativo professionale, che possa restituire loro dignità e offrirgli una seconda possibilità. Ci sono i detenuti del Carcere Ucciardone a cui viene, ad esempio, insegnato a fare il pane o i ragazzi del Malaspina, che fanno i biscotti. Competenze che, una volta usciti dalla detenzione, li porterebbero a reinserirsi verso il mondo del lavoro.
“Qui nella nostra comunità abbiamo chi coltiva la terra, come misura alternativa alla detenzione” ha aggiunto Fratel Mauro “o chi si prende cura dei bimbi speciali, dell’ambiente, della fattoria e degli animali. C’è un processo di rigenerazione urbana e umana, di crescita delle persone che stanno mettendo a frutto il sistema e le competenze di ciascuno credendo nel bene e nella custodia della casa comune”.
La ricorrenza di ieri è stata anche l’occasione per presentare alla comunità e all’intera città di Palermo, la nuova opera di Igor Scalisi Palminteri. “Un nuovo murales a Palermo, in una borgata importante, come quella di Danisinni, dove, in questi anni, solo la parrocchia e alcune associazioni, si sono adoperate per questo territorio molto difficile, trascurato e che avrebbe bisogno di cura, come questo bambino seduto sul trono” ha esordito l’eclettico artista palermitano. “C’è chi se ne è lavato le mani, come Ponzio Pilato. Infatti l’opera si chiama “Ecce Homo”. Le Istituzioni spesso se ne lavano le mani, si buttano in “piscina” e si siedono sulle “poltrone”, come quelle del consiglio comunale. Con quest’opera voglio denunciare le Istituzioni per trascuratezza nei confronti, soprattutto, dei minori”.
“Le scuole comunali non funzionano, sono un fallimento, non si assumono insegnanti, i bambini di quartieri come Danisinni, sono trascurati come i luoghi in cui vivono” ha dichiarato l’artista siciliano. “Ecco perché ho voluto rappresentare questo bambino sul trono, dove meriterebbe di stare. Lui è un Re, ma, purtroppo, la sua “corona” è di cartone, i suoi piedi sono “legati”, quindi non può compiere i passi verso il futuro. Il cuore del dipinto è quest’agnello, che rappresenta la fragilità, che va curata e preservata”.
“Stiamo parlando di bambini meno emancipati, che avranno meno possibilità lavorative in futuro, che non hanno mai letto un libro e, forse, mai lo leggeranno, non sono mai entrati in una galleria di arte contemporanea o in un museo” ha spiegato Igor Scalisi Palminteri. “Le responsabilità di chi sono? Dei genitori, che a loro volta sono trascurati, traditi e gettati nella spazzatura dalle Istituzioni, solo, perché sono dei delinquenti? Chi non conosce realtà come quelle di Danisinni, le mie parole possono sembrare esagerate”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports
Foto di Victoria Herranz e Francesco Militello Mirto