Oggi, ore 17 al Palazzo Belmonte Riso, si aprirà il dibattito “Palermo città giardino tra vergogna e meraviglia” durante la presentazione del catalogo “Il giardino delle delizie” sulla mostra di Momò Calascibetta. Il giardino è, in fin dei conti, la nostra rappresentazione dell’Eden, ciò che è sempre stato la promessa, il ricordo, un bene perduto, il fine ultimo della vita. Nell’arte di Momò, invece, si ribalta improvvisamente diventando la realtà, viturperata, abbruttita, degradata, oltraggiata, per dire semplicemente che il vero giardino siamo noi, o almeno lo saremmo se non sprecassimo il nostro breve soffio di vita nella più squallida banalità. L’Artista riflette come uno specchio della verità il vivere quotidiano e vorrebbe con questo spronarci ad uno scatto di orgoglio, di umanità. La presentazione del catalogo diventa così un piacere dell’intelletto che porta in evidenza un tratto peculiare dell’estetica di Momò Calascibetta: un cuore di pace, cultura e bellezza per il direttore Luigi Biondo. La vanità delle illusioni che spostano lo sguardo dalla concretezza della nostra vera natura, per inseguire turbinii di miraggi evanescenti, secondo Dario Orphée La Mendola. Infine l’idea che l’Artista abbia trovato il proprio giardino segreto e quello che dipinge sia l’esterno, il mondo infernale del nostro essere quotidiano, delle moltitudini che non vivono ma si arrovellano.
Prendiamo alcuni stralci dai contributi in catalogo; Luigi Biondo, Direttore del Museo Regionale di Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, scrive: “Un viaggio intrigante nel colore, nel segno forte e graffiante da sviluppare negli spazi di Palazzo Riso con l’aiuto di icone per grandi composizioni che diventano espressione e consapevolezza del tempo che scorre ignaro di epidemie o fatti nefasti, una prova per la mente e per lo spirito, per sconfiggere lo stato di atarassia nel quale siamo precipitati. Dipinti che diventano stati dell’anima preziosi per una rinascita attesa da troppo tempo e mai così utile. La ricchezza di inventiva di questo prolifico ed ironico figlio del Mediterraneo richiama dottrine e sapienze diverse, ciascuna delle quali detta letture nuove, talvolta in conflitto con le regole troppo spesso omologate dall’arte contemporanea. Un grazie di cuore all’artista che ha continuato a credere in questo processo e che non ha mai voluto deporre le armi della pace, della bellezza e della cultura”.
Il contributo in catalogo di Dario Orphée La Mendola è un breve racconto “Il giardino della vergogna” che ci trascina nel mondo dei ricordi, dell’inesorabilmente passato: “Ormai il peccato è dentro la natura. Proprio dentro. Non su di lei, o intorno. È dentro. E da dentro ama diffondersi. Come il sangue, le spine, l’amore. E brucia. Brucia, il peccato. E non viceversa. Prima eravamo noi, noi esseri umani, a commettere peccato, a riconoscerlo, a provare rimorso, a giudicarlo, ad assolverlo, a ignorarlo. L’avevamo inventato per darci un senso, per credere in qualcosa di concreto, per nascondere la verità. Adesso il peccato è dentro quella misteriosa forza che ci tiene in vita, che crea e distrugge con lo stesso piacere, e che ci rincretinisce con la sua meraviglia. Il peccato è lì, e lì permane, simile a un respiro prolungato, che non ha termine. Non un affanno: un respiro. Proprio un respiro. Avverto l’intensità. Un’intensità dolorosa, un’intensità solitaria. È come se l’inferno si fosse lentamente ingrandito e non riuscisse più a contenersi, valicando i suoi confini, straboccando dal pavimento del mondo, simile agli infanti sputati dal ventre, mescolandosi con la bontà che un tempo penetrava nella trasparenza del presente. Il presente è caduto. È polvere. No, non è la fine! E no. È l’inizio! Se fosse la fine, saremmo felici: perché ci troveremmo a metà strada, perché sapremmo che la sofferenza, a breve, potrà diluirsi. E invece è l’inizio. Vedo il nulla che comincia a manifestarsi, piano piano, montando; e con esso tutta la sua cattiveria, tutta, che investe noi, soffocandoci. La luna tramonta dietro le colline, dandoci le spalle, rossa di vergogna. Tanti secoli consumati a immaginare cosa ci fosse alla fine della vita. E infine scopriamo che la morte aveva immaginato, da sempre, le nostre illusioni. Illusioni nelle quali anch’io, a lungo, ero caduto”.
Infine Andrea Guastella, curatore appassionato della mostra che, in un continuo scambio di pensieri e riflessioni con l’Artista, ha vissuto tutto il processo creativo de “Il giardino delle delizie”. “Palermo, come rivelano ancora molti segni, è stata una delle meraviglie dei secoli andati e ha brillato come un diamante nella storia del mondo. Palermo la splendente, la chiamavano. Quando? All’epoca degli emiri, in quella del grande Federico? Come direbbe un credente, Dio solo lo sa. Si tratta, in ogni caso, di una gloriosa antichità. Né potrebbe essere altrimenti, dal momento che i suoi fiumi, ora sepolti, irrigavano un giardino con al centro una piazza circolare, per accogliere il sole. Questo però appartiene al passato. Oggi tutto è in rovina. O ricostruito in forma nuova. O abitato da uomini che hanno dimenticato quali strade tagliassero il giardino. Chi ricordava, è partito. O ha chiuso gli occhi per nascondersi il male. Perduto il paradiso, non restava che fuggire. Chi però è tornato a casa, ha subìto l’assalto dei ricordi. Il passato si è riversato nel presente, già preme sul futuro. Non vi è peccato che possa consumare il paradiso: esso esiste da sempre, e sempre esisterà. Esiste nei sogni di Momò Calascibetta, che da anni coltiva il suo giardino. Un giardino che confina, stranamente, con l’inferno. Ma di che mi meraviglio? La “selva antica” del Paradiso è meno “oscura” di quella in cui Dante si smarriva?“.
Per approfondire queste riflessioni e cercare nuovi spunti prenderanno parte al dibattito il direttore Luigi Biondo, la curatrice della Collezione permanente del Museo Riso, Rosaria Raffaele Addamo, il curatore della mostra Andrea Guastella e l’artista Momò Calascibetta; gli interventi saranno moderati da Danilo Maniscalco.
Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, Palazzo Belmonte Riso
Giovedì 23 settembre 2021 ore 17.00
“Palermo città giardino tra vergogna e meraviglia”
Presentazione del catalogo per la mostra “Il giardino delle delizie” di Momò Calascibetta, a cura di Andrea Guastella, Aurea Phoenix Edizioni, 2021
Interventi: Luigi Biondo, Rosaria Raffaele Addamo, Andrea Guastella, Momò Calascibetta Moderatore: Danilo Maniscalco
Di Massimiliano Reggiani – EmmeReports
Ricerche ed editing a cura di Monica Cerrito