Si inaugura oggi “Canone Doppio” al Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Riso a Palermo, una mostra di artisti italiani e greci, ventiquattro artisti, su dodici temi presentati a coppie ma realizzati in piena indipendenza, inconsapevoli l’uno dell’altra. Una sperimentazione ottimamente riuscita, su idea del curatore Francesco Piazza che si è ispirato a una composizione di Igor Stravinskij. La mostra inizia così al Riso la sua tappa italiana dopo il grande successo avuto ad Atene.
Piazza ha colto dalla musica l’idea strutturale per uno schema germinativo della collettiva multi tematica; con rigore sono state scelte le misure: tutte identiche, a schema fisso. Con libertà i temi, entro cui coppie di artisti sono stati chiamati ad esprimersi, ognuno inconsapevole di quanto realizzato dalla controparte, cioè dall’omologo: sconosciuto ma chiamato sullo stesso argomento. I temi sono: il Sesso, il Labirinto, la Guerra, la Maschera, i Gemelli, lo Specchio, l’Alter Ego, l’Eden, il Sogno, l’Ombra, l’Eco, il Viaggio. Con totale sorpresa se ne colgono i risultati: un sovrapporsi di sguardi (italiano e greco) riflesso di differenti culture e sensibilità (maschile e femminile), uno svolgersi libero nella successione che rimarca nella sua polifonia la presenza di elementi comuni (i temi) raccontati e vissuti con timbri diversi (ogni tema è doppio) all’interno di una forma fissa (il canone).
Perché scegliere Stravinskij? Prima di ragionare sulla mostra è opportuno lasciarsi prendere dalla musica: il compositore russo che nei primi anni del Novecento era considerato campione della tonalità, quindi radicato nella sensibilità classica della composizione, e rappresentava la ricerca opposta all’atonalità dell’austriaco Schoenberg. Quest’ultimo aveva cancellato la scelta puramente culturale delle tonalità, rappresentazioni emotive, tradizionali, codificate di modi d’essere per dare ad ognuno dei dodici semitoni della scala il medesimo valore componendoli in successioni geometriche. Sembravano gli opposti e invece avevano una profonda radice comune, i semitoni, e una palese possibilità d’incontro che Stravinskij fa propria negli anni Cinquanta riscoprendo, come nel Doppio canone per quartetto d’archi, un legame ancora più forte con l’identità europea: il contrappunto, espressione altissima della musica medievale.
La scelta da parte del Curatore non si rifà tanto allo schema musicale della composizione, ma alla sua essenza: la possibilità che ricerche apparentemente lontane e inconciliabili siano invece molto più vicine e intimamente connesse in corpo unitario. Gli opposti: due culture, due sessi, due identità una volta appaiati dialogano fra loro con naturalezza evidenziando che questi linguaggi sono più prossimi che stranieri. Ortodossi e Cattolici, Levante e Ponente del medesimo mare, radici comuni nella storia recente e miti comuni in quella passata; il significato di Canone doppio sta nell’essere facce diverse della stessa medaglia.
Possiamo adesso comprendere con maggiore profondità il gioco sottile di intreccio fra le culture che sotto il ricamo trovano trama e ordito di un tessuto comune; Francesco Piazza descrive così questo schema rivelatore: “La struttura narrativa di Canone Doppio indaga il tema dell’altro da sé come possibile prodotto delle proprie scelte e della combinazione di queste, attraverso 12 temi, come i dodici suoni del sistema dodecafonico di Stravinskij, che esprimono un’incursione nei vari aspetti della natura umana e che inducono a interpretazioni e rappresentazioni differenti. Tali temi diventano anelli di catene di eventi che nel corso della nostra esistenza si susseguono, talvolta cambiandola e influenzando anche quella degli altri. Le 12 suggestioni proposte traggono ispirazione dalla letteratura alla filosofia, dalla musica ai racconti mitologici, dalla psicanalisi alla cronaca; sono state affidate a dodici coppie (un uomo e una donna di diversa nazionalità) individuate tra i 24 artisti invitati: compongono in Canone Doppio una serie di 12 dittici in cui ogni artista è il contrappunto dell’altro e ad ogni partitura se ne accosta un’altra parallela: un doppio canone in cui il tema sulla natura molteplice dell’esistenza umana è affrontato da due punti di vista differenti e complementari. Agli artisti era stato comunicato esclusivamente il tema loro assegnato ma non il nome dell’altro componente la coppia. Questo per far sì che nella realizzazione dell’opera non vi fosse alcuna interazione e, una volta riunito e composto nel dittico, rimanesse evidente l’autonomia compositiva e concettuale di ciascun autore, così da stimolare un ragionamento su diversità o affinità tra i due paesi d’origine, l’Italia e la Grecia, nell’ottica di una stretta collaborazione”.
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports
Ricerche ed editing a cura di Monica Cerrito
Artisti partecipanti: Evita Andújar, Avlamis Gerasimos, Valentina Biasetti, Ismini Bonatsou, Gianluca Capozzi, Pierluca Cetera, Giuseppe Ciracì, Demetrio Di Grado, Alice Faloretti, Voula Ferentinou, Eleni Ginosati, Vittorio Iavazzo, Michalis Karaiskos, Helen Kyrkilis, Evdokia Kyrkou, Alexandros Maganiotis, Patrizia Novello, Dionisios, Pappas, Konstantinos Patsios, Vania Elettra Tam, Irini Tataki, Samantha Torrisi, Massimiliano Usai, Nikos Varytimiadis.
Canone Doppio a cura di Francesco Piazza e con il coordinamento di Vassilis Karampatsas
Inaugurazione: sabato 18 settembre 2021, ore 18
dal 18 settembre 2021 al 16 ottobre 2021
dal martedì a sabato ore 9/19 (la domenica 9/13)
“Canone Doppio” è una proposta della Comunità Ellenica di Sicilia “Trinacria” e “The Project Gallery” di Atene, con il patrocinio del Comune di Atene, il contributo dell’Istituto Italiano di Cultura di Atene, il sostegno di Tempo Forte (Accordo bilaterale Italia-Grecia), dell’Assessorato Regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana.