A pochi giorni dal suono della campanella, che riporterà studenti ed insegnanti nelle aule scolastiche, nuovi e vecchi problemi sembrano risvegliarsi nel mondo dell’istruzione. Oggi pomeriggio alcuni insegnanti hanno manifestato davanti la sede del provveditorato di Palermo, in via San Lorenzo.
“Ci sono insegnanti che sono stati inseriti nelle graduatorie e hanno conseguito il titolo all’estero, privo di tutti quei requisiti che hanno, invece, quelli italiani” ha dichiarato Filippo Di Pace, insegnante di sostegno nelle scuole secondarie superiori. “Noi per accedere a questo corso, abbiamo dovuto passare una preselezione, poi altri due esami, quindi c’è stata una scrematura importante” ha spiegato l’insegnate palermitano.
“All’estero c’è una vera e propria compravendita per ottenere questi titoli” ha aggiunto Filippo Di Pace. “C’è una equiparazione sostanziale che va a penalizzare chi, come noi, ha conseguito tali titoli con tanti sacrifici. Vorremmo che il mondo della scuola prendesse posizione, che ci facesse capire qual è il suo orizzonte prospettico”.
“Vogliamo una scuola con docenti specializzati, che hanno studiato, che hanno un percorso lineare e legittimo o dove possano accedere i furbetti del titolo ottenuto con questa compravendita oscena, dove il merito non esiste, dove non esistono i requisiti standard previsti dal Ministero? Aspettavamo che il TAR si pronunciasse in merito, ma non lo ha fatto” ha concluso l’insegnante siciliano.
“Attendiamo l’esito del giudizio di ieri per chiarire la situazione, ma non ci fermeremo finché il ministero dell’istruzione o dell’Università (che si rimpallano la competenza) non si esprimeranno definitivamente sulla validità di questi titoli conseguiti all’estero. La questione va avanti da troppi anni, invece l’equipollenza o il riconoscimento di un titolo estero dovrebbe, per norma avvenire in pochi mesi; è venuto il tempo delle decisioni per chi ha responsabilità in tal senso” ha affermato Fabio Cirino, Segretario generale della FLC CGIL Palermo.
Presenti anche i figli degli insegnanti scesi in strada a far sentire la propria voce. Tra questi Simone, classe 2009: “Voglio parlare a nome di mia madre, un’insegnante e di tutti i suoi colleghi qui riuniti a manifestare per avere qualcosa che ci spetta, abbiamo fatto sacrifici immani, indipendentemente dalla provenienza politica, abbiamo combattuto per avere questo posto. Questa situazione potrebbe anche rovinare le vite di ragazzi che hanno bisogno di aiuto. Il lavoro non si fa solo per i soldi, ma per amore e per sostenere gli studenti che hanno bisogno di un supporto. Potrebbero non avere un futuro limpido, un giusto insegnamento da persone valide. Questi che hanno comprato il loro ruolo, in Spagna, Romania o Cipro, potrebbero danneggiare in modo esponenziale, la struttura scolastica. Dobbiamo fare qualcosa per migliorare il nostro futuro”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports