Sullo splendido lungomare di Cala Rossa, si affaccia l’Anfiteatro Villa a Mare di Terrasini, una ridente località turistica a pochi chilometri da Palermo. Sul palco, sotto il cielo terso di un’estate che volge quasi al termine, illuminato dal chiarore della luna piena, è andata in scena un’opera intramontabile, arrivata a noi nella sua immutata bellezza La Traviata. Mentre una leggera brezza spira dal mare, gli interpreti scaldano la voce, i tecnici effettuano gli ultimi controlli e il pubblico riempie, man mano, i posti a sedere. L’Orchestra Filarmonica della Sicilia fa il suo ingresso e quando ogni orchestrale inizia ad accordare il proprio strumento, l’effetto iniziale è quello di una serie di suoni disarticolati che si mescola al chiacchiericcio del pubblico.
Così come è iniziato all’unisono, il suono disgiunto degli strumenti simultaneamente tace e anche il brusio degli spettatori inizia a scemare fino a esaurirsi del tutto, quando iniziano a spegnersi le prime luci. Nel silenzio colmo d’attesa, chiusa nel suo elegante abito da sera, la direttrice d’orchestra, Alessandra Pipitone, entra in scena tra gli applausi. Una passione per la musica, quella di Alessandra Pipitone, nata già all’età di 7 anni e che continua nel corso degli anni ad appassionarsi sempre più per i grandi compositori.
Come lei stessa racconta, non decide di diventare direttrice d’orchestra perché è stata la vita a decidere per lei. “Nel 2017” dice Alessandra “in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, il direttore artistico del teatro Lena, mi ha invitato a creare un’orchestra composta solo da donne, perché convinto che la direzione facesse per me, anche perché avevamo già lavorato insieme, io come pianista accompagnatore e lui come direttore d’orchestra”. Si prepara alla direzione d’orchestra in occasione di un evento importante e dirige la sua la Women Orchestra. Nonostante in alcune rare occasioni abbia percepito una sorta di mancanza di fiducia in quanto donna, tale minima sensazione ha avuto vita breve poiché come lei stessa afferma “la professionalità e la preparazione abbattono ogni barriera ed è questo ciò che conta”.
Nel futuro di Alessandra Pipitone, quello di una donna che guarda gli aspetti della vita con grande positività e che nel suo futuro vede sempre un modo per migliorarsi ancora. “Non ci si ferma mai” aggiunge infatti “poi in questa disciplina è un continuo studio e ci sono sempre dei punti da limare. Vedo comunque tante opportunità future, tante belle esperienze sia con la mia orchestra femminile a cui tengo tantissimo, sia con le orchestre della regione, che in tutta Italia. Non vedo l’ora”.
Dopo avere rivolto il saluto di rito al primo violino, Alessandra Pipitone sale sul podio, mentre una folata di vento sfoglia la partitura posta sul leggio. L’attenzione si sposta verso il palco, il pubblico è in trepidante attesa e finalmente nell’aria si levano le prime note del preludio. Nel buio non è più possibile distinguere i contorni di ciò che circonda i presenti e tutto si dissolve mentre quelle meravigliose note, come se fossero una macchina del tempo, conducono nel “popoloso deserto che appellano Parigi”. La splendida Parigi, città dell’amore per antonomasia, in cui si consuma l’intensa e drammatica storia d’amore tra “La Traviata” Violetta Valery e l’affascinante Alfredo Germont. Una storia d’amore che inizia, tra il serio e il faceto, in un momento di conviviale allegria, tra porcellane, tintinnare di calici di cristallo e brindisi ai piaceri della vita.
Nonostante l’allestimento del palco in un luogo all’aperto che, inevitabilmente, comporta la dispersione dei suoni, l’acustica è buona. Mirabile l’interpretazione degli artisti, eccelsa la direzione d’orchestra, impeccabile la regia. Voci e musica si fondono in un’armonia che tocca i fili più profondi dell’anima. Sebbene originariamente l’opera lirica rappresentasse motivo di svago anche per le classi meno abbienti che dal loggione partecipavano, talvolta rumorosamente, con il passare degli anni essa divenne sempre più di “nicchia” soprattutto per il costo dei biglietti, oneroso per i ceti sociali popolari. I grandi teatri, quindi, accoglievano per la maggior parte quel ceto economicamente più facoltoso, precludendo la partecipazione di coloro che di certo non potevano permettersi tale lusso, comportando così una “dispersione” in termini culturali.
In tale contesto, ancora attuale, emerge l’audace progetto del direttore artistico Nuccio Anselmo che nasce come tenore, quindi con l’opera lirica nel cuore, ma che coltiva anche la sua innata predisposizione all’imprenditoria. Nasce da questo connubio la scintilla che lo condurrà a realizzare quel suo progetto. “Un’avventura” questa la definizione dello stesso Nuccio Anselmo “che inizia nel 2016 con l’Associazione Sicilia Opera Management e la conseguente organizzazione di concerti, proprio a partire da Terrasini”.
Nel 2018, sempre grazie all’intraprendenza che lo contraddistingue, organizza il concerto di Capodanno presso la chiesa del SS. Salvatore a Palermo mettendo su orchestra, coro e solisti. Il successo dell’evento lo induce ad andare avanti con determinazione e la convinzione sempre maggiore che sta percorrendo la strada giusta. Nascono quindi l’Orchestra Filarmonica della Sicilia e il Coro Lirico Siciliano, i cui nomi racchiudono in sé il sapore della Sicilianità.
“Grazie al Comune di Terrasini” continua il direttore artistico “nel 2018 abbiamo messo in scena la Cavalleria Rusticana, per rilanciare il concetto dell’importanza della cultura e in quell’occasione abbiamo fatto sold out già quella volta, con la prima opera”.
Il Sindaco di Terrasini, Giosuè Maniaci e l’intera amministrazione comunale, rimangono piacevolmente sorpresi dalla risposta del pubblico. Un vanto per Terrasini, come emerge dall’Assessore alla Pubblica Istruzione, Beni Culturali e Sanità Pubblica, Arianna Fiorenza “ormai da quattro anni, siamo ben lieti di accompagnare Nuccio Anselmo, il direttore artistico del Terrasini Opera Festival che da quest’anno è diventato il Sicilia Opera Festival, perché sono approdati al Teatro Antico di Taormina. Come Amministrazione sosteniamo degli eventi di qualità, come questo di questa sera”.
È sicuramente un vanto e un avvenimento importante che richiama pubblico non solo terrasinese, ma che giunge da tutta la parte occidentale della Sicilia.Dal 2019 la squadra coordinata da Nuccio Anselmo, è andata avanti senza fermarsi.
“Una squadra di 120 elementi, coesi e forse un po’ pazzi” aggiunge sorridendo Pamela Giampino, dell’ufficio stampa “una squadra che è riuscita a portare l’opera lirica in giro, grazie alla passione comune. Una squadra che quest’anno è approdata al Teatro Antico di Taormina”. Traguardo non indifferente, poiché come asserisce Nuccio Anselmo “non è facile rientrare nel circuito degli Anfiteatro Sicilia, perché oltre al curriculum occorre anche un progetto valido”. Un progetto valido che consenta di entrare ma, come aggiunge il regista Salvo Dolce “che consenta di ritornare”. Il Sicilia Classica Festival, ampio progetto in cui si inserisce quello del Terrasini Opera Festival, ha superato ogni barriera portando l’opera lirica “in piazza”. Ciò ha consentito sia agli appassionati del genere che a eventuali curiosi, nonché a coloro che per la prima volta si approcciano al “classico”, di divenirne fruitori. Un progetto che può essere definito “itinerante” che raggiunge i molteplici e affascinanti siti della nostra stupenda Isola, perla del Mediterraneo.
Di Monica Militello Mirto – EmmeReports