Una valigia carica di riconoscimenti per il film “La particella fantasma”, del giovane regista palermitano William Giuseppe Lombardo ispirato alla misteriosa scomparsa nel 1938 del grande fisico siciliano Ettore Majorana.
Dopo l’anteprima mondiale del film al “Los Angeles Italia Film Festival 2021”, dopo il premio “Science and Imagination Award”, allo “Sci-On!”, di Los Angeles e il premio “Best International” al festival dei cortometraggi sul tema fantascientifico, fantasy, horror e d’avventura “ConCarolinas Short Film Festival”, di Charlotte, nella città più grande del Nord Carolina (negli Usa) e ancora la finale al “River Film Festival”, di Padova dove il film è stato proiettato su uno schermo galleggiante di 15 metri.
Ancora il prestigioso festival cinematografico di Spello, in uno dei borghi più belli d’Italia, in Umbria dove il film di Lombardo è arrivato in finale – è in Sicilia che “La particella fantasma” ha appena vinto i premi come “Miglior fotografia” e “Miglior colonna sonora”, al festival internazionale di cortometraggi e documentari “Sicily Movie Film Festival”, nella splendida cornice della Valle dei Templi di Agrigento, che ha visto la partecipazione di Edoardo Leo e Walter Veltroni, del presidente di giuria Maricetta Lombardo, tecnico del suono quattro volte vincitrice dei nastri d’argento per i film di Matteo Garrone.
Ancora il film di Lombardo fa il giro dei festival con la selezione al “Toko Film Fest”, che dal 29 luglio all’1 agosto andrà in scena all’interno del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni in Campania, di fronte al presidente di giuria Daria D’Antonio, direttore della fotografia per il nuovo film di Sorrentino che andrà a Venezia.
Il film “La particella fantasma”, di William Lombardo prodotto da Daniele Occhipinti e Paolo Guerra per Agidi s.r.l. e distribuito da settembre 2020 nel circuito dei festival da Première Film è stato proiettato lo scorso 20 giugno 2021 nel borgo di Spello, di fronte ad una giuria di esperti che comprende alcuni dei più grandi nomi del cinema italiano come Tilde Corsi, produttrice di tutti i film di Ferzan Ozpetek, e l’attrice Pilar Fogliati.
Su una selezione di 58 cortometraggi “La particella fantasma”, posizionatasi tra i 18 finalisti del festival racconta il viaggio dei fratelli del giovane scienziato siciliano Ettore Majorana, Maria, Salvatore e Luciano, che tra false piste, sogni e ricordi vanno alla ricerca della verità sulla scomparsa del fratello.
Una narrazione ambientata intorno alla fine degli anni ‘30, in pieno regime fascista, i cui contenuti sono frutto di un minuzioso percorso di ricerca che ha visto protagonista la famiglia dello scienziato, nella figura del nipote diretto Fabio Majorana, del biografo ufficiale e professore Erasmo Recami e di alcuni importanti scienziati dell’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Siamo nella primavera del 1938 quando il giovane Ettore scompare in circostanze misteriose. La famiglia non si rassegna quando il capo della polizia, a servizio del potere, Arturo Bocchini, archivia l’indagine prima che la sorella più piccola di Ettore, Maria, convinca i due fratelli maggiori a continuare le ricerche in modo autonomo. Ecco che inizia il viaggio alla ricerca della verità.
Nel cast de “La particella fantasma” sono presenti l’attrice rivelazione della “76esima Mostra del Cinema di Venezia”, con il film “Martin Eden”, al fianco di Luca Marinelli e tra i protagonisti del film di Ficarra & Picone “Il primo natale”, Denise Sardisco (“Nero a metà”, “Prima che la notte”) e gli attori Vincenzo Pirrotta (“Il traditore”, “Il primo re”, “Il cattivo poeta”), Francesco La Mantia (“Il Commissario Montalbano”, “Né con te, né senza di te”, “Squadra Antimafia 4”, “Il delitto Mattarella”), Vincenzo Crivello (“Per odio per amore”, “Distretto di polizia”, “Intelligence – servizi & segreti”, “Il delitto Mattarella”) e Giuseppe Spata (“A bigger splash”, “La mafia uccide solo d’estate”, “La vita promessa”, “Tutta colpa di Freud – La serie”).
Le riprese del film sono state girate a Palermo. Tra i luoghi compaiono l’edificio delle Poste Centrali di via Roma, il chiostro della Facoltà di Giurisprudenza, in via Maqueda e della chiesa della Magione, Villa Virginia, Villa Niscemi e Parco Airoldi.
Del cast tecnico fanno parte i vincitori del David di Donatello Andrea Leanza (make up artist per Pierfrancesco Favino e Brad Pitt) e Federica Castelli (“Il primo re”, “Suspiria”, “Hammamet”) al trucco, il candidato al Nastro d’Argento Matteo Santi (“Mine”) al montaggio, il due volte candidato al David di Donatello Luca Saviotti (“Suspiria”, “Hammamet”) come visual FX supervisor e Laura Inglese (“Il traditore”, “La ragazza del mondo”, “Sicilian ghost story”) alla scenografia. Le musiche sono di Giuseppe Vasapolli.
Il caso di Ettore Majorana fu uno dei casi più misteriosi e controversi del periodo fascista tanto che Mussolini in persona, allora al massimo del suo potere, scrisse di suo pugno: «Voglio che si trovi!». Ma l’ordine del Duce non bastò a riportare Ettore a casa. Ispirata ai momenti successivi alla scomparsa di Majorana, “La particella fantasma” di William Lombardo è la storia di Maria Majorana e della sua ricerca per ritrovare il fratello scomparso. È anche quella particella, il neutrino, che secondo le teorie del fisico siciliano sarebbe la più misteriosa ed elusiva dell’universo in quanto in grado di attraversare la materia in ogni istante senza però essere rilevata dai nostri strumenti.
Quando lessi del neutrino, ne rimasi affascinato perché costituiva una meravigliosa analogia con la personalità del fisico che l’aveva teorizzato. Nonostante la scomparsa, la presenza di Ettore la si avverte fortemente, ancora oggi, sotto l’aspetto scientifico perché le sue teorie influenzano ed ispirano nuovi ed importanti campi di ricerca. Sotto quello intimo e più strettamente familiare perché da sempre il suo ricordo, o forse il suo “fantasma”, aleggia sui membri della famiglia.
L’immagine che più prepotentemente si manifestava nella mia mente aveva a che fare con una particella che emergeva nell’oscurità e che lentamente sembrava modellare la forma di una giovane donna, Maria. Sognavo questa ragazza sospesa nell’immensità del vuoto chiedere: “Ettore dove sei?”. Indagando questa suggestione ho capito che lo scopo del film non doveva essere quello di risolvere l’intricato mistero del “caso Majorana”, bensì di usare la scomparsa di Ettore come parabola per raccontare una storia universale di amore fraterno e di accettazione della perdita.
Cosa accadde alle persone più vicine ad Ettore dopo la sua scomparsa? Partendo da questa domanda mi è stato subito chiaro che Maria dovesse essere la protagonista del film. Tutte le testimonianze trovate in fase di ricerca, infatti raccontavano l’ostinazione della giovane ragazza a cercare il fratello nei conventi di tutta Italia, arrivando perfino a scrivere una lettera al Santo Padre, nella speranza di ricevere qualche informazione che potesse dare una speranza sulle sorti ultime di Ettore.
A determinare le atmosfere oniriche del film ha contributo invece l’ascolto di un ricordo molto intimo di Maria che la vedeva sulla terrazza di Villa Majorana, a Catania, ad ammirare il cielo stellato sopra l’Etna in compagnia di Ettore.
“La particella fantasma” si configura così come un viaggio che oscilla tra la realtà storica ed una dimensione onirica, che nell’ostinata ricerca di Maria dischiude la possibilità del miracolo, che trascende la realtà della scomparsa, per aprirsi alla speranza. La storia risponde all’esigenza interiore della protagonista, interpretata da Denise Sardisco, di ritrovare e riportare a casa Ettore. É un suo “sogno”.
Man mano che la storia procede i due piani di realtà finiscono per collidere, arrivando verso la fine a provare il dubbio che forse non abbiamo assistito ad un sogno, ma che esiste davvero una segreta comunicazione fra Maria ed Ettore in grado di trascendere le categorie di spazio e tempo e permettere il loro incontro. Un incontro che svela alla fine una dimensione altra grazie alla quale Maria troverà la sua risposta circa le sorti ultime di Ettore e che sceglierà di custodire gelosamente dentro di sé.
di Redazione – EmmeReports