Nei mesi di luglio e agosto, a Isola delle femmine, borgata marinara sviluppata un tempo sulla pesca del tonno si susseguono con ritmo battuto piccole e sgargianti mostre di pittura sotto la direzione artistica di Pippo Buscemi, per Isolarte 2021 – Un mare d’arte.
È interessante osservare la pittura nata spontaneamente, sgorgata da intuizioni improvvise e dalla indubbia capacità del pittore di usare pennelli e colori con attenzione e diligenza. Molto spesso la ricerca è solo quella di appropriarsi dei linguaggi di chi è ritenuto maestro, talvolta, come nel caso di diverse opere del palermitano Simone Lo Monaco anche un occhio più esperto può invece cogliere e apprezzare originali soluzioni ai problemi classici della rappresentazione. Anche il fine per cui l’opera viene dipinta, a detta dell’autore per cercare armonia e benessere, per trasmettere ad altri la medesima sensazione di pace è un valore che difficilmente troveremo fra gallerie e accademie ma che risponde comunque ad una umana esigenza di bellezza. Cerchiamo quindi di conoscere meglio Simone Lo Monaco e di assaporarne la capacità creativa, le radici, i richiami e la coerenza di alcune scelte espressive.
Lo Monaco nasce a Palermo, nel 1988, e ha un percorso formativo legato alla terra, alla produzione agricola, alle tecniche tramandate da generazioni di vignaioli e cerealicoltori, alle innovazioni della genetica, della fertilizzazione, della gestione consapevole del suolo. Il suo mondo astratto è ordinato, rigoglioso ma non casuale, riconosce l’importanza della luce prima di tutto come fattore di crescita e ama raccoglierne la traccia nella brillantezza e saturazione dei colori. Agronomo dopo l’università, già perito agrario dopo il diploma, per anni ha subito il fascino della vita che prorompe, dell’esserne custode e garante, di possederne i segreti e soprattutto la chiave, fatta di generazioni, di ritmo incessante e di folle omogenee, lontano da ogni slancio individuale e solitario, dall’eroismo, dall’unicità.
Nello sguardo di Simone Lo Monaco l’emozione è concentrata nella padronanza, nella risposta che la realtà offre allo sforzo di chi la organizza, è un sentimento guerriero, l’appagamento di vedere realizzato il proprio ordine mentale, la commozione di sentirsi in armonia con la propria creatura. In lui si sente l’attenzione per ogni singolo particolare, il ripetersi modulare, come gli anelli incatenati di una stessa collana, come pietre montate in successione, ognuna catalizzatrice di luce, ognuna unica e soprattutto preziosa. Sono due gli elementi di retaggio che sicuramente leggiamo nei suoi dipinti: la varietà dei colori, figli di una regione fatta di orti, giardini, prati e coltivi, frutteti e mercati; la tradizione artigiana portata all’eccellenza da una famiglia di orafi, capaci di sublimare le pietre dure e il metallo grezzo, la scheggia di corallo e l’opalescenza della perla in una spugna di luce preziosa, che dimentica le ombre e cerca semplicemente di brillare.
Simone Lo Monaco costruisce l’immagine senza l’ausilio di una griglia prospettica, tiene fissa solo la linea dell’orizzonte e verso di questa dispone in un decrescente, geometrico, razionale ordine logico schiere di soggetti, individui floreali, spighette di graminacee, piccole onde che increspano il silenzio del mare, punti d’azzurro e verde che diventano acqua, macchia profumata, coltivo assolato. Come un tappeto di terra ed uno di cielo, come un libro di figure leggermente socchiuso, i suoi quadri portano la narrazione su questa linea sottile, vaga, infinita, con frammenti di civiltà rurale, palificazioni elettriche, ciminiere abbandonate o semplicemente un taglio fra mondo d’acqua e mondo d’aria, tra profili di monti o assoluto ripetersi di monoculture infinite. Ogni elemento è trattato singolarmente, voce ritmica di una costruzione complessa. Può essere ripetuto e ci porta a riflettere sul tempo o venire trattato singolarmente, come il morbido corpo di donna; in questo caso lo spazio attorno che è libero ci spinge per contrasto a costruire una storia, anch’essa sfuggente, fatta di silenzi, aperta a tante possibilità. È lo stesso orizzonte, semplicemente ribaltato e offerto alla fantasia dell’osservatore.
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports
Ricerche ed editing a cura di Monica Cerrito
Simone Lo Monaco per Isolarte 2021 – Un mare d’arte
Isola delle Femmine (PA) Cortile Baglio tonnara
fino al 3 agosto 2021 dalle 18.30 alle 23.00
ingresso libero