Tredici nuove opere di Max Ferrigno esposte al MEC Musuem di Palermo, nelle cui sale sono raccolti prodotti iconici della Apple, espressioni del genio creativo di Steve Jobs, presentati su idea del collezionista e architetto Giuseppe Forello al piano nobile del cinquecentesco Palazzo Castrone: “Abbiamo lavorato tanto a questa mostra, che adesso finalmente vede la luce. Sono davvero felice di ospitare e di investire nell’arte di Max che oltre a essere un grande amico è per me un grande artista. Abbiamo già collaborato in passato diverse volte ma questa per il Museo è la prima in assoluto e non potrei essere più orgoglioso di avere iniziato con lui le mostre pittoriche al MEC”. CamGirl, questo è il titolo dell’esposizione, è curata da Miliza Rodic e in questi dipinti ad acrilico l’artista piemontese ha raggiunto una perfezione formale e un grande equilibrio nella composizione, riuscendo a mettere in relazione l’immaginario del web, l’estetica dei manga e il marchio Apple in un continuo dialogo fra le opere e le collezioni del MEC Museum; i colori di Max Ferrigno sono giustapposti in ampie campiture, le tinte luminose e gli sfumati di grande delicatezza. Vi è anche la capacità, riflesso di una maturità e destrezza ormai consolidate, di mantenere le singole parti del dipinto quali componenti autonome, ognuna di per sé completa e autosufficiente ma combinate in quella che poi agli occhi dell’osservatore diventa figura e rappresentazione: da qui la freschezza dei lavori presentati.
L’artista è nato a Casale Monferrato, nel Piemonte operoso e agricolo erede di una lunga tradizione monastica e di una cultura bizantina, prima di passare sotto il dominio delle corti, Gonzaga prima e Savoia poi. Nel suo modo di dipingere, sempre opulento e prezioso, ostentatamente ricco, si passa da un inizio quasi sovversivo di personaggi e figure della cultura Pop che sbucano dai decori con irriverente aria di sfida, alla bellezza magnetica e atemporale dell’attuale mostra. Max Ferrigno, dopo aver costruito una propria identità professionale tra pittura e scenografia, realizzando opere per Gardaland, Eurodisney, Mini Italia e Cow Boy Guest è stato definito un autore pop surrealista, perché oltre che con i colori ha espresso una personale poetica attraverso personaggi dell’immaginario collettivo, dai manga orientali ai marchi pubblicitari, intrecciandoli con loghi e frammenti dell’universo mediatico. Una nuova vita siciliana, a Palermo, dove adesso vive, lavora e ha creato la propria famiglia porta nell’arte di Max Ferrigno una maggiore naturalezza, la luce vibrante del meridione e nuovi elementi decorativi che hanno potenziato l’interesse dei tatuatori e degli appassionati di settore come si è riscontrato alla Palermo Tattoo Convention edizione 2017. Viene così in evidenza la parte più completa e innovativa dell’artista: creare un rapporto circolare fra arte e realtà, immaginare modelli che diventano linguaggio vivo e contemporaneamente cogliere dalla vita quotidiana quegli aspetti che già di per sé cercano di essere estetici. Dare colore e forma alla voglia di comunicare, rispondere ad un’esigenza collettiva di identità e auto rappresentazione, sentire un bisogno e trovare attraverso l’arte una risposta.
Da questa geniale intuizione lo sguardo dell’artista si allontana dall’immaginario dei grafici per osservare direttamente chi quel mondo di fantasia se lo cuce addosso, scegliendosi il personaggio più affine per dargli un valore totemico, per identificarsi completamente con esso, dandogli vita, emozioni reali, concretezza. CamGirl si ispira così direttamente all’attività di alcune Cosplayer, chiudendo il cerchio fra valori costruiti nella letteratura e fantasia e una società che se ne fa interprete, li adotta e cerca di tradurli in realtà. Dallo sguardo giudicante della Pop art, alla ritrattistica raffinata di Max Ferrigno su chi, dei simboli pop ne ha fatto la propria ragione di vita. “Già da tempo – racconta l’artista – seguivo profili social di cosplayer e alt model per la realizzazione dei miei lavori e per capirne alcuni concept perché nel mio lavoro l’immagine femminile ha sempre avuto una presenza importante: le mie icone femminili quasi sempre sono state influenzate dalle alt model, dalle cosplayer. Seguendo l’evoluzione di queste performer, ci si è scontrati negli ultimi anni con piattaforme che vendevano alcuni servizi d’immagine e comunicazione. Quindi ho iniziato a seguire quelle che più rispecchiavano la mia cerchia estetica, quasi muse ispiratrici per i miei lavori; facendo poi le analisi legate all’iconizzazione pop nell’industria pornografica, assieme a Giuseppe Forello, abbiamo capito che poteva perfettamente inserirsi in un concept brandizzato Apple”.
Cosplay, da Costume e Player è un neologismo per indicare chi, con pazienza artigiana e capacità teatrale si fa interprete di personaggi della fantasia, rappresentandoli sia in momenti collettivi organizzati che come libera espressione della propria identità. Non è una vera e propria forma di teatro ma ha profonde radici orientali, soprattutto giapponesi, e riflette ovviamente in buona parte l’estetica dei disegni manga. Questa forma espressiva si è poi globalizzata e in Italia, ad esempio, ha un punto d’incontro a Lucca dove prorompe in una fioritura di colore nelle vie medievali della città. I Cosplayer viaggiano però moltissimo attraverso la rete, per questo la loro autorappresentazione si è evoluta in una immagine frontale, giocata molto sullo sguardo e adatta al mondo virtuale; Max Ferrigno cattura questo aspetto, che unisce informatica, comunicazione, alta tecnologia, pulsioni sessuali e istintività, mondo fantastico ed eterea bellezza dai tratti adolescenziali pronti a sbocciare in un soffio di primavera.
CamGirl può rappresentare un momento di svolta nell’arte Pop: non è più giudizio sulla società dei consumi, non è un prodotto e nemmeno un ricordo, ma l’espressione di una nuova identità che l’artista semplicemente raccoglie e valorizza sposando i propri canoni estetici con un sentimento diffuso e presente nella cultura globale. E’ narrazione di un nuovo sistema di valori, espressione che eleva e perfeziona linguaggi già parlati, inquadrature nate nella rete e per la rete ma finalmente approdate al mondo della pittura. E’ sicuramente lo spunto per capire come una rivoluzione nella storia dell’arte nasca sempre dal confronto diretto con il reale, per raccontare più che inventare. La stessa strada che ha seguito Rossellini con Roma città aperta e che presumibilmente percorsero anche gli artisti prossimi al Rinascimento, quando hanno smesso coi fondi oro per dipingere la ruvida concretezza delle sacre rappresentazioni inscenate dal popolo durante le processioni e i riti delle stagioni.
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports
Ricerche ed editing a cura di Monica Cerrito
Max Ferrigno – CamGirl a cura di Miliza Rodic
Palermo – MEC Museum dal 1° luglio al 30 settembre 2021 – dal lunedì al sabato (19.30 – 22.00)
Ingresso gratuito (solo su prenotazione)