Questa mattina l’Operazione “Vanish Vat” della Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura della Repubblica di Palermo, ha portato all’arresto di cinque persone e a un sequestro, per il reato di evasione di imposta, di oltre 4,4 milioni di euro. Indagati per associazione a delinquere, emissione e utilizzo di fatture false, omesso versamento di ritenute, indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti e bancarotta fraudolenta, sono finiti in manette, Francesco Gambino, Francesco Paolo Sanzo, Eugenio Leticia, Giuseppe Teresi e Giampiero Anello.
“Se devi evadere, devi evadere in maniera che nessuno se ne accorga” si sente nelle intercettazioni telefoniche condotte dai finanzieri. Francesco Gambino, titolare della Gambino Group, una delle più importanti aziende di trasporto merci di Palermo con sede in via Belmonte Chiavelli e a Ficarazzi, esorta e consiglia i suoi collaboratori sui modi per evadere e eludere i controlli del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria. “La Guardia di Finanza, in questa operazione, con tutto, non ci potrà mai arrivare al mondo, mi spiego?”.
Le indagini del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Palermo, attraverso verifiche fiscali, intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno permesso di disvelare un complesso meccanismo fraudolento, articolato sulla creazione di una serie di società di comodo, asservite a un gruppo imprenditoriale palermitano operante nel settore del trasporto merci.
“Bisogna cercare tutti gli agganci possibili per dimostrare che aveva una sua valenza la società” dice uno degli indagati a Francesco Gambino.
Queste società, riconducibili alla regia di Francesco Gambino, operando in evasione d’imposta, dal 2013 al 2018, hanno prodotto un giro di fatture false, per oltre 16 milioni di euro a vantaggio delle uniche due imprese realmente operative, la Gambino Group s.r.l., con sede a Palermo e la MG Logistica s.r.l., con sede a Ficarazzi, beneficiarie della frode fiscale.
La finalità del meccanismo fraudolento era quella di abbattere illecitamente il reddito imponibile, attraverso la contabilizzazione di costi fittizi, concentrando inoltre sulle società cartiere, tutti gli obblighi contributivi, previdenziali e assistenziali gravanti sul datore di lavoro.
“Ci sarà passaggio di autisti… per passare i dipendenti… quindi li faccio dimettere… fanno l’accordo sindacale e poi li riassumo” spiega Gambino ai suoi collaboratori. La gestione dei lavoratori era, infatti, caratterizzata da frenetici passaggi da una società all’altra, mascherati da dimissioni volontarie ma sostanzialmente imposti dagli indagati.
Lo schema illecito determinava il mancato assolvimento dei rilevanti obblighi fiscali in materia di I.V.A. e I.R.E.S., ma anche l’omesso versamento dei contributi assistenziali e previdenziali spettanti ai lavoratori. Inoltre, il sistematico inadempimento dei debiti impositivi, cagionava il dissesto finanziario della Gambino Group s.r.l., una delle principali società coinvolte nel sistema di frode, dichiarata fallita dal Tribunale di Palermo il 29 Aprile 2021, che aveva accumulato un’esposizione verso l’erario per oltre 22 milioni di euro.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports