“Gara storica e di rilevanza internazionale”; questa la motivazione che ha portato la World Athletics (l’organizzazione che si occupa dell’atletica leggera a livello mondiale guidata da Sebastian Coe) a insignire il Giro podistico Internazionale di Castelbuono con la Heritage Plaque, assegnata lo scorso anno a sei eventi mondiali che nei decenni hanno offerto “un’eccezionale contributo alla storia e allo sviluppo dell’atletica leggera”.
In tutto il mondo sono 62 le “eccellenze dell’atletica” che possono vantare questo riconoscimento; in Italia solo la 5 Mulini e la rivista Atletica, edita dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera.
La Heritage Plaque, ideata nel 2018 e forgiata dall’azienda italiana Bertoni, da ieri sera fa bella mostra di se accanto al monumento che ricorda il Giro in piazza Margherita (all’inizio di via Roma), proprio in prossimità dove avviene lo start. Un riconoscimento prestigioso e meritato per l’intera comunità madonita e il Gruppo Atletico Polisportivo Castelbuonese, che dal 2016 ha preso le redini organizzative della kermesse. Nata nel 1912 il Giro viaggia verso le cento edizioni e solo tre volte, nel corso della sua storia, è stato annullato, durante i conflitti mondiali e lo scorso anno a causa della Pandemia. Alla cerimonia di affissione, hanno preso parte Chris Turner, responsabile per la World Athletics della Heritage Plaque, Alessio Punzi Road Running Manager della Iaaf, Franco Fava, atleta ai vertici delle classifiche mondiali dell’atletica leggera negli anni ’70 e adesso firma del Corriere dello Sport, Vincenzo Massimo Modica medaglia d’argento ai mondiali di Maratona a Siviglia (1999), Dario Guarcello assessore al turismo e allo sport del comune di Castelbuono, Salvatore Gebbia presidente della Fidal Sicilia e Antonio Castiglia presidente della società organizzatrice.
Archiviata la cerimonia relativa alla posa della Heritage Plaque l’attenzione si è spostata nel cinquecentesco Chiostro di San Francesco location di una veloce e informale presentazione. A poco meno di tre settimane, c’è ancora pretattica da parte degli organizzatori; di certo sarà un Giro che, malgrado la concomitanza con le Olimpiadi di Tokyo, non farà rimpiangere le edizioni passate, con una nutrita presenza di atleti provenienti dal vecchio continente. Novità e conferme che saranno svelate già nei prossimi giorni. Particolare attenzione verrà data alle misure che verranno adottate per l’emergenza Covid, rispettando e facendo rispettare i protocolli vigenti per la data del 26 luglio.
“Il Giro deve ripartire e lo deve fare anche se la guerra contro la pandemia non si è ancora conclusa. L’edizione di quest’anno sarà dedicata a coloro che a causa del Covid non ci sono più. Ben ritorni il Giro che non è solo sport, ma anche storia, tradizione e inclusione, è il nostro più grande ambasciatore nel mondo perché unico” sono le parole del sindaco di Castelbuono Mario Cicero che ha aperto la conferenza stampa.
Chris Turner ha sottolineato come nei pochi minuti della sua presenza in paese, abbia percepito lo spirito della gara. “Qui la gente vive per la storica gara, tiene a questa competizione perché la sente propria”. Il riconoscimento consegnato è il minimo che potessimo fare”.
“Un riconoscimento importante che arriva in questo difficile periodo storico e che testimonia che nella vita i sacrifici e gli enormi sforzi fatti da tutti in questi decenni, alla fine vengono ripagati con grazia e riconoscenza” ha affermato Antonio Castiglia.
Gebbia, neo presidente della Fidal Sicilia ha annunciato che il prossimo consiglio regionale si terrà a Castelbuono proprio il 26 luglio, a poche ore dallo start della gara. “Importante e fondamentale l’opera sul campo della società castelbuonese, attenta all’attività di base e vicina al territorio”.
Per Fava ogni volta ritornare a Castelbuono è rivivere la stessa atmosfera vissuta quando gareggiava: “In Castelbuono c’è molto più della gara, perché il Giro e Castelbuono sono un tutt’uno” ha detto il vincitore del 1977.
Un corposo “assaggio” di quello che sarà la 95esima edizione del Giro podistico internazionale di Castelbuono, forte di un passato e di una tradizione che lo rendono unico, perché “non potrebbe esistere Giro se non quello di Castelbuono”.
di Redazione – EmmeReports