Tre cittadini cinesi (padre, madre e figlio), nella qualità di amministratori e datori di lavoro di un emporio con due sedi operative ubicate nei comuni di Palermo e Termini Imerese, assumevano, impiegavano ed utilizzavano manodopera italiana, sottoponendo tre lavoratori a condizioni di sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno, facendoli lavorare oltre l’orario previsto, sottopagandoli rispetto al C.C.N.L. ed in violazione delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro, minacciandoli di licenziamento se non avessero eseguito quanto ordinato.
Inoltre, dopo aver corrisposto sulle carte prepagate dei dipendenti sfruttati, quanto indicato in busta paga, li costringevano a restituire parte dell’importo versato, con l’aggravante di aver commesso il fatto per assicurarsi un profitto e l’impunità dal reato di sfruttamento del lavoro.
I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Palermo, unitamente a quelli del Nucleo Operativo del Gruppo Tutela Lavoro di Palermo, a conclusione di una indagine iniziata nel mese di agosto 2019, hanno eseguito la misura cautelare personale coercitiva, in regime di arresti domiciliari, a carico dei tre cinesi, indagati per i reati continuati di sfruttamento del lavoro ed estorsione, consumati tra il 2019 ed il 2021.
Di Redazione – EmmeReports