“Taverna vita eterna” (800A Records) è il nuovo singolo di Alessio Bondì, in rotazione radiofonica e disponibile su Youtube a partire da oggi. Il brano è il terzo estratto dal suo album, “Maharìa”, in uscita in digitale, vinile 12” e CD il 21 giugno 2021 per 800A Records (clicca per il pre-order).
Dopo “Ave Maria al contrario” (diretto da Paolo Raeli) e “Fataciume” (video di Giulia Conoscenti), con “Taverna vita eterna” tornano le ambientazioni della notte palermitana che animano uno dei brani più conosciuti di Bondì, “Vucciria”. Questa volta un vecchio lupo di taverna si racconta in un monologo tragicomico che mette in luce i costumi di un’intera tribù urbana. Uno dei brani più energici del nuovo album, tra fiati dal sapore sudamericano e un’attitudine tutta mediterranea. Un nuovo tormentone (estivo) firmato Bondì: “E si a me vita fussi eterna io ‘a passassi sana sana a’ taverna!”
“Maharìa” è un’opera intensa e ispirata (l’artwork è a cura dell’illustratrice Giulia Conoscenti), un leitmotiv magico cercato nella musica, nei testi e negli arrangiamenti, un viaggio interiore in cui la lingua siciliana funge da chiave per l’inconscio, attraverso esplosioni di allegria, nostalgie solitarie, innamoramenti, eccessi di rabbia e incomprensioni, disillusioni e soluzioni. La rinascita è l’obiettivo di questo flusso, di questo dialogo profondo. Proprio per questo l’album verrà alla luce per il solstizio che rappresenta non soltanto un rito di passaggio dalla primavera all’estate ma anche il giorno più lungo dell’anno, quello in cui la luce prevale sulle tenebre. Il disco risulta un racconto di vita letterario, stratificato, contraddittorio, come il fluire delle emozioni che si alternano in profondità.
Alessio Bondì è un cantautore palermitano classe ’88, finalista al Premio Tenco 2015 con il suo album “Sfardo”. Definito autore di razza, la sua scrittura è meticcia: nasce da radici folk e si mescola con i ritmi contemporanei e il suono della lingua natìa, il dialetto palermitano. Un autore dal sangue misto i cui temi più ricorrenti sono l’infanzia, il racconto della terra lontana, la nostalgia. La scrittura, autentica per il linguaggio scelto, fa di Bondì un musicista atipico, artisticamente apolide, con alle spalle una ricca esperienza di concerti a livello nazionale e internazionale.
Sia “Sfardo” che il suo secondo album “Nivuru” (2018) sono stati distribuiti in Italia e in Europa e ha ricevuto importanti riconoscimenti come il Premio De Andrè 2013 come miglior interprete e la Targa Siae al Premio Andrea Parodi 2014.
di Redazione – EmmeReports