“E’ già in via preferenziale raccomandato per i soggetti sopra i 60 anni di età, perché il rapporto tra i benefici derivanti dalla vaccinazione ed eventuali rischi diventa incrementale con l’età e particolarmente favorevole sopra questa soglia. Quello che si è verificato nella sfortunata ragazza di Genova, cui va tutta la mia attenzione e affetto pone un’ulteriore riflessione, anche alla luce del mutato contesto epidemiologico in quanto la riduzione dei casi che abbiamo nel Paese rende anche più cogente tale riflessione”.
A dirlo il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Franco Locatelli, in relazione al vaccino anti-Covid di AstraZeneca, dopo gli Open Day, organizzati in ordine sparso, dalle Regioni aperti anche ai giovani.
Dubbi quindi sulla strategia vaccinale soprattutto per quelle regioni come la Sicilia che ha deciso di mantenere gli Open Day (da oggi giovedì 10 a domenica 13 giugno) anche per i cittadini dai 18 anni in su, che non presentano fragilità, che potranno quindi vaccinarsi su base volontaria senza prenotazione con AstraZeneca e Johnson & Johnson.
Situazione difficile da gestire e tantissimi dubbi ancora da sciogliere come ad esempio chi, sotto i 60 anni, ha già ricevuto la prima dose del vaccino made anglo-svedese: dovrà avere anche la seconda (ed eventuale terza) dose o è preferibile passare alla somministrazione di un vaccino a Rna messaggero (Pfizer o Moderna) che al momento non presenterebbe controindicazioni?
“A questo punto è chiaro che sarebbe meglio vaccinare con AstraZeneca le persone al di sopra di una certa età. Si valuti se è necessario andare avanti con questo vaccino. Se non è così, si tolga in certe fasce d’età” ha affermato il professor Massimo Galli, direttore delle Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano.
L’Associazione Coscioni ha chiesto, attraverso una lettera al Governo e al Commissario per la pandemia, di fermare le vaccinazioni con AstraZeneca e Johnson & Johnson sui più giovani.
“Purtroppo, sappiamo che i vaccini a vettore adenovirale possono causare in soggetti probabilmente predisposti la trombosi venosa trombocitopenica (VITT) 1, un effetto collaterale raro che si presenta a distanza di 5-15 giorni dalla vaccinazione e può avere esito fatale. La fascia di età più a rischio è quella dai 20 ai 55 anni, soprattutto individui di sesso femminile. Nei primi studi l’incidenza risultava di 1.100.000, con un terzo di casi fatali. L’analisi dei dati forniti dall’Agenzia del Farmaco e dal Servizio Sanitario Inglese, aggiornati a metà maggio, suggerisce una incidenza superiore. La nota informativa del vaccino AZ riporta la VITT come possibile effetto indesiderato che può interessare fino a 1 persona su 10 mila. L’iniziativa degli open days AZ sembra mossa da buone intenzioni e sta riscuotendo grande successo, ma non è nel miglior interesse dei giovani” si legge nella lettera che vede tra i firmatari scienziati ed accademici dell’associazione Luca Coscioni.
I medici firmatari del documento hanno spiegato come “nei soggetti under 30 che non abbiano comorbidità, la letalità per Covid-19 in Italia è vicina allo zero e rarissima è l’ospedalizzazione, mentre il rischio di VITT per loro supera il beneficio del vaccino, ed è sufficiente a sconsigliare la vaccinazione con AZ, in accordo alle raccomandazioni Aifa”.
“Se la scelta di vaccinare solo gli over 60 con AZ era basata su dati che dimostravano un rischio trascurabile di VITT in questa fascia d’età, specialmente se paragonata al rischio di ospedalizzazione e morte da covid19, su quali dati si basa la scelta di vaccinare con AZ anche i più giovani, che invece non sono suscettibili a queste complicanze?” viene chiesto nella lettera che pone l’accento sulla mancanza di chiare informazioni date ai giovani (soprattutto i maturandi) e sul loro desiderio di riprendere una vita normale, visitare liberamente i nonni, muoversi per lavoro o per studio, andare in vacanza.
“I maturandi italiani sono quest’anno circa 500.000: se anche solo metà di loro fossero vaccinati con AZ, secondo la nota informativa di questo vaccino in 25 potrebbero essere colpiti da VITT. Ma se anche uno solo di loro morisse, come potremmo giustificarlo, quando conosciamo i rischi e abbiamo le dosi necessarie di Pfizer e Moderna per vaccinare in maniera sicura anche i nostri ragazzi?”, conclude la lettera che lancia il sospetto che in realtà, con l’operazione Open Day aperta indistintamente a tutte le fasce d’età, si cerchi di smaltire le dosi di AstraZeneca rimaste inutilizzate.
di Antonio Melita – EmmeReports