Abbiamo scelto le tele materiche dell’artista siciliana Loredana La Placa per orientarci su cosa possa effettivamente definirsi arte, in una realtà confusa fatta di immagini, colori e frammenti multimediali. Arte non significa prioritariamente rappresentare, trasmettere un contenuto, riflettere un momento storico, accettare un sistema di valori, perché l’arte implica una relazione tra colui che compie o guida volontariamente un gesto e l’osservatore, che si trova o troverà di fronte a quella traccia. Può essere uno scambio immediato oppure tra il fare e l’osservare possono trascorrere secoli, mutare popoli e dissolversi culture. L’arte, nella sua fisicità, è semplicemente fascinazione, capacità di catturare la mente di chi osserva e accompagnarla in un dialogo silenzioso con quella dell’artista. Nell’arte occorre volontà di comunicare: per questo parliamo di linguaggio; la natura, nella sua infinita bellezza, non è perlopiù rivolta all’uomo; l’arte sì. È un ponte tra due esseri, una mano tesa nello spazio e nel tempo.
Il colore è materia, non solo visione. Siamo abituati a pensare i colori come rappresentazione, come una fotografia. Dimentichiamo in questo modo che per un lunghissimo tempo i colori sono stati preziosi e difficili da trovare nella loro fisicità: il colore del mare, del fuoco, della luce non potevano esistere nell’esperienza fisica, tattile, se non attraverso l’oro, il corallo, il lapislazzulo. Adesso, nell’era della chimica industriale, ogni tinta è disponibile, ostentata, così economica da invadere tutti gli aspetti della vita col proprio ronzio, rumore o urlo visivo. Per questo motivo si cerca, attraverso gli occhi, il riposo della mente nei toni spenti delle masserie, degli agriturismi, nel candore della neve, nei giochi di luci e di ombre della terra di campagna. La capacità di Loredana La Placa nel guidare il colore fisico, lo smalto e l’acrilico in un equilibrio senza peso li rende preziosi, come in tutto ciò che di araldico, nobile e cortese portava ogni materia rara a farsi veste, ricamo, corona.
La sua arte è intuitiva, emozionale: nasce da un gesto immediato, dalla necessità di comunicare parlando con i colori. Le sue opere, che possiamo definire superfici cromatiche, evocano frammenti dal mondo dei ricordi e riflettono lo stato d’animo di un particolare momento. Le tele sono realizzate immergendosi nella musica, fra quei ritmi e parole che già, per l’artista, avevano avuto un particolare significato: nel processo creativo, nello scivolare e nell’espandersi dei colori, questa sollecitazione fatta di suoni aiuta il riemergere di impressioni visive. Talvolta appare più chiara la volontà di evocare una forma naturale o lasciare segni di insofferenza, più spesso l’uso della tavolozza segue, con un delicato abbandono, il fiorire delle tinte che la sua particolare tecnica offre. Usa pigmenti che, pur mescolandosi, difficilmente si confondono: galleggiano gli uni sugli altri, sospinti da soffi e mossi o catturati dalla gravità. È la traccia di un mondo fatto di gravità, di un microcosmo cromatico in cui ogni colore rappresenta principalmente sé stesso con le proprie peculiari capacità di espandersi, colare e primeggiare sugli altri con un senso di naturalezza che lo rende all’osservatore comprensibile, perché è un gioco di materia più che di rappresentazione.
I ricordi cui abbiamo accennato sono impressioni visive sedimentate nella memoria individuale, colpi di luce forme fluttuanti e tinte del mondo marino raccolte in una vita di immersioni al di sotto della lucida pelle del mare. Lo stato d’animo, invece, ha bisogno del silenzio, quasi di una meditazione, una fuga dalla realtà che le note e il ritmo delle canzoni pungono e scavano facendo prorompere un’improvvisa e liberatoria necessità di esprimersi, dialogare e ribattere alla musica con la forza dei colori. L’artista in muto silenzio risponde ad uno stimolo che taglia la sua corazza emotiva e lo fa concentrandosi in un gesto cromatico: è una ricerca che ha qualcosa di molto antico, rituale, solenne e catartico. Emozioni che l’osservatore può facilmente cogliere e sentire nella loro genuinità e freschezza.
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports
Ricerche ed editing a cura di Monica Cerrito
Loredana La Placa, Tele materiche
Vernissage sabato 5 giugno ore 17.00
Dimorae Arredamento
Via Giuseppe Garibaldi 19, Termini Imerese (PA)
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